Un altro mio zio viene in visita: fa le sue raccomandazioni a noi tutti e ai suoi figli, poi di là, egli dice, ora è più vivo!

Purtroppo tra il 2007 ed il 2008 abbiamo vissuto molti lutti in famiglia e ne ho già parlato diffusamente: tra questi lutti c'è da annoverare anche la perdita di un mio zio acquisito, marito di una sorella di mamma, anche lui morto a 67 anni per una grave malattia nel gennaio del 2007. Dico la verità: ho aspettato molto che lui venisse a parlarmi, anche per poter dare sue notizie ai miei cugini e a mia zia, ma ciò non è successo fino al 4 novembre del 2008, data a cui risale questa registrazione. E' una comunicazione ricca, per me, di molte informazioni, da parte sia di Sant'Erasmo che dello stesso mio zio e, in più, alla fine ricevo anche un saluto da Piero. Sono dettagli che, come vedrete, ci permettono a poco a poco di comporre un quadro che ci consenta poi di avere un'idea sempre un pò più precisa di com'è veramente il mondo dell'aldilà. "Loro" spesso hanno avvertito che non possono sfatare completamente il mistero che deve avvolgere la loro dimensione, però qualche piccolo spiraglio ogni tanto lo aprono, e lo fanno con piccole indicazioni, piccoli dettagli che, però, per noi sono di somma importanza. Ma, del resto, io penso che la verità più importante ce l'hanno già data: quella, cioè, che noi tutti sopravviviamo alla morte fisica, che esiste davvero l'aldilà, tutto il resto, di fronte a tale rivelazione, passa in secondo piano: in fondo prima o poi vedremo noi stessi com'è fatto quel mondo ed il fatto di non poter avere molti dettagli non lo considero nè frustrante, nè deludente. Per me è già moltissimo quanto viene da loro concesso, non credete? Voglio fare una piccola puntualizzazione per permettervi di meglio comprendere alcune cose che Sant'Erasmo mi dice: avevo già notato che, riascoltando alcuni nastri già a suo tempo decifrati, al posto della comunicazione che già avevo decodificato, trovavo dialoghi completamente differenti, e allora, sconfortata e arrabbiata con me stessa, credendo di aver sbagliato tutto, ho buttato i testi precedentemente tratti pensando che fossero errati; Il Santo, vedendo che avevo buttato via molti testi (peraltro irrecuperabili, ahimè), mi avverte di una cosa sbalorditiva, che mai avrei immaginato: loro, mi dice, per poter sfruttare ogni possibilità di contatto, ritirano ad un certo punto i colloqui precedentemente caricati per sostituirli con altri differenti, sempre sfruttando, però la medesima base. E' davvero incredibile! Già mi pareva che facessero miracoli nella composizione delle sillabe messe loro a disposizione per creare dialoghi e messaggi, ma che ne possano creare quante ne vogliono, a loro piacimento, aumenta senz'altro stupore e meraviglia, e rende ancor più miracoloso questo fenomeno! Nel testo mi viene data una notizia che troverete sostituita da trattini: la sostituzione è voluta perchè si tratta di un argomento molto delicato e preferisco, per ora, tenere per me la notizia. Se il Santo vorrà che io la diffonda lo farò in un secondo momento.

Chi va di lì fu lasciati ozi... più or vivo!

SANT'ERASMO

Pronti, darò,
qui te mò piangi,

diretta arrivavi a passà,
andrò, di già durava.
Ho sentito buttare vostre riviste,
ti tirò, quella sappia le norme:

smorzati colloqui caricati
su tu nastri in traccia si retira.
Piero bene, sa che scrivi
e riusciva là progetti,

tu lo vedrai girà, chiede già quand’entri.
E sta qui chiudendo buchi
lo struzzo qui insegue un oscar,
non solo, ma addà cagnà un costume.

Signai e chiesi questa notizia:
andranno a sparì gli --------,
attenti!
Ma c’ha visti, vieni in classe
zio Gino tu hai.


ZIO GINO

E pur c’onor chi de là,
sono sfide, poi si rimane solo.
E tu ne hai invaghiti,
di fiori lì li butta, tirano,
straordinà ho qui.

E a noi sta snellire,
sa zio, chi va di lì fu lasciati ozi,
più or vivo!

Sperar c’ho lì, beh, residente qui può!
Spia chi n’ha ciò:
feticci re starà qui morti,
l’ebbi squillo a dire, raccuntà,
sonai i fioli,
i più neri in cieche può sta qui, ehi!
Occhi fissi de ciò: non me le beccate!
Scorti il pupo: c’ha di lì de strafà.
E si, ero generoso, damme bere:
Piero è lì, se rimane sa lui


PIERO

E qui in onda a presto, a caso, sarò!

