Sant'Erasmo, con grande affetto, mi esorta a collaborare con lui finchè gli sarà concesso dal cielo di donarci queste registrazioni - Matteo è il giovane figlio di Nunzia, ancora profondamente disperata anche se sono già alcuni anni che Matteo è volato lassù - Cecilia è la mamma di Rosa - 04/03/2013

Come spesso fa, Sant'Erasmo arriva con la sua grande ironia ma anche con il suo grande affetto per darmi questo messaggio in cui mi esorta a continuare con lena e passione, ma nel quale ci fa comprendere anche che questi messaggi non saranno eterni, ragion per cui mi viene detto di continuare e approfittare di questo canale di comunicazione così speciale, almeno finché a lui sarà concesso da Dio di poterci donare queste comunicazioni. Insieme a Sant'Erasmo arriva Matteo, il figlio adolescente di Nunzia, morto alcuni anni fa per un incidente in motorino. Questa mamma è ancora profondamente addolorata, oserei dire proprio disperata, per la morte di questo figlio; non è ancora riuscita a dare un senso a questo lutto, e vive veramente in uno stato di profonda prostrazione che preoccupa le sue amiche le quali mi hanno chiesto questo messaggio per lei, nella speranza che possa portarle un pò di consolazione e di rassegnazione. Chiude la registrazione Cecilia, la mamma di Rosa, che viene a rassicurare i suoi parenti che lei è veramente viva lassù, e li invita a superare il loro scetticismo e a credere che veramente esiste l'Aldilà, e che realmente la morte del corpo non è la fine del nostro essere.

Qui dammi fede: Roccia, l’Utero, Nucleo, qui!....

SANT'ERASMO

Ah, diradà che, neh, va lesti!
E sto a dà numero che m’entravi,
il verde è in me!
Ohi, scende che stava a dì là, vivace!
In grande l’opere, già posta lì qua ci dà,
dire là vero c’è!

Ah, l’ha scelta di cuore, grazie Re,
ed ha più lente,
e doti, eh, là gli esalta noi le più belle!
Dire da là cresce l’ala che qua ce dà, ah se dà!
Oh di pace le sono qua a dire,
dare mò, scriverai:
là liste per causa maggiore c’è qui!
Fa, agire, dà lena, attiva,
mò sereno è se, ah, schede lì va.
Agire, lì dora, qua ancora posso!

 


MATTEO

E osservai là: me cade!
Su te dà, registrai,
che c’è? Dimme, jà, avrà pur di spalle, si?
Oh mai! Va gli anni lì,
si, che piange……cari, no!
E lì t’amavo,
chi de là vidi dà,
lì vi dà truppa ed è raro.
Se veniam ccà…..oh dischi laggiù!
Oh dì. Messa esca lì!
Erede e noi spinger: là Dio dir strofe!
Né sforzi di mente eran!
Né sta pirla qua dì:
ma crescerò, fa laureà là!
Bimbo sta lì benché c’è drammi.
E là opera merda,
e là si dille che è furba:
c’è faro, va là, sta là!
Venga, ha si via, lì da far!

 


CECILIA

Han fresco! Dirò: è svernà, si, e arò va? C’è qua!
Oh, si, n’ha amore!
Qua si n’ha amore, sempre ho qui!
E dì “boh”?
Qui dammi fede:
Roccia, l’Utero, Nucleo, qui!
E più osa, “mir” fa lì, eh!
E’ ride: crede corpo cessi, ah!
Forti noi!
E l’angelo cuor, dillo eh, hanno lì.
E spine già vedere, eh si,
po’ sta Legge, e lì pari andrà!
Oh, giù n’ha amor, più qui c’è cantà di lì!
E l’ansia, si, sollevano, non sogno, è amore!
Vera stima? Un unghia!
E all’eremo là bussa,
sta, grano sta carro!

E lì rubi, si cresce,
ne ho de là canistro e po’ calà!

 

 

 

 

 

 


 

