Sant'Erasmo ci chiarisce ancora una volta il motivo della sua celeste missione di guida per queste registrazioni metafoniche - Rodica e Neculai sono i genitori di Claudia - Sabrina è la giovane moglie di Antonio - 21/07/2013

"Gli ultimi"..., li cita, appunto, S.Erasmo in questa registrazione. Il ruolo fondamentale, per noi e la nostra santificazione, dei cosiddetti "ultimi", si è nuovamente definito e rigenerato proprio nelle parole di papa Francesco, recentemente. Egli ha riportato la nostra attenzione di cristiani sul significato che questo termine ha nel Vangelo e, quindi, per Gesù stesso. E proprio sugli ultimi si misura, oggi, la nostra fatale indifferenza ai drammi più grandi che possono investire l'umanità, la nostra insana abitudine, come società, a ritenere sempre più "normali" ed accettabili drammi, sofferenze e morti che potrebbero essere evitati da un consesso umano più sensibile e comprensivo, più educato ed abituato alla compassione; e diventa normale anche la nostra assuefazione al lento veleno, a cui ci stiamo mitridatizzando, che stilla quotidianamente dalla cronaca nera: femminicidi, omicidi, violenze insensate, la droga che fa da unico tessuto di sostegno malato a tante vite in bilico a cui manca il senso ultimo di se stessi. Siamo, in fondo, tutti candidati ad essere "ultimi" di qualcuno e per qualcuno in questi tempi senza bussole nè punti fermi, dove tutto corre senza riflessione alcuna verso il mero soddisfacimento di egoistici bisogni e di vizi sempre più mascherati da non meglio precisati "diritti umani" (per capire meglio cosa sto dicendo andate a guardarvi, se il vostro stomaco lo sostiene, il video di Aldo Busi che rivendica il diritto ad essere pedofilo e a soddisfare liberamente questa perversione: http://www.uccronline.it/2013/07/08/aldo-busi-e-le-dichiarazioni-sulla-pedofilia-video/). La parola "rinuncia" è scomparsa dalle regole educative, se ancora esse ci sono, e veniamo spinti a cercare l'autoaffermazione a tutti i costi, e tutto ciò che si desidera capricciosamente diventa subito un diritto per cui lottare dimenticandosi che, magari, è proprio in ciò che si desidera che sta il nostro fallimento umano e il motivo delle nostre depressioni e dei nostri più violenti smarrimenti, dei nostri malesseri. E in questo quadro, all'origine individuale dell'egoismo che oggi permea la società, è anche il concetto di amore ad essere totalmente stravolto; amore da stigmatizzare oggi è, per fare un esempio, quello, sacrosanto, per i diritti degli animali per i quali è giusto combattere (e voglio che sia chiaro il mio concetto!) ma non è quello, politicamente scorretto, per il bimbo indifeso nel grembo della propria madre che ha deciso di abortire senza concedere a quel figlio, che non ha voce, alcun diritto a nascere e a vivere, a compiere la sua esperienza terrena che tanto serve al suo spirito. Quanti, tra gli animalisti, vanno poi a manifestare a favore della vita e contro l'aborto? Nelle poche parole di questa sua registrazione, S.Erasmo ci conduce proprio ad una riflessione estrema sul tipo di concetto di "amore" che custodiamo nel nostro cuore e che va rieducato e ricollocato in una scala di valori che devono mettere il nostro prossimo al primo posto e poi tutte le altre creature create ed il Creato in se stesso. San Francesco prima di cantare le sue meravigliose lodi alla natura abbracciò il lebbroso, e di lì iniziò il suo cammino di avvicinamento ed imitazione di Cristo che era rappresentato dal lebbroso, non dal lupo feroce che incontrerà poi e che riuscirà ad ammansire. Se non si ama prima l'uomo nostro prossimo, anche quello diverso, quello lacero, affamato e disperato, che fugge dalla guerra e dallo sfruttamento, quello ancora non formatosi del tutto nel grembo della propria madre, quella che soccombe sotto i colpi del proprio uomo inferocito dalla gelosia folle ed insensata, quello che muore nella propria dignità a causa di un sistema economico egoista che non mette più l'uomo ed il suo progresso come suo fine ma non meglio definiti "interessi di mercato", che razza di amore si può mai dare ad un animale e al Creato? Di certo non un amore sano e normale, ma un amore sovvertito nei propri fini, e che per questo diventa poi motore di stravolgimenti etici come quelli a cui, impotenti e attoniti, stiamo assistendo da un pò di tempo senza poter alzare la nostra voce. Ma il cielo, per fortuna, la voce la alza e ancora cerca di tirarci via dal precipizio con la stessa Parola, immutabile, che già all'inizio dei tempi fece ordine dal caos, quel caos verso cui invece, con istinto suicida, stiamo facendo di tutto per ritornare di nuovo, in una folle corsa a ritroso nel tempo. Le parole del santo, in queste comunicazioni, sono di aiuto e sostegno alla Chiesa che ormai è rimasta la sola entità terrena a rivendicare, per uomini e creature tutte, in queste società stravolte, il puro e semplice ruolo che la natura stessa ha dato loro ab initio.
Dopo il santo ascolterete le parole di due genitori romeni, Rodica e Neculai, venuti per la figlia Claudia, e quelle di Sabrina, giovane moglie di Antonio.

