“Un'anima che ribolle ”, Filippo, mi prende in giro e irridendomi e spingendomi a comportarmi male, ma Sant'Erasmo mi esorta a non averne paura, poi introduce un'altra anima persa che in vita sniffava, mirava a far carriera in tv e lascia intendere di aver commesso un orrendo crimine - 6/02/09

Se desideriamo conoscere un po' di più di questo grande mistero che chiamiamo "aldilà", se ci interessa capire quali sentimenti conserva la nostra coscienza una volta passata nell'altra dimensione, se davvero vogliamo capire quanto può essere stupido e poco fantasioso il male dell'animo umano, allora questa registrazione possiamo considerarla un vero e proprio regalo. Premetto che, appena ho compreso la brutta disposizione d'animo dell'entità che per prima si è presentata parlare, ho avuto molto timore e ho provato la tentazione di chiudere tutto e bruciare la cassetta, ma qualcosa mi ha spinta ad andare avanti, forse il fatto che, comunque, questa entità non ha usato il linguaggio volgare che ho notato in altre registrazioni provenienti, in maniera ingannevole, da livelli abbietti. Credo di aver fatto bene, poiché Sant'Erasmo, subito dopo, viene a confortarmi col suo solito umorismo che oramai ben ci ha fatto conoscere, assicurandomi la sua vicinanza e la mia..... incolumità. Filippo, questo il nome della prima entità, si mostra irridente, invidioso, maligno, eppure non può fare a meno di inviarci una esortazione positiva a non commettere malefatte e ciò perché è Dio stesso che gli permette di venire a parlare proprio per mostrarsi a noi come esempio di cattiva condotta: mi dice addirittura che se ho conosciuto il mio bel maestro, ovvero Sant'Erasmo, ciò è dovuto a Colui che è "forza", ovvero la cui volontà va oltre ogni nostra immaginazione e desiderio. Mi sfida quest'anima "prava", mi predice che mollerò tutto perché forse troppo faticoso, ben sapendo che invece la mia volontà è salda e chi chiedo continuamente al Signore di rinforzarla nella sua. Rebecca, la seconda entità, ci lascia una patina di amaro in bocca: sentendola parlare ci immaginiamo una bella ragazza, plasmata nei valori e nei desideri dal mondo finto e sberluccicante della televisione, proprio come tante ragazzine di oggi, instupidita dal mondo illusorio degli abiti e degli accessori firmati al quale si prostra come dinanzi all'eldorado irraggiungibile della realizzazione del sè, dell'accettazione sociale, del prestigio inattaccabile. Illusioni vane e fuggevoli, invece, che hanno reso Rebecca, così come tante ragazze di oggi, prede dei giochi di prestigio di un mondo finto ed ingannevole, deludente, vuoto, che lascia i nostri giovani senza una guida certa, in balìa di se stessi e di questi falsi maestri ai quali sarebbe ora di chiudere la bocca per sempre, magari per legge, perchè no? Rebecca ci mostra la faccia di tanti ragazzi che di certo conosciamo anche noi, ragazzi bisognosi di aiuto, che si indichi loro un'altra via, ma non sbandierando i valori altrettanto illusori di una vaneggiante ed insignificante "realizzazione del sè", bensì quelli del sacrificio e della condivisione, della comprensione e dell'aiuto. Dobbiamo dire loro che la nostra vita ha un senso profondo, molto più profondo di quello che appare alla vista di questo mondo, che la loro anima è immortale ed è un dono divino ed ineffabile, che Dio stesso si aspetta che loro gli rispondano intonando le note che Lui stesso gli ha donato: devono solo accordarle e per fare ciò hanno bisogno dei "bei maestri" di cui anche Filippo, un'anima persa, ci parla con malcelata ammirazione. Non ci sono altre strade per avvicinarci a Lui che non quella di realizzare la nostra stessa vita secondo il disegno dell' Amore, e spesso siamo proprio noi adulti a dimenticarcene più spesso, rendendoci colpevoli di lasciare i nostri figli senza la guida più preziosa: la parola del Re, la parola di Gesù Cristo.

Morire va lindo!.......

FILIPPO

E piena sarete più
ma chi ribolle sa

se più in gamba era per Re,
sorda sei
, ti portano in lode
e grande era il vetro
che, è vero, ebbi dubbio.

Ma è chi forza, perciò conosci
un bel maestro,
a Venezia c’è un’entrata.

