Si presentano parenti trapassati che mi sono stati richiesti: un nonno, Giuseppe, un papà, Donato, e una nonna, Teresiana – 28 agosto 2010

Sant'Erasmo fa felici sempre più persone che richiedono contatti coi loro cari lassù. Stavolta è il turno di un nonno, Giuseppe, che mi è stato richiesto dal nipote che ne porta lo stesso nome, dalla Sicilia. Giuseppe mi ha scritto perchè è addolorato per il comportamento di suo padre che, non credendo nell'Aldilà nè in Dio, continua a bestemmiare, e lui, che invece è molto credente, ne soffre moltissimo. Ha chiesto a suo nonno di dire qualcosa per suo padre, per tentare di farlo ricredere, e il nonno, come vedrete, lo ha accontentato. E' venuto poi il papà di Antonio, un altro affezionato lettore che aveva tanto sperato in un messaggio del suo caro papà, ed anche per lui questo padre ha parole davvero belle e piene ancora di amore e di ammirazione per suo figlio; un messaggio in cui possiamo cogliere ancora l'amore profondo che legava (e lega ancora) questo padre al figlio. Infine, dopo tanta attesa (mia madre è stata graziata particolarmente in queste ultime registrazioni, forse perchè prega instancabilmente Sant'Erasmo tutti i giorni), l'altra sua nonna che mia madre desiderava sentire da tempo, Teresiana. So già che mia madre piangerà a sentire le dolci parole che le dice questa nonna la cui vita terrena non è stata per nulla facile, in tempo di guerra e con la povertà e la fame da fronteggiare per crescere i suoi figli. Gli aggettivi per definire la bellezza di queste registrazioni li ho esauriti, dategliene uno voi.

Morti giù ti dice: a vita giungi là!...

GIUSEPPE

Fuiti li pisci, sai che non mi rincresce?
Da là navi, si, puntan:
celebran la Luce!

Sanno operà, sa l’Oltre fa!
Quando puzzan le giacche,
si, vomiti,
e speriamo che le figlie che stira
(le donai), là, sì, che stira!
Ah, le dò mire là, figlia!
Diffidi l’Oltre e fai le storie,
dà mir(e), Peppì saluta!


DONATO

E vai, dì  persone: lì noi registra!
Uscirà nonna, è dietro me.
Conoscerà più persone, ride le altre lì,
e assieme fissando più là.
E su là è Rai, diretto entro canali pè figlio!
E dirige sano martire
e Piero c’è sostegno,
voce hai, di lì impari.
E certo quel tigre c’è là e viene,
di fare è più in grado:
batti dei disturbi il verme giù!
Dirvi che è mia posta:
non ho finte terapie qui,
prove sfonda, è lui serio,
s’imbarazza papi: va a giudicà!
Il sito giusto e salti qui!
E in arte ora a Francy:
lo raggiungi, si, presto e troverai,
digli gusti gli entran lì di noi:
pè biscotti le pere raccogli!


TERESIANA

E raggi venì là, e lì, su là,
in Ida l’ero in mezzi!

Qui sto, sei giù ma più fai de noi,
giardin vedrai!

Più spine ci togli e ci dà, inoltre, carità!
Ah lì, studia lì, e dare assieme, ah, lì.
E a noi, pè snellì là, Ida firmi là!
Pesci no affondare in mar,
core a te ti misi.
Di là ama, mi pesca,
oh, faro bello c’ha!

Morti giù ti dice: a vita giungi là!
Di là andrò e di là tenere:
zia T. è più “nua”, ah!

Forti, Ida, nasceste!
Chiurimm…ci desti figlia,
se tu mesci noi sa arrivà!

Ah, si villa andrò lì,
E’ n’ombra, specchio l’ha qui!