 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

In maniera molto scherzosa Sant'Erasmo ci invita a diradare un po’ il ritmo di queste registrazioni, dice che andiamo troppo veloce e usa il plurale perché si riferisce anche alle persone che, anonimamente e silenziosamente, mi stanno aiutando davvero molto a smaltire un pò della lunga lista di richieste che ho. Sono persone che ricevono anch'esse messaggi da Sant'Erasmo e, alle quali, mi ha guidato proprio lui. In realtà la mia cara guida e ben contenta che si possa lavorare con questi ritmi.... E continuando nel suo scherzo dice che ci dà il numeretto per regolare la fila, e che comunque il suo semaforo è sempre verde, la porta è sempre aperta. E lui scende spesso perché questo ritmo è così vivace, per cui anche lui ha tanto da fare. Questo sito, opera a cui mi dedico, ormai è diventato grande, io porto la loro posta qui sulla terra proprio tramite il sito, e, dice il Santo, bisogna dire la verità, mi riconosce questo sforzo. Segue qui una frase che, lo comprenderete, mi lascia davvero senza parole: il Santo afferma che il Re mi ha scelta "di cuore", e per questo lo ringrazia e dice che lui ha una "lente" più potente della sua per individuare le persone giuste che possano dedicarsi a questa missione; tra tutte le mie doti, loro valorizzano le più belle, tirano fuori il meglio di me. E ha ragione perché, insomma, ce ne sono anche tante altre molto meno belle in me. Sant'Erasmo è così, ironico, amoroso e sincero, ma teso al bene di ogni anima che è la salvezza eterna e null'altro. Lavorando a questo servizio lassù crescerà l'ala che poi il Signore mi donerà: Egli donerà ali alle nostre anime e queste ali le guadagniamo facendo del bene agli altri qui sulla terra, è dunque così che ci prepariamo già le "ali" che la nostra anima avrà un domani nell'Aldilà. Sant'Erasmo viene sempre in pace, e mi chiede anche di dire che il tempo necessario per avere un contatto con un proprio caro, la lunghezza cioè della lista, è dovuta a cause di forza maggiore, ovvero alla mia umana limitatezza. Bisogna fare, agire, diffondere questi messaggi con buona lena, attivare anche altre persone, perché diventa sereno il nostro animo se questi messaggi continuano ad arrivare. Bisogna "dorare" le anime di chi legge queste perle celesti fintanto che a lui sarà concesso di darcele (e qui intuisco che probabilmente questo rubinetto non resterà per sempre aperto, purtroppo).
Matteo dice che lui osserva la madre da lassù e che la vede cadere, nel senso che la vede cedere psicologicamente. "Su", dice a sua mamma cercando di sollevarla un po', il cielo adesso concede questo dono anche a lei, lui ha registrato questo messaggio per lei. Con sollecitudine Matteo chiede a sua mamma "che c'è?", e cerca di incoraggiarla chiedendole se ha le spalle abbastanza forti per sopportare la sua mancanza terrena; "oh mai" dice con amarezza Matteo, queste spalle sua mamma non le ha mai avute; sono passati anni dalla sua morte, ma sono stati anni in cui sua mamma non ha fatto altro che piangere e disperarsi. "Cari no!", dice Matteo, non bisogna fare così, perché il dolore inestinguibile di chi resta è per loro una fonte di dispiacere continuo. E la vede, Matteo, questa sua mamma da lassù, egli è consapevole dello stato di dolore in cui lei vive. A concedere questa registrazione è proprio la truppa degli spiriti che dall'Aldilà si occupa di mandare questi messaggi, e ricevere un messaggio dalla truppa di questi spiriti così elevati è proprio un privilegio raro, e Matteo vuole che sua mamma lo sappia. Se loro vengono qui, in questo registratore, allora ecco che si producono queste registrazioni. In segno di ringraziamento al Signore per questo messaggio, Matteo chiede a sua mamma di far dire una Messa. E lui, l'erede, insieme ad altri spiriti, spinge sua mamma a credere che queste strofe ci vengono donate da Dio, arrivano a noi col Suo permesso, esse non sono elucubrazioni della mia mente o della mente di chi fa metafonia. Scherzosamente dice a sua mamma che lui lassù non è un "pirla" qualunque ma che, con l'aiuto degli Spiriti Superiori, anche lui evolverà fino ai livelli più alti, insomma, riuscirà a "prendersi una laurea". Fa notare a sua mamma che lui, il suo bambino, è ancora qui che parla a lei, nonostante il dramma che l'ha portato via fisicamente, quindi la sua anima è viva e un giorno potranno ritrovarsi. Qui sulla terra agisce e comanda la parte più orribile dell'umanità (usa una parola molto forte per dirlo), ma il vero faro è Gesù Cristo, e siccome la ritiene furba, le raccomanda di andare verso di Lui, verso la luce di questo faro che è l'unica capace di illuminare i nostri dubbi e sostenerci nelle nostra cadute. La invita ad andare verso il Signore che è la vera via, e su quella via la invita ad incamminarsi adesso perchè è ancora un pò lontana da Gesù.
Cecilia, scendendo qui sulla terra, sente che l'aria è ancora un po' freddina e allora dice che, se si vuole svernare, se si vuole sentire un po' di calore, soprattutto nel nostro cuore, bisogna sentire e leggere queste registrazioni. Contengono tanto amore questi messaggi, lassù hanno davvero tanto amore, così come anche lei sempre conserva amore per sua figlia ed i suoi cari. Sa benissimo che sua figlia ,di fronte a queste registrazioni, conserva un po' di dubbio, dubbio che Cecilia esprime con il "boh" che sua figlia si dice quando le legge o le ascolta. Ma le chiede di darle fede, di credere a quello che lei adesso le dirà: la "Roccia", ovvero Nostro Signore Gesù, l'Utero primordiale nel quale e per il quale tutto l'universo e stato creato, il Nucleo di tutto ciò che esiste, è lassù, esiste davvero. E Gesù "osa" sempre di più per venire a cercare anime su questa terra, e quindi utilizza anche queste registrazioni attraverso le quali porta pace alle sue anime, alle sue pecorelle smarrite (ricordo che la parola "mir" in croato significa, appunto, pace). Cecilia dice che le viene da ridere perché sua figlia crede che con la morte del corpo finisca la vita, ma loro lassù sono forti e vengono a gridarci che non è affatto così. Ed è grazie al cuore di un angelo, che ci dona la sua energia, che queste comunicazioni sono possibili, Cecilia vuole che questo venga detto. Cecilia dice che vede delle spine nella vita di Rosa, dei problemi, ma le fa sapere che esiste la Legge della giustizia divina, e che la persona che le crea queste "spine" poi un giorno dovrà mettere in pari il suo bilancio, dovrà pagare per tutto quello che le sta facendo. Gli spiriti che ci donano queste registrazioni hanno tanto amore per noi, e proprio per questo dovremmo elevare più lodi per loro, cantare più forte di gioia. Grazie a queste registrazioni spesso sollevano dall'ansia i cuori in lutto e che sono chiusi nel dolore, e questo non è un sogno, ma è il frutto dell'amore. Ma, dice sconfortata, noi quaggiù abbiamo solo un "unghia" di vera stima per questi spiriti che tanto si spendono per portarci questi doni, li ripaghiamo con il nostro arido scetticismo e non riusciamo a comprendere il vero valore di tutto questo. Onestamente devo dire che la frase seguente è un po' oscura per me; credo che sia una frase simbolica. Forse Rosa la capirà meglio di me. La invita a bussare all'eremo, quindi ad un posto dove si prega, dove c'è silenzio e lontananza dal mondo. Lì, le dice, troverà un "carro di grano"; penso che le voglia dire che attraverso una vita più spirituale, di preghiera e raccoglimento, sua figlia potrà trovare il vero nutrimento per la sua vita e la sua anima. La invita a "rubare" la verità contenuta in questo sito, perché grazie a questi messaggi si cresce. Ci sono tanti doni spirituali in questi messaggi e invita Rosa a "calare il paniere" per riceverli. Piccola nota: in alcuni posti c'è l'usanza di calare dal balcone o dalla finestra un piccolo cesto di vimini legato ad una corda per permettere a qualcuno di metterci dentro qualcosa (paniere perché un tempo i venditori ambulanti ci mettevano, appunto, il pane), ed è proprio con questo gesto che Cecilia invita sua figlia a raccogliere i doni contenuti in questi messaggi.

