Mio zio Gennaro ritorna come attore, insieme a Sant'Erasmo

Il giorno 5 settembre 2008 ho ricevuto questa dolce comunicazione in cui si presenta il fratello di mia madre scomparso nel gennaio del 2008; ho voluto pubblicarla perché in essa si coglie, nel modo di presentarsi di mio zio, proprio il suo carattere peculiare, e la speranza che, di là, potremo davvero realizzare al meglio tutti i nostri sogni. Mio zio avrebbe amato molto recitare e so che qualche volta gli è anche capitato, in maniera dilettantesca, di calcare il palcoscenico. Qui egli mi comunica, presentandosi in uno stile davvero teatrale, che di là è diventato quello che aveva sempre sognato di essere, ossia un attore e, tra il serio ed il faceto, mi consegna un messaggio di sprone a continuare nel mio compito e di conferma che "loro", che noi pensiamo oramai in "ceneri", sono invece vivi più che mai ed in grado anche di andare perfino in scena proprio come fa lui. Trovo l'argomento di grande speranza, ed è un ulteriore spiraglio che ci viene aperto sulla nostra vita futura: lì, in breve, potremo continuare a coltivare le nostre passioni ed i nostri sogni, a patto di aver condotto una vita dignitosa, nel rispetto e nell'amore del prossimo. Sant'Erasmo ci regala, invece, una registrazione ricca di ironia, amore ed anche una sagace osservazione sui reality che hanno invaso le nostre televisioni. Non manca un accenno al fenomeno del traffico dei falsi correlato a sua volta al traffico di emigranti clandestini: pare proprio, come pure avremo modo di vedere in altre registrazioni, che lassù siano molto attenti alla nostra attualità di cronaca. Ed è davvero un fatto molto interessante, che lascia spazio a molteplici riflessioni, non ultima quella che riguarda lo stretto legame che unisce i due mondi.

Se vuoi restare in piedi, allora ti devi qui reggere...

ZIO GENNARO

Franchì, le poesie darai,
e lì di versi ne aveva additati
e dieci minuti dura.
Tu l’illustri e dirai in dettagli parole:
sai libro ti nasce.

Più trovano assurdo,
che ceneri in scena, oggi, è Gennarì:

restituir deve chi più gli riesce,
applausi in stile ebbe su
e mo qui un attore è.

Se  piogge perdo
e ti lascio gli ombrellini, ridi.

Brusii, voci, devo smettere, vonnemo andar.

SANT'ERASMO

Trase e aspetti qui:
alleva i struzzi, il giardinetto ce l’ha.

Do più numeretti, intrar qui devi.
Ti do notizie: più vestiti, verrà artrosi!
E’ tardi, svegliati, ti ripeto,
Costì l’uva è esposta
hanno sveglia, sa, godrà a chi tocca,
lì primizie offer ti è.
Se vuoi restare in piedi
allora ti devi qui reggere.

Enorme sala, presi indirizzo qui.
Si tu m’hai le remore, fai dormite.
Omairo impreca:”Salana, a chi ti do morta?
Ah, oh, ndò c’hai ste griffe?
Sfonda di borse e più trasporti in dogana“.
C’erano troppi reality, scoccerà!
Hai esclamato: c’è mammina oggi, salutala,
saluta, soffi l’ho tirati, fo il rinomato.

Scoprì mi fai: più in su
gli ho dato un bis da dieci.
Si vedrà sai risvegliare a topi,
l'incontrerai da studi.
Ah, truffa l’hai vista?
E’ più nobile fingerti.
Hai parecchi di Venezia?
Mi disturbi per dire si n’hai uditi
e chi in rotta vedi.







