Sant’Erasmo ci rammenta il valore della Pasqua. Parla Tina, un’entità che invita coloro che l’ammiravano in vita a non seguire il suo esempio di vita vissuta solo per il piacere e poi finita tragicamente – 23/03/2010

Una registrazione breve ma molto intesa, incentrata, questa volta, sul valore della famiglia che oggi è messa sotto assedio da una miriade di problemi e sul grande valore che per noi tutti dovrebbe avere la Pasqua che si avvicina. Sant'Erasmo ribadisce ancora una volta che l'intento di quanto egli viene a dirci è quello di invitarci al cambiamento interiore, di richiamarci ad un cambio di prospettiva e di visione, ed è anche quello di aggiustare la mira a coloro che offendono Dio. I modi per offenderlo oggi sono molteplici e spesso passano anche attraverso il cosiddetto "politically correct" che vorrebbe vederlo abolito, come scomodo principio, da ogni umana azione e da ogni umano pensiero. I modi per offenderlo passano talvolta ignorati, si mascherano dietro il quotidiano stillicidio di offerte e di stimoli al consumatore, allo spettatore, all'adolescente, stimoli per gli occhi e per la mente sempre più ingabbiata e instupidita nella contemplazione del vuoto che c'è dietro al mondo materialistico e parossistico dei nostri tempi. Si avvicina la Pasqua e il santo ci invita a risolvere un rebus chiedendoci chi fu a versare "sangue dalla carne" per tutti noi. Già in questa semplice frase è insita la risposta che prevederebbe il senso di stupore e di immenso rispetto che ognuno di noi dovrebbe avere dinanzi alla Sua Maestà divina, e invece, dice il caro Sant'Erasmo sconsolato, nemmeno quando Egli sta per giungere sulla terra nei giorni di Pasqua il mondo mostra vergogna di se stesso, considerando questa festa solo come l'ennesima occasione per farsi un viaggetto e farsi una mangiata in compagnia.
La seconda entità, Tina, ci informa che il suo stato non è proprio felice lassù. Si riccolega al discorso in difesa della famiglia che ci ha fatto anche il santo e, lasciandoci intuire che molti avevano invidiato il suo stile di vita, invita costoro a rivedere i loro giudizi perchè, in fondo, poi la sua vita è finita male, segno che non era stata poi una vita invidiabile: ella ci dice di essere caduta in un fiume, e ci lascia il sospetto che sia stato un suicidio.

Quand’è Pasqua, si eh, già Cristo arriva e vergognare non ha qui!....

SANT'ERASMO

Sotto di cambiare gli dirà,
prende l’onda, qui regge:
tirammo pè salvà mira a chi offende.
Di largo alle boe vedo una famiglia,
tagliava mira, a piedi sta,
flotta lì attrezzando
a donà e corsie dà là guide!
Fà entra e gli rubo e qui s’apriva, va!
Scrive, la tiro dietro a me.
C’era sangue, versava dalla carne:
dirò che con i rebus si vive lì!
Dirò qui l’accendi la pila a stà lì!
S’andò, già lancio ortiche qui:
giù è Pasqua, quand’è Pasqua,
si eh, già Cristo arriva
e vergognare non ha qui!


TINA

A me è brutto, qui nulla esce!
E fede: voi no divorzià, e più là c’è!
E a chi me, me laudava:
il viver qui sciogli,

c’era da bocciarli.
Hai trame dandy? Qua ti rifà!
Ah Tina murì, vedrai stella,
o sciumm’ cadei lì, eh!