Malefatte le conosci là:
a sera più ingozza, si gode
e ci mosse mai la fiducia.

Mollerai, ci rimetti ad acquistà gruppi,
le dà a breve uscire e usciremo.
Se terrai invece del quattrino, investi.
I morti arde e mille ci costa,
c’è qui scala, Filippo sparisce!


SANT'ERASMO

Mai che ci ha messi
a rischio delle ossa, piccola!

Beh, hai remi e belle gambe, puoi uscì!
Morire va lindo!
Ah, zozzi e averna mò dà l’onda,
a udire sto qua a ammanire.


REBECCA

Salivano i pesci mò,
li odi?

Tu vuoi già dei protocolli lì,
Piove: più là ne sai,
più io conoscevo de sniffà,
“C’è uno fa rendere tv,
padre, e vai ai Neri!”

Può show danni, poi farà per…
Cuor va Iddio.
Quest’hai, minore, se nasci.
Si ombre può ciò:
chimerare per soldi ha
e voglie entra.
Poi studiar và, elevi,
e sò suoni sciocchi:
però anni leggerai ma nascevi.

Sfogli, in verità,
su Rebecca alle spalle lì.

Di Emily piede gettai, beh?
Togli il mio dove gettai, va!

Però un cuor c’ho di lì,
e brutti c ’ha noi!







SPIEGAZIONE DEL TESTO

Questa entità, che solo alla fine ci rivelerà di chiamarsi Filippo, profetizza subito che avrò sempre più lettori e contatti, però, tanto per darmi subito un'idea dei suoi sentimenti, fa presente che lui (che sta ribollendo, è, cioè, un'anima dannata) sa che sarebbe stato più in gamba di me nel servire il Re in questo servizio; mi prende in giro dicendomi che sono sorda, che non comprendo bene, cioè, i messaggi anche se di là mi "portano in lode". Dice che il "vetro" che mi è stato messo a disposizione per scrutare l'aldilà (spesso nei messaggi si fa riferimento a questo vetro) è talmente grande, ovvero mi dà possibilità di poter vedere molto di questo mondo, che alla fine egli stesso ha avuto dei dubbi che tutto questo fosse permesso. Mi fa coraggio, non è vero? Poi è costretto a fare una bella affermazione dicendo che, grazie a chi ha la forza ed il potere di farlo, ovvero grazie all'Altissimo, ho potuto conoscere il mio bel maestro (Sant' Erasmo), ed è stato possibile che a Venezia, dove vivo, sia stata posta un'entrata verso l'altro mondo attraverso le registrazioni. Cerca di coinvolgermi nei suoi peccati dicendomi provocatoriamente che li conosco anch'io, dice che era solito mangiare troppo la sera e godere dei piaceri carnali senza mai rivolgere la sua fiducia verso una realtà trascendente. Poi torna all'attacco provocandomi, dicendo che alla fine mollerò tutto questo perché, dedicandomi a gruppi interessati all'argomento, ci rimetterò e basta (ovviamente si sbaglia), dice che ne avrò ancora per poco, ragion per cui mi converrebbe, a suo modo di vedere, cercare di guadagnare dei soldi da tutto questo per investirli (bel consiglio, eh?). Ci saluta, per modo di dire, ricordandoci che di là, coloro che hanno sciupato la propria esistenza nel peccato, ardono nelle fiamme e questo è un caro prezzo da pagare, lui dice "mille ci costa". Mi fa presente di aver trovato improvvisamente una scala attraverso la quale lui, Filippo, sparisce. Prende la parola la mia cara guida che, avendo presenti i miei forti timori iniziali, mi fa presente che il Signore non ha mai messo a rischio delle ossa né me né lui, per cui devo avere fiducia, e poi, egli dice, ho sia i remi che un paio di gambe, per cui se proprio non me la sento posso sempre uscire dalla registrazione. Ci esorta a giungere al momento della nostra morte con l'anima pulita per non ridurci come questo Filippo, poi li mi annuncia che in onda ci sarà ancora l'averno con le sue anime "zozze", ma mi rassicura dicendomi che egli resterà in ascolto mentre si dedica a preparare qualcosa.
Questa entità, di nome Rebecca, si presenta facendomi presente che lì dove si trova lei stanno risalendo dei pesci e ciò per preannunciarmi che, così come già mi aveva detto Mauro nella registrazione precedente, là piove sempre. Sa che io desidererei dei protocolli precisi (che non sono possibili, evidentemente) nelle registrazioni, poi ci informa subito che, quando era qui sulla terra, era solita sniffare cocaina. La frase seguente ci fa comprendere come, per il suo desiderio di andare in tv, ella è stata capace anche di abbandonare suo padre, evidentemente anziano, invitandolo ad andarsene in ospizio (credo che "ai Neri" sia un modo di dire per indicare l'ospizio fondato da San Filippo Neri). Ci avverte, in un afflato di generosità, che il mondo degli show, dello spettacolo, può fare molti danni ad un cuore che, alla fine, deve tornare a Dio e che, purtroppo, i bambini che nascono oggi questo si troveranno davanti come sistema di valori. Pare di comprendere che le "ombre", ovvero le anime che si trovano nel suo livello, ancora "chimerano", ovvero desiderano i soldi ed hanno ancora "voglie" terrene. Rammenta che la invitavano a studiare per elevarsi e lei pensa che siano stati discorsi sciocchi quando le dicevano che avrebbe letto anni, si, ma che sarebbe come nata a nuova vita grazie alla cultura. Alla fine si presenta dicendomi che, quasi come ella fosse un libro, ho sfogliato all'indietro la vita di Rebecca. Poi, lasciandoci scioccati, ci fulmina con la confessione di aver gettato via il piede di una certa Emily, evidentemente rendendosi complice in qualche delitto, ma ci dice che, metaforicamente, anche il suo è restato lì, dove ha gettato il piede di Emily, forse come una forma di pena da scontare, quasi volesse dirci che lei è ancora ancorata lì dove si trova il piede di Emily. Ci lascia informandoci che ha ancora un cuore qui sulla terra, forse perchè ha lasciato qualcuno che le era caro, ma che loro, lei e coloro che condividono il suo stesso livello, sono in possesso dei "brutti", credo voglia riferirsi a demoni.

