Carlo, giovane fratello di Anna, è rimasto vittima di un tragico incidente in mare - Suor Imelda è la sorella di Vittorio, il quale vorrebbe sapere cosa lei vedesse di così meraviglioso nell'attimo della morte - 23/09/2012

Conosco, virtualmente, Anna da tempo, mi scrisse qualche anno fa per chiedermi un messaggio da sua nonna, messaggio che puntualmente arrivò per portarle conforto e la luce della fede. Non avrei certo immaginato che Anna mi avrebbe riscritto, purtroppo, per chiedermi, stavolta, un messaggio da suo fratello Carlo, annegato l'estate scorsa al mare per una tragica fatalità. Carlo era un uomo ancor giovane (non so quanti anni avesse, ma immagino non molti in più o in meno della giovane sorella), sposato, e ha logicamente lasciato un dolore incolmabile in quelli che lo hanno amato. Da lassù Carlo lancia una richiesta di aiuto, e forse per la sua mancanza di vera fede in vita, ora che la Verità gli si mostra in tutta la Sua magnificenza, sente di aver bisogno che si preghi per la sua anima che non ha avuto il tempo di comprendere del tutto, durante il suo percorso terreno, la realtà di Dio e del soprannaturale. Dopo Carlo viene a parlarci una dolcissima creatura che in vita era una suora, Imelda, chiesta da suo fratello. Egli, medico, si trovava al capezzale della sorella quando Imelda si è trovata in punto di morte e mi ha scritto di aver visto sul suo volto morente un'espressione raggiante, come se stesse vedendo qualcosa di straordinariamente bello e rassicurante; ecco, questo affettuoso fratello si chiede ancora cosa mai Imelda abbia veduto di così meraviglioso ormai già con gli occhi dello spirito, pochi attimi prima di morire, e vedrete che Imelda glielo dice, accontentando questa giusta richiesta del fratello e donando anche a tutti noi una meravigliosa rivelazione.

Si, lottate, gli innesti d’or fa leva e nascere!.......
CARLO

Rischio, beveva, lì salendo dormì!
Mio mondo, dì, moglie.
Abbiamo visto il mar dell’Aldilà,
il mare vidi là, di lì, nel mare va liscia!
è oro, eh, lì moglie, è così!
A strofe sono timido,
che va a dì e chiedi, in vetrina scesi.

(voce fuori campo: lui regge e mirà
Per shock in più, si lo tiro su!

Aiutatemi da lì: giù merda….
Cuore è Dio e là buste...
Oro è mannà mezzi, il male c’ha,
un bel “Cristo” era lì sbaglio……
vista fu merda eliminà lì d’Oltre:
là che c’è di meglio?
Una volta venite a chiamare….di là, eh, giù!

 


SUOR IMELDA

Si sempre è tornà,
ce l’hai da fa là: qua fatti analizzi!
Fra giusti là Erasmo fa lì vaccini:
va turpe annidare!

Apri! Si, lottate, gli innesti d’or fa leva e nascere!
Tornavo, là dilemma sull’idea qui?
Ha dischi, lì sai, v’apre!
Severe sfide c'ha i nati,
lo sai, qua è del rumor!
Qui lapidi dì,
qua si venne esperti lì, nei blog.
Ti cercai, dai, vale annà giù lì!
Qui do oro: qui ascì c’è finale…
Si, per dì le statue è dei disastri lì!
Ah, caro, là quanti santi giù vide!
Disciplina buttà è perdonà,
e mille ha di più!

 

 