SPIEGAZIONE DEL TESTO

Il Santo mi ricorda ancora una volta che il succo del suo dire è l'invito a cambiare che ci rivolge, e mi rassicura che l'onda radio che tiene in comunicazione i due mondi regge, è salda. Ribadisce che, se ci "tirano" sulla terra i loro insegnamenti, lo fanno per correggere la mira di chi, col proprio comportamento, offende il Signore e le sue leggi. Passa poi ad una delle sue frequenti metafore "marinare" per poterci parlare della famiglia, non una in particolare, ma di tutte le famiglie che oggi, come lui stesso ci dice, rifuggono dagli scopi che Dio si era prefisso per loro, si sfaldano facilmente, e così facendo sono "rimaste a piedi", hanno perso il mezzo più rapido per crescere e trovare equilibrio; però lassù attrezzano la flotta per venire in aiuto e donare a queste famiglie una corsia precisa, un percorso segnato, e ciò è spesso il dono che ci fanno le nostre guide invisibili da lassù. Mi chiede di continuare a fare per lui ed entrare lassù col registratore, che lui è disposto a "rubare" (ironizza) al Signore quanto può donarci e poi, mi dice, lassù aprivano la porta per farci conoscere meglio questa realtà. Dice che se io scrivo è perchè lui mi tira dietro a sè, è lui che guida. Poi, cambiando argomento, cita "qualcuno" che versò sangue dalla sua carne per tutti noi e quasi mi sfida a risolvere il rebus, a indovinare che sia stato costui, in fondo, egli dice, qui sulla terra tanti ci vivono coi rebus! E, notate, lo dice con grande ironia, riferendosi ai tanti "incantatori di serpenti" che oggi si spacciano per politici e governanti. Mi ricorda che è come se io accendessi una pila per illuminare il buio del mistero che circonda la nostra esistenza a stare qui con lui. Poi, preparandosi a salutarci, dice che ora ci lancerà un pò di "ortiche", ossia dirà qualcosa che certamente ci irriterà e non ci farà piacere ascoltare: Fra poco sarà Pasqua e quando è Pasqua arriva Cristo Risorto nel mondo, però nemmeno in questa santa occasione il mondo prova un pò di vergogna per se stesso, per ciò che è diventato, e continua a infangarsi nella sua follia e nei suoi falsi valori.
La seconda entità ha nome Tina, ci informa che per lei lì è brutto, non è in un bel posto. Ci invita ad avere fede in lei che ci porta il messaggio di non divorziare perchè poi dopo la nostra morte c'è di più ancora lassù e dovremo dare conto anche di questo gesto. Poi, idealmente rivolgendosi a coloro che in vita l'hanno lodata ed invidiata ritenendola una persona realizzata per il suo stile di vita (che in verità non ci viene chiarito) che ella definisce "dandy", ovvero ispirato alla ricerca della eleganza formale, dello stupire sempre gli altri, della perfezione, ripeto, esclusivamente formale della propria esistenza. Però, dice, se uno ha questa tenenza, stia attento perchè poi lassù "ti rifanno", ovvero ti tolgono il velo che ti impedisce di comprendere quanto sia stupido un simile atteggiamento, vuoto e fine a se stesso. Mi dice poi il suo nome, Tina, e ci fa intendere che ella morì in seguito alla caduta in un fiume (dice "sciumm" in dialetto napoletano, che significa, appunto, "fiume"). Non ci spiega se si è trattato di un suicidio o di un incidente.

COMMENTO

I temi che vengono trattati in questa registrazione, il valore della famiglia ed il bisogno di una maggiore consapevolezza e rispetto del Sacrificio che Cristo ha fatto per noi, vengono forse per la prima volta trattati con tale forza e chiarezza. La riflessione non è difficile, basta guardarsi intorno per capire il dispiacere che Sant'Erasmo mostra nel parlarci di tali tematiche: mai come oggi manca la percezione dell'impegno, della fedeltà, della responsabilità. Ciò ha riguardato anche me nei tempi in cui sono stata lontana dal Signore, avevo perso la bussola e così ho commesso anche io questi errori perchè consideravo la vita solo dal mio punto di vista, pensando che il "diritto alla felicità" fosse il valore preminente a cui far riferimento. Poi Gesù è venuto a togliermi la benda, e allora ho visto con chiarezza che la "felicità" terrena è un fatto passeggero, che presto poi desidereremo un'altra felicità, e che, comunque, essa non può nascere come un fiore solitario in un deserto, ossia senza tener conto anche di quella di chi ci sta intorno, soprattutto i figli, senza coltivarla giorno per giorno con pazienza e amore. Piuttosto sarebbe utilissima una seria riflessione prima di affrontare il matrimonio, considerarlo un fatto centrale nella propria esistenza, riflettere su ogni conseguenza, non fondarlo sul capriccio del momento o solo sull'innamoramento (che poi si trasforma, inevitabilmente), ma il matrimonio, oggi, è diventato anch'esso uno spettacolo televisivo che deve stupire e divertire, un affare per vendere, una palestra dove misurare la propria capacità di imporre la propria volontà ed i propri desideri. Se poi l'altro non ci sta, peggio per lui (o lei), si torna subito per la propria strada, dove si cercherà subito un'altra felicità e così via, senza senso. Per trovarlo, il senso, c'è bisogno di fare la strada stando "nelle corsie" che ci vengono da sempre indicate, come dice Sant'Erasmo, dalle guide superiori che parlano al nostro cuore, e loro lo fanno, oh, se lo fanno!

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