Ecco il papà di una mia lettrice e il suo bel messaggio di vicinanza e amore per lei - 01/02/2011

Antonio è il papà di una mia lettrice che attende un suo messaggio da tanto tempo (la mia lista di richieste è oramai lunghissima e di più non posso fare, mi dispiace). Con delicatezza e leggerezza questo papà esorta a Cristo senza tralasciare la sua personale dimensione affettiva verso la figlia e in questa breve comunicazione riesce a far trasparire sia la sua dimensione ancora terrena di legame verso sua figlia, sia la sua dimensione più spiritualizzata che si esprime in un forte richiamo alla fede in Cristo che, solo, può dare la vera forza, le "spalle" come le chiama Antonio, per vivere pienamente nell'amore che non finisce.

Colleghi e da te Tony parla,…

VOCE FEMMINILE

C'è cari, drizza!

ANTONIO

Possa il Re risveglià, qui rivista è!
A raggi n’era troppo sotto,
i nervi tiri!

Il globo sta mettendo porta qui.
E terra c’è lì, voi sparite e su là
e…e vive solo Dio!
Al cuò(re), mi sangue,
ho suoni e su, Oltre, canto!
Colleghi e da te Tony parla,
il nostro sulla barca
dà pacchi là,
porto anche lì, nel depliant lì,
là ambra a figlia!
E mostra: qui vengo
la sera coi rai dai figli,

stando certe ringraziate, è Lui!
E alle “mamy” spalle,
è là si, Re fornire, Lui

 

 






 

 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Una voce femminile pare allertarmi dicendo che ci sono cari in arrivo per i loro parenti dall'aldilà e consigliandomi di drizzare le orecchie. Antonio inizia con un augurio: che il Re, grazie anche a queste comunicazioni che sono raccolte come una rivista, riesca a risvegliare un pò di coscienze. Mi dà poi un avvertimento: ultimamente mi dedico un pò troppo alla metafonia, ero troppo sotto l'influsso dei raggi che ci mandano da lassù, e rischio i nervi. Antonio ci dona una sua positiva constatazione: la terra, o globo, sta ormai mettendo una porta d'ingresso fissa verso l'aldilà grazie anche a fenomeni come la metafonia.Segue una riflessione che, in effetti dovremmo fare tutti noi: adesso noi siamo qui, sulla terra, ma poi siamo destinati a sparire da questa dimensione terrena con la morte fisica e quindi dovremmo riflettere e dare maggiore importanza a Colui che è davvero vivo, che è la Vita stessa e per sempre, cioè Dio, unico Principio immutabile ed eterno. "Mio sangue", dice poi rivolto a sua figlia, è così felice che i suoni che vuole dirle gli escono dal cuore, e la sua felicità si esprime nel fatto che egli, nell'Oltre, canta. Segno che sta bene, Antonio, è nella Luce. Se io metto in collegamento i due mondi allora lui, che si presenta col nomignolo Tony, può parlare. Il "nostro", ossia Antonio, che si raffigura su una barca, mezzo che spesso viene metaforicamente evocato come mezzo per scendere sul piano terreno, porta dei pacchi qua sulla terra, dei doni per sua figlia, doni dei quali ha anche un depliant perchè ne vorrebbe portare molti, e porta, appunto, dell'ambra da donare a sua figlia. L'ambra è simbolo di un dono prezioso e puro, trasparente e dorato, richiamo della Luce divina. Mi chiede poi di mostrare a sua figlia il fatto che lui, coi raggi, ossia con l'energia benefica che trasmette, si reca spesso la sera dai figli che sono sulla terra e chiede di star certi che è proprio lui, che ciò davvero accade e per questo bisogna ringraziare il Signore che glielo permette. Chiude poi con una considerazione: è il Re, il Signore che dà le "spalle", ossia la forza ed il coraggio, alle "mamy" della sua famiglia e dunque esse sappiano che l'aiuto del Cielo c'è, eccome, di qualunque problema si tratti.

COMMENTO

Molto chiaro è il concetto che i nostri cari possono ancora starci vicini, anche dopo la loro dipartita terrena e nelle parole di Antonio è chiaro che questo è anche un loro compito, compito che viene svolto con gioia ed amore. Probabilmente questa mia lettrice è già una donna di fede e Antonio non fa altro che confermarle che è nel giusto, raccomandandole di stare ancora più certa che ciò che più conta, in questa vita, è guardare a Dio attraverso l'amore di Cristo. L'ambra, il dono che Antonio porta a sua figlia, è un simbolo molto coerente di quella luce in cui egli ora vive, luce che è, al tempo stesso, amore e vita unite insieme in una stessa essenza.

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