 







 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Credo che questo nonno inizi la sua comunicazione con un'espressione in dialetto siciliano perchè , appunto, lui era siciliano, e dice che, anche se gli sono scappati i pesci a lui non dispiace adesso (è una metafora marinara perchè questo nonno in vita faceva il marinaio e notate come in sottofondo si senta lo sciabordio dell'acqua). Dice che è vero, che dall'aldilà puntano verso la terra delle navi (usano sempre la metafora della nave per indicare il mezzo col quale scendono verso il piano terreno) che vengono a celebrare la grandezza della Luce, di Dio (Diò è Luce). Afferma che dall'Oltre ci sanno fare per registrare, sono bravi e riescono nel contatto. Inizia qui una metafora molto bella e complessa per richiamare il figlio che, come mi è stato scritto da suo nipote, bestemmia ed è fermamente non credente: dice che quando si ha la giacca sporca, ovvero l'anima sporca, è allora che si "vomita", ovvero si bestemmia, e il nonno Giuseppe si augura che le sue figlie (che egli considera un suo dono alla famiglia), le quali hanno sempre pensato, invece, a tenere pulita ed in ordine quest'anima con il loro esempio e la loro rettitudine, continuino a farlo, che riescano a ripuilire davvero quell'anima. Il nonno dice che ci sta dando delle giuste mire, dei giusti obiettivi con queste parole. Rivolgendosi al figlio gli dice che lui sa che egli diffida dell'oltre, ovvero non crede nell'aldilà e che fa tante storie in proposito. Poi, ricordandogli i giusti obiettivi di una vita di fede, saluta i suoi parenti (facendo anche il diminutivo del suo nome: Peppì).
Donato, il papà che mi è stato richiesto da suo figlio, mi esorta subito a dire alle persone che loro, i cosiddetti "morti", sono capaci di registrare e quindi comunicare con noi. Mi avverte che subito dopo di lui verrà una nonna: infatti parlerà la nonna di mia mamma, Teresiana. Mi predice che conoscerò più persone dall'aldilà, nel senso che ne verranno tante altre a parlare mano a mano, e che loro, tutti insieme, guardano avanti, agli scopi ultimi di queste registrazioni. Dice, con una certa ironia, che lassù c'è una stazione televisiva, la "Rai" dell'aldilà che ci permette queste comunicazioni e che lui, diretto, entra nei suoi canali di comunicazione per suo figlio che lo ha richiesto. A dirigere queste "trasmissioni" c'è Sant'Erasmo che lui chiama "sano martire", e Piero, mio marito, che fa da aiutante, da sostegno. E con le voci che riceviamo possiamo imparare molto su questa realtà trascendente e su come comportarci sulla terra. Certo, dice Donato, non bisogna dimenticare che il diavolo ("il tigre") c'è, esiste, e che oggi poi è ancora più in grado di poter agire indisturbato su questa terra (ha più mezzi attraverso i quali operare), ma noi dobbiamo essere in grado di combattere tutti i disturbi che ci può dare grazie alla fede. Per dare prova che è lui dice alla sua famiglia che lassù, adesso, non ha terapie palliative (probabilmente Donato negli ultimi tempi della sua vita ne ha avute di cure inutili), che le sue sono dunque terapie vere ed efficaci per la sua anima e dice che questa prova lo convincerà perchè suo figlio è una persona seria. E mentre lo dice, facendo un complimento a suo figlio, appare imbarazzato perchè sa che non è proprio "corretto" giudicare ed elogiare i propri figli (si legge molto affetto in questo padre e molto orgoglio per suo figlio). Questo è il sito giusto, dice questo papà, e dunque invita il figlio a "saltarci" dentro quando può. Poi, con parole artistiche, in poesia, si rivolge a me invitandomi a raggiungere suo figlio (via mail) e dicendomi che egli mi risponderà presto (infatti è vero, lo ha fatto) e che devo rammentare a lui i gusti che il papà aveva su questa terra (non so se sempre o se negli ultimi suoi tempi): dice che gli piaceva mangiare le pere con i biscotti e così saluta.
Ecco dunque la nonna che viene espressamente a rivolgersi a mia mamma. Ella dice infatti che la ha raggiunta un raggio (quello energetico che permette queste comunicazioni) lassù, dove ella si trova (dà un indicazione anche sul suo stato, si trova "in alto", dunque sta bene) e che ora, per Ida (è il nome di mia mamma) ella sta nel "mezzo", ossia nel regsitratore. E' chiaro che lei sta in Cielo e mia mamma, pur stando quaggiù, fa tanto per loro lassù con le sue preghiere, e dunque le predice che un giorno vedrà un bel giardino che lassù hanno preparato in suo onore. Con le sue preghiere mia mamma toglie loro tante spine e inoltre dona a loro tanta carità: la invita a studiare ancor di più questa realtà e a dare alle persone informazioni sull'aldilà insieme a me. La invita a metterci la firma sulla possibilità di snellire le loro pene con le preghiere, perchè poi un giorno verrà ripagata lassù. Ma lei sa che mia mamma ha una forte fede e non c'è bisogno di ricordarglielo, i pesci, infatti dice, non affondano nel mare tempestoso della vita come le persone di fede non affondano nel peccato, e lei dice questo col cuore a mia madre, con amore. Siccome mia mamma l'ha cercata con amore è riuscita a "pescarla" nell'aldilà anche perchè guidata dal bellissimo faro della fede che la guida. Sono proprio quelli che noi chiamiamo "morti" che ci vengono a dire che alla vera vita si giunge solo andando di là. Dà poi un'informazione su una sorella di mia madre e le dice che ella è la più "nua" utilizzando un termine dialettale veneziano che significa "nuda", nel senso probabile di "indifesa", per la sua situazione familiare. Con gioia ricorda a mia madre che tutti loro (lei ed i suoi cinque tra fratelli e sorelle) nacquero forti. Poi, con un termine in dialetto napoletano dice che "chiudiamo", perchè sta per terminare la comunicazione e commenta il fatto che mia mamma dette a loro lassù sua figlia (me) per il semplice aftto di avermi messa al mondo, e se lei mesce questa bevanda preziosa che ci giunge da lassù a dissetarci, sapranno loro poi come arrivare sempre nei cuori delle persone incredule che tanto fanno soffrire mia madre. Saluta dicendo che andrà in una bella villa (indica un luogo bello dove sta) e ricordando che, essendo un'anima, "un'ombra" come dicono loro, ha uno specchio per leggere nei segreti della nostra realtà e dei nostri cuori.