SPIEGAZIONE DEL TESTO

Carlo dice che lui ha rischiato quel giorno al mare (forse sapeva di rischiare?) e che poi ha iniziato a bere acqua. Poi, mentre la sua anima ha iniziato a sollevarsi dal corpo, era come se dormisse, non ha compreso subito cosa fosse successo, è morto dunque senza angoscia, con serenità quando ha smesso di bere. Vuole che io dica a sua moglie che lei era tutto il suo mondo. Lui, dal mare terreno, si è come ritrovato nel mare dell'Aldilà. Ora, qui sulla terra rivede il mare (io abito vicina al mare) e vede che io vado con facilità (liscia) nel mare simbolico di queste onde che ci permettono di comunicare, e Carlo dice che questo è "oro", ossia la possibilità che loro hanno di parlarci. Carlo dice che con queste "strofe" è un pò timido, non se la cava tanto bene (ma ha sempre l'aiuto di S.Erasmo), e siccome sua sorella è venuta a chiedere un messaggio da lui, lui è sceso nella "vetrina" che il cielo ci concede per permetterci di scrutare un pò il mondo futuro. Si sente ora una voce fuori campo, una voce femminile, immagino sia una guida che ha il compito di aiutare Carlo a compiere il suo cammino lassù; la voce dice che lo regge e "mira" a lui in modo particolare per lo shock che lui ha subito morendo in quel modo, e assicura che lo tira su, sia in senso figurato, dandogli coraggio, che reale, aiutandolo ad elevarsi piano piano. Carlo chiede aiuto ai suoi cari, e sapete bene che l'aiuto che noi possiamo dare ai nostri cari trapassati è sempre quello: preghiere e messe. L'aiuto Carlo lo vuole perchè dice, col solito termine colorito che usano per indicare qualcosa di particolarmente brutto, sulla terra non ha sempre avuto i comportamenti più corretti dal punto di vista spirituale, dice che Dio è cuore, amore ed è per questo che ci fa avere queste "buste", questi messaggi. E' oro che ci mandino questi "mezzi" che ci aiutano a percepire l'Aldilà, anche perchè sulla terra abbiamo il male e loro ci aiutano a trovare sempre la via più giusta coi loro insegnamenti. Anche bestemmiare (un bel "Cristo"), dice Carlo, è un grande sbaglio che si commette spesso sulla terra, ed anche eliminare la vista, la prospettiva di un Aldilà dalla propria vita fu per lui qualcosa di veramente disgustoso e sbagliato, in fondo, chiede, cosa c'è di meglio che non vivere con la prospettiva della vita eterna e della fede? Chiude chiedendo alle sue donne di provare a registrare qualche volta, a chiamarlo da quaggiù.
Suor Imelda conferma che è vero, loro tornano sempre per darci un messaggio quando è permesso loro, poi scherzando un pò dice al fratello che ora ne ha da fare, ha tanti fatti concreti da analizzare in questo sito e così comprendere meglio questo fenomeno e le verità che ci conferma. Sant'Erasmo, dice con un'immagine "medica" (il fratello di suor Imelda è appunto un medico), fra i giusti del Paradiso, ci prepara "vaccini" contro il "turpe" (il demonio) coi suoi insegnamenti e le sue registrazioni. Con una magnifica frase suor Imelda ci invita a lottare per far conoscere questi doni celesti e per far si che gli "innesti" d'oro (le verità che ci dona il santo) sulla pianta della nostra vita possano fare leva e nascere, fiorire. Torna davvero suor Imelda a parlarci, e chiede con ironia se c'è forse qualche dubbio circa l'idea che i "morti" possano davvero tornare per parlarci. Il Signore ha davvero in serbo per noi i suoi "dischi", queste registrazioni, e ci apre le Sue porte con questo mezzo. I nati, cioè noi sulla terra, abbiamo davanti severe sfide, lassù ci sono "rumori", "voci" in proposito. In queste registrazioni parlano proprio le "lapidi" (è una figura retorica per dirci che parlano i morti), e loro vengono come "esperti" insegnanti di verità in questi "blog" (notate che parola moderna usa!) per diffondere questo grande dono. Suor Imelda dice a suo fratello che lei lo cercò, desiderava parlargli, ha probabilmente fatto in modo che Vittorio chiedesse un contatto con lei, e ciò anche perchè per loro è cosa di gran valore per la propria anima venire giù a portarci la loro testimonianza. Ora, dice Imelda, darà un'informazione d'oro, nel finale del suo messaggio deve uscire (usa il termine dialettale "ascì", ovvero "uscire") ancor di più, ovvero ciò che Vittorio teneva a sapere: le statue con cui ci raffiguriamo Gesù, la Madonna e i Santi sulla terra sono veri e propri disastri, non rendono minimamente la meraviglia delle loro reali Entità, e dicendo ciò Imelda ci fa capire che nel momento della sua morte lei stava vedendo appunto Loro, nella loro fulgida ed inimmaginabile bellezza. Caro, dice a Vittorio, quanti santi vidi mentre ero ancora laggiù negli ultimi istanti! Immaginiamo soltanto lo stupore che un essere umano possa provare in quell'attimo in cui il cielo si apre dinanzi alla sua anima, specie se quell'anima ha pregato quelle Entità per una vita intera sognando il momento in cui si sarebbe trovata al Loro cospetto. Chiude con un insegnamento valido, si, per Vittorio, ma certo per tutti noi. bisogna buttare la sterile rigidità, la severità troppo accentuata e perdonare, sempre, se si riesce in questo semplice esercizio allora il Signore avrà come premio per noi qualcosa di mille volte più grande del nostro sacrificio, quello fatto nel dominare il proprio orgoglio.

COMMENTO

Quando qualcuno mi scrive chiedendomi di rivolgere ai propri cari domande specifiche sulla loro vita privata, tipo consigli sul fidanzato di turno, sul lavoro, sulla salute, rispondo sempre con estrema chiarezza che sarebbe perfettamente inutile rivolgere ai propri defunti tali domande, e ciò perchè non è a loro concesso intervenire nelle vite di noi che siamo ancora su questa terra, i problemi quotidiani, insomma, esulano dal loro orizzonte che è ben più ampio del nostro e mira a farci comprendere che dobbiamo preoccuparci della vita eterna molto più di quella terrena che è destinata a finire, con le sue gioie e coi suoi dolori. Lassù la nostra vita non finirà più, invece, ed è quella la vera vita, quella che inizieremo dal livello che ci siamo guadagnati con la vita che abbiamo condotto sulla terra. Per cui, gli insegnamenti che ci portano dal cielo non saranno mai mirati a soddisfare sterili curiosità, ma a stimolarci affinchè allarghiamo la nostra visuale delle cose. Nel caso di Vittorio, invece, la richiesta di sapere cosa vedesse sua sorella nel momento della morte contiene la possibilità, per il cielo, di donarci un'altra verità che ci è utile e ci aiuta a capire che, nel momento della nostra morte, il modo in cui abbiamo vissuto ha molta importanza per determinare il modo in cui faremo ingresso nell'altro mondo. I santi che suor Imelda dice di aver visto, Gesù e forse anche la Sua Mamma, hanno la bellezza che hanno acquisito nella luce del loro Paradiso, una bellezza che è nata fra i rovi spinosi di questo mondo ma che poi ha saputo mantenersi intatta ed elevarsi fino a raggiungere quella Bellezza più alta che noi cerchiamo affannosamente per tutta la vita e che è la sola capace di dare il senso definitivo a tutta la nostra esistenza risolvendo, a un tratto, tutti i misteri che la affliggono. E grazie a Dio che ci concede di sapere che tutto ciò è più reale della nostra realtà quotidiana.

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