COMMENTO

Resto davvero sempre stupita per la grande ricchezza di immagini, metafore, situazioni che i nostri cari lassù riescono a trovare per riuscire a comunicare nel modo migliore l'essenza di un messaggio. E davvero l'immagine di "calare il paniere" è un'immagine molto efficace, perchè quel paniere lo immaginiamo pieno di tutte le meraviglie e le verità che sono racchiuse in queste comunicazioni. Spero davvero che le parole di Matteo possano servire a sua mamma affinchè ritrovi un pò di serenità e di pace, accettando quello che successo ed elaborandolo alla luce di questa semplice verità: lui è vivo, anche se da un'altra parte, esiste ancora, ama ancora sua mamma e la segue, ed è addolorato per quello che ancora soffre. Vi invito a riflettere su quanto i nostri cari lassù abbiano presente la nostra situazione interiore, e anche su quanto essi si preoccupino affinché noi possiamo vivere il più serenamente possibile, è un fatto innegabile che essi soffrano per noi e per il fatto che la nostra cecità interiore ci impedisca di comprendere la realtà che la vita è sempre più forte della morte. Questi messaggi ci vengono dati con il fine principale di curare le malattie che il lutto provoca nelle nostre anime, se esse diventano troppo profonde, troppo radicate dentro di noi e troppo difficili da superare con la sola forza della ragione. Ecco, proprio dove la ragione fallisce nel darci un senso, nel darci la soluzione più efficace, è la fede che subentra con la sua forza. La fede, aiutata dalle prove che ci vengono donate con queste registrazioni, può davvero curare il male più invincibile di ogni anima incarnata: il senso di vuoto, di inutilità della stessa vita, di smarrimento che provoca depressione, dolore, avversione verso la vita. La fede porta la luce del pieno giorno laddove la sola ragione trova un confine buio e pauroso, un muro insuperabile, un abisso insondabile. Vero è che la fede è un dono, ma anche queste registrazioni lo sono, e io sono convinta che se studiate e analizzate a dovere, esse possano far avvicinare alla fede tantissime persone che sono ancora in cerca della Verità.

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