Mò là dite, c’ho lì: e aiuto a Chiesa per qua si dà.....

SANT'ERASMO

Mò là dite, c’ho lì: e aiuto a Chiesa per qua si dà.
Mò si vi darà: per un dramma come tossì da là!
Oh so, sole ha qui ultimi, direi,
ah, c’è qua andà, si, in giro,
di sondare c’è appello giù,
e andare da un guida,
ata sta là sull’ala, aggrappà, su, hai ccà.
Pazzi era, e tosse ne avrà lì giù!


RODICA

Andrei, ah, giù con la fede,
delle prove ha, là fidi, entra e gir(i)!
Hai già fare di là,
c’hai quaggiù mafia,
là c’ha e può de ccà dì: cielo è, Dio ama, si!
E prova!
Fortuna è dire: mò in core è Re già e lì c’han le note!
Fedeli, deh, già, là può udire,
lì, ninna, scenne il sale.

E leggi noi: dare disco sta noi ora qui.

 


NECULAI

Chi va là? Oh, il naso volta,
che l’effusioni no troppo tardi,

e dir Frà: mò, eh, domà c’è voi!
Lì do oro e passa lì!
Caro dona anche rosa: laggiù lì tira!
E là estingue, e tu manchi…
E tu macchia? Qui s’avrà Legge,
e lastra e mò qua c’è, si, su!
Ma più di giocà chiaro: cresci te!

 


SABRINA

Li avrà, gente! Ha i dubbi e lo dici!
Si jamme qui, po’ là dì: là continueremo!
Dì vero de là: qua vita! Vorrei dì là!
Erasmo è di là, e mise il tram ed è giù, sa a lei dan dischi, vò me!
Entra, è qua matta? Ce n’è si onde,
mò già era un po’!

Col Padre vero ha giù fili,
là fa, si, viaggiava!

Do, ma s’avvicinava di più?
Assaggi mò lì: ho il miele!
Si, lanciata qui, vengo in massa:
portano amici!

C’ha levate qui rughe,
e si, son di là, hanno scrittore, qua mir!
Ah si, eh, lei dona a te,
fa a me là note: agli infami dirai!