 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Mio zio apre la registrazione rivolgendosi a me con una specie di vezzeggiativo: mi chiama infatti "Franchì", memore del fatto che in vita lui mi chiamava Franca e non Francesca; mi predice che riuscirò a diffondere i testi poetici che loro mi hanno dato, e che lui porterà via solo 10 minuti a Sant' Erasmo. Pian piano, il libro collegato al sito vedrà la sua realizzazione. Passa poi a considerare come qui sulla terra trovino assurdo che una persona oramai morta (in cenere) possa presentarsi addirittura su un palcoscenico come invece egli sta facendo durante questa registrazione. Osserva che ognuno deve esprimersi e dare in ciò che più gli riesce e lui, che sarebbe stato un bravo attore anche sulla terra, adesso può avere la soddisfazione di esserlo veramente diventato: ci informa addirittura di aver ricevuto degli applausi per il suo stile lassù. Pare poi che accenni, in maniera teatrale, ad una sua improvvisa commozione: dice infatti che "perde le piogge" per dire che gli scappa qualche lacrima, poi, per metterla un po' sul ridere e sdrammatizzare, dice che mi lascerà gli ombrellini per ripararmi dalle sue lacrime. Improvvisamente, sentendo delle voci che si avvicinano, mi saluta perché deve smettere, deve andare. Si presenta Sant'Erasmo che usa un termine dialettale napoletano per dirmi di entrare (trase vuol dire entra); riferendosi al fatto che alcune persone che mi sono vicine non credono al fenomeno metafonico e che spesso lui li ha definiti "struzzi", quasi a voler indicare il loro desiderio di non prendere in esame i fatti, mi prende in giro dicendomi che io allevo, appunto, struzzi: abituatevi alla sua pungente ironia. Riferendosi al fatto che tanti vogliono venire a parlare tramite il registratore, mi informa che è costretto a dare i numeri per far rispettare la fila, poi, osservando che sta arrivando il freddo, mi consiglia di vestirmi in maniera più idonea, pena l'artrosi. Per l'ennesima volta mi spinge a sbrigarmi perché è tardi, il mondo ha bisogno di sapere quanto lui ha da dire sulla realtà dell'altro mondo. Paragona tutto ciò che loro ci hanno comunicato a un bel grappolo d'uva esposta della quale tutti coloro che vorranno possono godere. Sottolinea il fatto che, se vogliamo superare indenni la prova della nostra esistenza, dobbiamo fare affidamento nella parola di Dio, nei fondamenti del mondo sovrannaturale dove regna la verità e la giustizia. Mi avverte che se dovessi avere remore nel diffondere ciò che mi viene dato, allora posso dormire, posso rimanere inattiva, pena, ovviamente, il fatto che loro non comunicheranno più con me. Passa poi improvvisamente a presentarci la scena in cui un certo Omairo, trafficante di borse false, trasporta anche ben altro carico: una certa Salana, immagino clandestina, oramai morta, forse per gli stenti del viaggio. Probabilmente il Santo vuole richiamare la nostra attenzione su questo fenomeno che oramai per noi è diventato talmente usuale da lasciarci indifferenti. Sorprende un'ironica battuta sui reality che hanno invaso la nostra televisione: Sant' Erasmo predice che alla fine la gente si scoccerà; non me ne vogliano coloro che li amano questi programmi, ma nell'aldilà essi non piacciono molto. Quel giorno era presente con me alla registrazione mia mamma che era venuta a trovarmi e io prima di iniziare e registrare avevo chiesto al Santo di farle un saluto, visto che mia mamma è molto devota e che sarebbe stata molto felice di ricevere un saluto di Sant' Erasmo. La mia carissima guida non si è fatta pregare e infatti, ricordandomi che glielo avevo chiesto, mi dice di aver tirato dei baci a mia mamma col soffio e che con questo gesto egli "ha fatto il sofisticato"; come vedete il tono ironico di questa registrazione è abbastanza alto. Mi informa anche di averle dato un "bis da dieci" riportandole suo fratello che ha parlato all'inizio della registrazione. Mi preannuncia poi che di là risveglieranno perfino i topi (intende, cioè, anime che scontano grandi pene) e che ne incontrerò degni di studio. Mi chiede se ho notato la scenetta in cui lui ha "finto"la truffa dei falsi e mi informa che e stato più nobile presentarmela in quel modo. Prefigurando che molti veneziani mi chiederanno informazioni su quanto faccio, visto che vivo a Venezia, mi esorta ad informarlo quando mai ne vedrò o ne sentirò (in tal modo, in maniera molto sottile, mi invita a cominciare a parlarne, di tutto questo, proprio partendo dai veneziani).

COMMENTO

E' senza dubbio una registrazione molto fresca, quasi un delicato quadretto messo in scena dall'aldilà, dal quale, come sempre, possiamo ricavare alcune preziose informazioni su quelli che possono essere aspetti della vita nell'aldilà, che pure, per certi aspetti, resta molto misteriosa. Mio zio, in definitiva, viene a portarci la bella notizia che, nell'altra dimensione, ognuno potrà realizzare le proprie aspirazioni e talenti, e quindi mettere a disposizione degli altri quello che più gli riesce fare e per cui si sente portato. Altro che starsene oziosi nella contemplazione per l'eternità! Pare che lassù siano tutti molto indaffarati, almeno coloro che non hanno grandi pene da scontare. Si prefigura quindi lo scenario di un'eternità tutt'altro che noiosa, nella quale ognuno potrà trovare la propria giusta collocazione, in base alle proprie qualità ed ai propri meriti, esattamente al contrario di quello che accade oggi su questa terra, dove il nepotismo e favoritismi decidono le sorti di tanti. Forse noi siamo limitati nell'immaginazione di questa realtà, e lo siamo per i limiti impostici dalla nostra stessa umanità, ma probabilmente avremo giustizia anche per questo aspetto della nostra essenza. La mia cara guida non risparmia certamente il fiato nello spingermi e nell'esortarmi a darmi da fare per diffondere questa verità e trovo molto bello il paragone del suo messaggio con un succoso grappolo d'uva, che fa bella mostra di sé a disposizione di tutti coloro che vorranno assaggiarlo per goderne i benefici. Vorrei ancora una volta farvi notare quanto il caro Santo insista molto sulla necessità di contattare l'aldilà per diffondere più possibile le prove della sua esistenza, e ciò a scopo educativo, per far sì che sempre più gente si ravveda e si consacri a Dio. Non vi è dunque nulla che ostacoli il contatto, esso non solo è possibile, ma viene fortemente auspicato proprio da loro che sono lassù, ovviamente quando esso è fatto solo ed esclusivamente per motivi spirituali e di crescita interiore. Sant'Erasmo ci invita molto spesso a considerare quanto accade intorno a noi, e anche stavolta, presentandoci la scena di Omairo e Salana, e gli punta il dito su una questione veramente nodale della nostra società e dei nostri tempi: se non tenessimo così tanto in considerazione gli oggetti firmati, le griffe, il lusso, se per noi contassero ben altri valori, fenomeni come questo, che costano la vita di tante persone, non esisterebbero, come non sarebbe nemmeno concepibile il traffico di esseri umani sfruttati per la produzione selvaggia ed inumana in questo settore.

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