Sant'Erasmo ribadisce i motivi della sua sollecitudine nel darci messaggi dall'aldilà: ha una "laurea", egli dice, per portarci i dono di lassù - 20/03/2010

La mia cara guida, Sant'Erasmo, ha voluto rendersi protagonista assoluto in questa registrazione e, così facendo, mi ha fatto un grande dono. E', infatti, una registrazione bellissima in cui io ho colto il senso di un affetto profondo e di una vicinanza davvero tangibile e quindi viva e presente. Egli ci ricorda che i motivi che lo portano a donarci queste comunicazioni (per realizzare le quali, vi ricordo, egli deve abbandonare i suoi cieli e scendere al livello terrestre), e i motivi possono essere ricondotti all'intento di illuminarci, di richiamarci circa i pericoli concreti che corre il nostro pianeta e, con lui, l'intera umanità. In definitiva è l'amore divino che ci elargisce una tale grazia attraverso la quale possiamo acquisire una visione più ampia del significato della nostra esistenza terrena, è la volontà divina di non perdere nessuno dei suoi figli che si renda schiavo della propria smania di autosufficienza, di richiamarli alla verità e ricordare loro che la vera realtà è quella del mondo spirituale e delle sue leggi immutabili che derivano direttamente da Dio. Ironicamente il santo ci dice che una "laurea", una specializzazione che lo rende idoneo a farsi tra tramite fra i due mondi e per poterci portare, così, i doni degli insegnamenti celesti. Vi invito a notare come i tratti salienti della sua personalità, quel misto fra ironia e severità, si presentino anche in questa comunicazione con grande forza espressiva.

E ho qui laurea per dare voi doni lì....

SANT'ERASMO

La voce è questa, sue scarpe,
porta giù, si, è!

Fa ira angoscia, eliminà qua fa.
Sò a dirti, de là stante,
devo scrivere!

Mò le si dava, se gli dura,
abbiamo curato lì, si, stia!
Si ronda se han disturbo in pista,
a un’ancora fissa è quindi,
oh, ivi venì giù lesto partiva
e fondi spesa qui azzeri.

Se là ti vengan a massa chiedere:
sono qua!

E ho qui laurea per dare voi doni lì.
Và lì spesso sbagliarsi col caso:
in realtà è altro e aiuti là avete
e lì vi va bene, sì!

Ahi, spesso era pien di scatolette,
tu vedi l’ira però qui, e grande merda c’è lì!
Cogliere qua, qui indicarve:
d’oro uscirà un’orchestra avviso.
Si, ne vengon dubbi e quindi le va stima.
Doce è offrire e..gestire là perigli ero.
Oro vero sopra piazzo e raccogli là,
se mi apre l’ispiro e farà ben de là.










SPIEGAZIONE DEL TESTO

Sant'Erasmo si presenta dicendoci che la sua voce è proprio questa che sentiamo, che lì sono proprio le sue scarpe (il simbolo del mezzo che gli permette di camminare fino a noi), e si definisce una "porta" quaggiù, un possibiltà di passaggio fra le due dimensioni. In maniera sublime ci ricorda che l'angoscia di credere che la morte sia la fine di tutto, che non esista il mondo dell'aldilà, genera sentimenti di ira in alcune persone, genera rabbia, però ascoltando queste comunicazioni, questa angoscia può essere eliminata e così vivere più sereni. Dice che egli è preposto a dirmi cose e che, stante proprio qui, sulla terra, deve scrivere anche tramite me. Mi ricorda delle tante grazie che mi sono state date e che ancora mi verranno date se io persevererò in questa missione ("se gli dura"), in fondo, egli dice, mi hanno curata dall'agnosticismo che avevo prima e quindi, per riconoscenza, devo continuare (non ho alcuna intenzione di smettere di registrare). Mi ricorda che da lassù fanno la ronda per vigilare che entità negative non vengano a disturbare le registrazioni, che per quetso motivo posso stare tranquilla, è come se fossi fissata ad un'ancora ben salda nel vortice dei pericoli possibili. Dice che egli, quando registro, viene veloce e che dandogli questa possibiltà è un pò come se azzerassi i miei "fondi spesa", ossia riparassi un pò i torti fatti nella mia vita. Mi dice che se mi vengono in tanti a chiedere di lui, ebbene lui è qua, dove io registro. Ci dice con ironia di avere una "laurea" che gli permette di portarci i doni di queste comunicazioni. La frase seguente è davvero una meravigliosa rivelazione: egli ci dice che noi spesso, sbagliando, attribuiamo al caso tante cose belle che accadono nella nostra vita, e invece non è così, egli ci rivela che noi tutti abbiamo aiuti da lassù che fanno in modo che le cose poi ci vadano bene. Sant'Erasmo, quasi come se stesse dando uno sguardo al pianeta dall'alto, ci dice che spesso vede solo scatolette, rifiuti, e ciò provoca ira tra gli Spiriti Superiori e grande sporcizia (il santo usa un termine molto più forte per dare la misura della sua rabbia di fronte ad un simile spettacolo) nell'ambiente in cui viviamo, oramai sempre più violato ed offeso dall'uomo. Anche se il significato della frase seguente non mi è ben chiaro, posso ipotizzare che egli voglia informarci circa un possibile prezioso avvertimento che verrà fatto all'umanità, avvertimento sulla cui natura non è dato sapere nulla, ma che dovrebbe avere lo scopo di un forte richiamo al ravvedimento. Poi passa ad una riflessione: egli si rende conto che dinanzi alla straordinarietà di queste comunicazioni è facile che vengano dei dubbi a tanti, ma proprio per questo, per il fatto che ho il coraggio di affrontare questi dubbi a volte anche in malafede, mi va data stima (bontà sua!). E' dolce offrire (dice "doce" in dialetto napoletano) queste verità per lui ed anche per me, e poi c'era lui in persona a gestire ogni possibile pericolo (perigli significa pericoli) che possa derivare da queste registrazioni. Ci saluta ricordandoci che tutto ciò che ci viene dato è oro vero (spesso l'immagine dell'oro è associata alla preziosità delle comunicazioni metafoniche), oro che lui ci prepara lassù per farci poi raccogliere qua, ci ricorda che se gli apro la porta del mio registratore egli può ispirarci a comportarci bene quaggiù.

COMMENTO

Io ci ho letto la sollecitudine di un padre buono in questa registrazione, ci ho letto l'amore ostinato per questi figli di Dio in esilio sulla terra e ciechi circa le realtà spirituali, il loro vero scopo, le loro vere mete. Ci ho letto il dolore di vederci sordi ed indifferenti, egoisti e preoccupati solo del successo terreno, delle apparenze, delle forme effimere e passeggere. Sant'Erasmo ci richiama alla "giusta battaglia" per trovare la verità, però stando accanto a noi in campo, con la sua saggezza, la sua fedeltà a Cristo e col suo stile così particolare, con la sua ironia ma anche con la sua intransigenza morale che sempre ci ispira a guardare il volto di Cristo per ritrovarvi la semplice e perfetta via della giustizia e del bene. Ed è compito di un padre come lui ricordare ai suoi figli, come egli ha fatto in questa registrazione, che il sostegno e l'aiuto, se sappiamo vederli, ci sono sempre nelle nostre vite, magari nascosti sotto l'apparenza di dolori o contrarietà, ma ci sono, sono importanti in ogni momento in cui magari ci sentiamo abbandonati e ci sono come segno tangibile dell'amore del Padre Celeste.

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