 

 

 

 


SPIEGAZIONE DEL TESTO

S.Erasmo vuole che io dica a tutti che, tramite queste registrazioni, il cielo intende dare un aiuto alla Chiesa e al messaggio che essa porta per incarico del suo Fondatore celeste ed intanto ci dà un primo insegnamento su cui riflettere: dice che per tanti di noi, ormai, trovarsi di fronte ad un dramma è come avere un breve colpo di tosse, un breve fastidio che subito passa. Ma lui lo sa bene, lassù gli "ultimi" avranno il "sole", saranno nella luce di Dio e questo sarà il loro premio eterno, visto che quaggiù hanno già tanto sofferto, anche per la nostra indifferenza. Il santo ci dice che, per ricominciare ad avere compassione, a comprendere davvero il significato di tanti drammi, bisogna andare in giro a vedere, a toccare, bisogna sondare ed ascoltare le storie che stanno dietro a tanti volti anonimi e magari andare da una guida spirituale capace di ricondurci alla scoperta del vero senso dell'umana sofferenza. In dialetto napoletano mi dice che dobbiamo stare aggrappati "sull'ala", ovvero dobbiamo elevarci spiritualmente anche con l'aiuto di queste registrazioni rese possibili dai raggi angelici che, simbolicamente, ci portano in alto, verso una nuova considerazione della nostra vita. Siamo pazzi a vivere in questa indifferenza morale e spirituale, ci dice il santo, e a causa di ciò avremo tanta "tosse", ovvero assisteremo a drammi sempre più grandi e frequenti su questa terra come conseguenza del nostro egoismo.
Rodica dice a sua figlia di avere fede quaggiù, fede nel fatto che sono proprio loro, i suoi genitori a parlarle, ormai di prove ne ha già avute, che dunque si fidi, entri in questo sito e "giri", lo legga più approfonditamente. C'è tanto da fare quaggiù, dice Rodica a sua figlia: ad esempio, si sa che quaggiù abbiamo il male rappresentato dalla mafia e allora Claudia potrebbe diffondere il messaggio di queste registrazioni in modo che esso arrivi anche a questa gente dedita al male, potrebbe dire che è il cielo l'autore di questi messaggi e che Dio ama ogni creatura, anche questi figli che hanno scelto il male e aspetta sempre la loro conversione. Che almeno ci provi, le dice Rodica. La vera fortuna nella vita, dice Rodica, è quella di avere Gesù nel proprio cuore, ed è per mezzo di lui che lei ora può lasciare qui la sua nota, la sua registrazione. Bisogna restare fedeli a Lui, visto che già possiamo udire le loro voci grazie a Lui, qui, in questo sito, dice Rodica a Claudia appellandola con un affettuoso "ninna" (che in certi dialetti italiani significa bimba) scende il "sale" della sapienza celeste, quello che dà il vero senso e sapore alla nostra vita. La saluta sottolineando di nuovo che sta davvero leggendo le parole sue e di suo padre, loro stanno davvero qui a darle questa registrazione.
"Chi va là?" chiede scherzoso e contento Neculai che sa bene a chi dovrà indirizzare il suo messaggio. Poi chiede a sua figlia di porgergli il naso che vuole farle un'effusione affettuosa (immaginiamolo a strusciare il suo naso contro quello di sua figlia), anche perchè, dice, non è troppo tardi per dimostrarle affetto in questo modo, visto che lui c'è ancora lassù. Mi chiede di dire che da lassù vorrebbero "domarci" coi loro messaggi, renderci più disponibili ad ascoltare la verità. Dice a Claudia che sta dandole oro e vuole che lei lo passi anche ad altri, nel senso che faccia sapere dei loro messaggi e di questa realtà. Lui, il suo caro papà, le tira anche una rosa quaggiù, in segno di amore. Lassù sta "estinguendo" i suoi errori (sta purificandosi) e dice che lei gli manca. Se si ha una macchia nella propria vita, continua Neculai, si sappia che poi c'è la Legge divina che reclamerà lassù che tale macchia venga pulita, in cielo hanno le "lastre", le radiografie di tutte le nostre vite, nulla sfugge al Signore e tutto è manifesto, di quanto facciamo, ai suoi occhi. Saluta la figlia lasciandole un consiglio paterno: che "giochi" sempre allo scoperto, sia sincera in tutto ciò che fa, così si cresce nella vita.
Sabrina annuncia che finalmente suo marito avrà il messaggio che aspettava, ma sente che lui, nonostante la fede nell'Aldilà, conserva comunque dei dubbi sulla sua effettiva sopravvivenza alla morte e quindi anche sul fatto che questo messaggio venga effettivamente da lei e vuole che io lo dica, dica che lei lo sa bene questo. Si, dice Sabrina, noi andiamo davvero di là, e lassù continueremo semplicemente a vivere; qui, dove è lei ora c'è la vita vera e vorrebbe dirlo qui, ci tiene a dirlo. C'è davvero Erasmo che aiuta quaggiù, fa da guida a loro e a noi, è lui che ha messo su questo "tram" che collega l'aldilà all'aldiqua, danno davvero registrazioni a me e oggi era il suo turno di venire a parlare. Dice che io entro lassù e non sono certo matta a farlo, ce ne sono di onde che permettono a noi di ascoltarli, e queste onde sono a nostra disposizione già da tempo, ormai. Sabrina dice che io ho i fili di collegamento col Padre vero lassù, e che viaggio tanto col mio registratore fra i due mondi. Lei sta dando il suo messaggio e chiede al marito se questo lo aiuterà ad avvicinarsi ancora di più a queste verità; lo invita ad assaggiare il miele che lei gli sta portando con queste sue parole, ed è contenta di venire qui, "lanciata" dal cielo e condotta al registratore da "amici", spiriti buoni ed elevati che aiutano i nostri cari a parlare. Lassù non ci sono più "rughe", si viene, cioè, sanati e ringiovaniti (come è accaduto a lei, segno che ora sta bene); è davvero qui a registrare e lassù hanno S.Erasmo, lo scrittore che suggerisce loro i testi da "dire" metafonicamente, incastrandoli fra le sillabe rovesce della base registrata (esercizio che loro da soli non riuscirebbero a fare, vista la grande difficoltà della cosa). Ricorda a suo marito che io dono queste registrazioni a chi me le chiede, non chiedo nè voglio alcun compenso come voi tutti sapete, e questo, dice Sabrina, bisognerebbe dirlo agli infami che vedono il male ed il doppio scopo in tutte le cose e dovunque.