COMMENTO

Bestemmiare è come vomitare per nonno Giuseppe: la bestemmia, in definitiva, fa star male solo chi la proferisce producendo ancor più nausea per la vita e sporcando sempre più la "giacca", ovvero l'anima. Il richiamo di questo padre verso il figlio è forte, e le sue speranze sono affidate a queste donne che possono aiutarlo a "rinsavire", donne capaci di rimettere a nuovo la sua "giacca sporca" con il loro esempio ed il loro richiamo. Ho paura che, se proprio quest'uomo non ha un minimo di apertura e disponibilità nel suo cuore, nemmeno questo messaggio del padre potrà smuoverlo, anche se mi auguro con tutto il cuore che sortisca l'effetto sperato da suo nipote Giuseppe.
E' bello il tono allegro ed ironico di Donato, felice di poter consegnare questo messaggio a suo figlio: si sente l'entusiasmo che spesso loro lassù hanno quando sanno di poter avere la rara possibilità di comunicare con un proprio caro sulla terra. Ecco, vorrei sottolineare proprio questo: per loro poterci dire che sono vivi, poterci in qualche modo indirizzare al bene avvisandoci che risponderemo della nostra vita lassù, è considerato un raro privilegio, qualcosa che Dio permette di rado, e per questo mostrano tanta felicità. A volte, devo dire, mostrano più felicità loro lassù di quanta non ne mostrino i loro cari quaggiù che, spesso, in cuor loro restano scettici ed increduli, pretendendo sempre più "prove" e segni.. Cos'altro devono fare lassù? Non so proprio. Commovente e ricco di significati ed insegnamenti è poi il messaggio della nonna Teresiana a mia mamma, segno di un affetto profondo che sfida il tempo trascorso dalla sua dipartita terrena e ci indica come davvero l'amore, quando è forte e profondo, sia l'unico faro capace di "pescare" i nostri cari nell'aldilà perfino dopo la morte.

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