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Sant'Erasmo mi preannuncia che rimarrò molto commossa da questa registrazione, e infatti ho pianto per due motivi: primo perchè egli mi dà notizie di Piero che, a quanto pare, è informato sullo stato del progetto del sito e chiede sempre a lui quando "entro", ossia quando faccio una registrazione col nastro rovesciato. Qui poi la mia cara guida inserisce l'avvertimento che non devo buttare i vecchi testi, essi non erano errati, ma mi fa una rivelazione sconvolgente: i vecchi colloqui caricati vengono poi ritirati e sostituiti con altri, per cui i vecchi testi, che non ho più, erano validissimi. Il riferimento allo struzzo torna spesso nel linguaggio del Santo: qui si riferisce ad una persona a me vicina che, pare, dopo aver ascoltato le registrazioni, comincia piano piano a riavvicinarsi alla fede, anche se ancora con molti alti e bassi, ed è per questo che il Santo ci scherza su dicendo che questa persona "insegue un oscar" lassù, ossia vorrebbe avere un premio, però deve ancora cambiare (dice addà cagnà, in dialetto napoletano) il suo costume di dubitare sempre, anche di ciò che è evidente. Poi mi mette al corrente di una sconvolgente notizia, ne sono rimasta molto scossa, vorrei dimenticarla, ma non è possibile, posso solo stare a vedere e sperare che da ciò che potrebbe sembrare una tragedia possa, invece, nascere un mondo nuovo. Mi introduce poi mio zio invitandomi ad "andare in classe", infatti ogni registrazione è una lezione da imparare per tutti noi.
Mio zio esordisce rammentandoci che la nostra vita è una sfida, ma che poi, dopo si resta soli davanti a ciò che si è fatto, nel bene e nel male. Poi, rivolgendosi a me, mi dice che lassù mi vogliono bene, che mi buttano fiori (metaforicamente, egli intende i messaggi, che sono preziosi per noi come fiori profumati). Di là, egli dice, devono imparare a fare a meno delle cose superflue, a non sentire la mancanza dei beni materiali e degli ozi: infatti, lì, egli è addirittura più vivo di prima, e poi mi dà una notizia consolante, infatti, pare di comprendere che egli si trova in un luogo dove può ancora sperare di salire e godere della presenza divina, ossia in Purgatorio, dove le anime, dopo essersi purificate, diventano degne della vicinanza di Nostro Signore. Poi mi avverte di mettere in guardia coloro che inseguono quelli che chiama "feticci re", ossia idoli fasulli, materiali: essi saranno come morti di là, senza pienezza di coscienza, e mi dice che vuole avvertire i figlioli (fioli, me lo dice in veneziano), che "i più neri", ossia coloro che si rifiutano ostinatamente di vedere e riconoscere che i valori veri (ma la cosa si può intendere anche in altri modi) stanno nell'amore e nella compassione, finiranno, dopo la morte fisica, in carceri buie (cieche). Occhio, egli dice, cercate a tutti i costi di evitarle! Poi fa un piccolo richiamo a fare attenzione ad un suo nipote quasi adolescente, che cerchino di aiutarlo a moderarsi. Poi, mi dice, fa il generoso rinunciando ad un pò di tempo che gli è stato concesso e per questo mi dice che dovrò offrirgli da bere: infatti questo tempo egli lo concede a Piero che viene ad avvertirmi che egli sarà di nuovo in onda presto, però a caso, senza dirmi con precisione quando.

COMMENTO

I dialoghi, le comunicazioni diventano via via sempre più ricchi e "particolari", pur mantenendo, nei temi e nei toni, un valore che non esito a definire "universale". In questa registrazione il Santo mi fa sentire la sua vicinanza anche nel darmi un importantissimo dettaglio tecnico che pur mi aveva fatto ammattire: sembrava un rebus inestricabile per me il fatto che trovavo altri dialoghi al posto di quelli che avevo già decifrati, e allora egli ha voluto rassicurarmi affinchè dubbi enormi non sorgessero in me sulla validità del tutto e circa le mie capacità di comprensione dei dialoghi. Mio zio, certo, si presenta in una veste che potemmo definire "ufficiale", forse i suoi figli e sua moglie rimarranno un pò delusi di non sentirgli esprimere parole affettuose e a loro dedicate, ma devono consolarsi pensando che il valore del messaggio che egli consegna a loro e a noi va ben oltre. Intanto li rassicura che, là dove si trova, può ancora sperare di vedere Dio un giorno, egli è a purificarsi, ed è ben consapevole della necessità di farlo, non appare addolorato da ciò. Poi dice loro che, in questo cammino che sta facendo, egli è ancora più vivo di prima, ed è un grande dono per coloro che sono rimasti qui sulla terra, per i suoi parenti, si, ma per tutti: nel purificarsi, nell'intraprendere quel cammino verso Dio, avremo uno scopo talmente desiderato, talmente elevato, che ci sentiremo vivi più che mai, pronti a soffrire pur di raggiungerlo, e soffrire, oserei dire, con la grande consolazione che quella sofferenza la stiamo offrendo a Dio. L'invito a "snellire", ossia a rinunciare al superfluo pare valere più per noi che siamo ancora qui, ed è un invito fondamentale: meno desideri avremo da portarci lì, meno dovremo penare per raggiungere il dono della vicinanza a Dio. I "feticci re" sono tanti in questo mondo, troppi, ognuno ha i suoi: vi invito a fare una riflessione per trovare i vostri e bruciarli nel falò delle vanità e delle inutilità.

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