COMMENTO

Aggrapparsi a queste ali che, grazie a queste registrazioni, ci sollevano dal basso di una visione materialistica della nostra vita per portarci verso la contemplazione della vera realtà a cui apparteniamo, vuol dire accettare una speranza che si fa certezza e che è capace di modellare in maniera totalmente nuova il nostro modo di percepire ed affrontare i problemi ed i dolori che la vita ci riserva. Quando queste ali ci portano in quel mondo dove spazio e tempo non esistono più, allora comprendiamo che l'assenza di una persona cara è solo una breve sottrazione di essa ai nostri occhi e alle nostre mani, che il legame con quella persona è intatto (anzi, rafforzato) appena oltre quei sottili confini che ci separano e che possiamo viverlo, invariato, in quello spazio interiore che abita tutti noi e che è fatto della concretezza dei sentimenti, dei ricordi, della storia che quella persona ha costruito insieme a noi e che ci ha resi ciò che siamo oggi. E sono ali divine quelle capaci di farci comprendere quanto illusoria sia questa nostra vita mortale, come un velo che ci copre la vera essenza delle cose, la vera vita, come dice Sabrina. Un giro di ballo fuori pista, una passeggiata in uno spazio che segue altre leggi fisiche per poterlo capire meglio ed imparare come lo spirito si adegui a vivere in quello spazio, le regole che non concepiremmo altrove se non qui, sulla terra, il senso della separazione e dell'individualità che lassù non esiste: ecco cosa è e a cosa questa vita terrena. E noi possiamo ricordarcelo ogni volta che vogliamo e che ci è utile, basta saltare su queste ali e andare a contemplare la vera vita verso cui esse ci innalzano con amore e tanta pazienza.

image