COMMENTO

Quando il Signore permette a queste anime "nere" di venire a farci visita, lo fa con lo scopo di farci toccare con mano tutto il senso di fallimento che esse emanano, la tristezza (di cui sono portatori) di aver mancato una meta, di essersi smarriti nella turba assordante di questo mondo che, spesso, cela, sotto il battage dei bisogni che ci vengono indotti e dei falsi valori dell'onnipotenza terrena, la verità che è semplice ed ardua allo stesso tempo. A questa verità si può (e si deve) giungere con la ragione mossa, però, dalla parte emotiva e sentimentale che alberga, contemporaneamente, sia nel nostro profondo che nella nostra aspirazione all' "alto", a sfondare la paratia che impedisce di vedere e sapere cosa c'è "al di là". Essi non riescono, del tutto, a tenere un comportamento corretto così come è stato, evidentemente, loro imposto, e si abbandonano, a sprazzi, a quelle stesse maniere cui, evidentemente, erano adusi in vita: sono sprezzanti, sfiduciati, scettici sulle capacità e sulle verità degli altri, superbi nella loro sicumera e nello squallore di una ripetizione insensata degli stessi gesti che colmano la loro vita, ossia quei peccati che Filippo stesso ci elenca in una serie di eventi che a noi paiono quasi normali, svuotati del loro senso di "peccati", abituati come siamo a compierli senza nemmeno più pensarci. Non vi sembra di riconoscere, nello sprezzo di Filippo, tanti sapientoni che pontificano su questi fenomeni (come la metafonia) storcendo il naso senza nemmeno volerli prendere in considerazione, in nome di quel sacro positivismo che ha ristretto il loro campo visivo ai pochi metri cui può giungere il loro occhio ed il loro braccio? Non riconoscete nessuno di quelli che, nel vostro entourage, alza le spalle quando cercate di informarlo su tutta questa meraviglia che ci è data indegnamente in dono? Morti che comunicano attraverso un registratore? Figuriamoci, sarebbe una finestra talmente vasta sull'ignoto che è sicuramente una bufala, non dobbiamo starci nemmeno a discutere un attimo: così vi risponderanno, e ce lo ha preannunciato Filippo, un'anima dannata anche dalla sua mancanza di fiducia nell'esistenza dell'aldilà e di una realtà altra, trascendente, che un giorno apparterrà anche a noi e che può dare un senso totalmente diverso alla vita di ognuno di noi come null'altro in questo mondo.

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