Ecco Teresa, la mamma di una mia lettrice che, dopo la sua morte, vive un momento difficile, sull'orlo della depressione - 31/01/2011

Elisa è una giovane donna che, dopo la morte di sua mamma, avvenuta a 65 anni per un tumore, rischia di cadere in una brutta depressione. Incapace di reagire alla perdita della sua mamma, si è lasciata sopraffare dalla disperazione e, da quanto mi ha scritto, appare forse bisognosa anche di un fattivo aiuto medico. Io spero davvero che questa registrazione possa darle un pò di sollievo, visto che la sua mamma, lassù, appare consapevole delle sofferenze della figlia e fa di tutto per farle capire che deve reagire diversamente, avendo fiducia e, soprattutto, fede in Dio. Le consiglia la preghiera come medicina. Un'altra prova che i nostri legami, anche emotivi, con le persone care che muoiono non vengono recisi dalla morte fisica e che loro lassù non desiderano vederci soffrire per il loro passaggio ad una nuova vita e fanno di tutto per convincerci che loro ci hanno solo preceduti e che un giorno li rivedremo ritrovando il loro amore per noi intatto, anzi, accresciuto. Ma mi resta nel cuore un pò di amarezza perchè mi chiedo: ma tutto l'immenso lavoro che svolgo con queste registrazioni per far capire che i nostri cari vivono ancora e che li rivedremo, tutte le prove e gli sforzi che loro fanno lassù per darci prova di questo, per darci conforto, non servono dunque proprio a nulla? Pur comprendendo, e ci mancherebbe, il dolore per una perdita fisica, pur comprendendo lo smarrimento di ritrovarsi senza più il contatto fisico con quelle persone, penso però che la conoscenza del fatto che si sopravvive alla morte del corpo dovrebbe porci in una prospettiva ben diversa nei confronti della morte, facilitandoci almeno il superamento di quella forma di disperazione che ci leva ogni spiraglio di luce.

E smetti già negli artigli di sta giù....

TERESA

E va, sollevategli,
da là divisi e lì trema.

Già mà qui te bussa: fiducia avere,
se risponde ai peccati e
distrae lode, né mangiar solo puoi!
Speravo qua per te di vedè sempre:
mirà ce vò Re!
E smetti già negli artigli di sta giù,
lo sai, registri e tocchi,
garbo Prior già qui dà!
Ah, si, note mò fa Luce vedere,
la fine: là si nascerà lei dì!
E parti, da mezzo qui bussi, noi c’è di là!
Suonai lì Lido e ne hai, Dio fa uscì!
Addio è mai brutto e dirai
a estranei di bei rai si dubbio hanno,
Re da noi fare uguali: leva il soffrì!
Oh, lì ci vuoi crede? Chiedi, cerca!
Cuore, do la Potente,
l’Ave leggere, però cuor tre, lì!
Morta c’ha oro lì!

 

 

 

 

 

 


SPIEGAZIONE DEL TESTO

Teresa mi invita ad "andare" a sollevare sua figlia che, dopo essere stata "divisa" fisicamente da lei, trema dinanzi alla vita che ha davanti, preda di una paura effettivamente troppo grande. Però Teresa le consiglia di "bussare" lassù, ossia di chiedere aiuto al Cielo e di avere fiducia in ciò che essi ci rivelano sulla sopravvivenza dell'anima. Si risponderà, un giorno, dei propri peccati, dice Teresa, ed anche il pregare (la "lode") aiuta a distrarsi dal doloree dal peccato, non si vive di solo pane, bisogna anche pensare allo spirito, e questa esortazione ella la rivolge si alla figlia, ma anche a tutti noi. Lei sperava, lassù, che la figlia pensasse sempre che bisogna, per vivere bene la propria vita, "mirare" al Re, ossia vivere in funzione dell'insegnamento di Cristo. La esorta a smettere di vivere fra gli artigli della disperazione perchè in fondo lo sa che, con queste registrazioni, è come se toccasse la realtà di quel mondo, e Dio ("Prior") concede una grande gentilezza permettendo queste comunicazioni. Con queste note che ci vengono inviate da lassù il Signore ci fa proprio vedere la Luce e dice che devo dire ad Elisa che la morte, considerata una fine, è in realtà una nascita, nascita a nuova vita. Poi la invita a partire anche lei con le registrazioni: se lo fa, se bussa dal "mezzo", ossia dal registratore, troverà loro dall'altra parte a registrare. Lei venne a suonare al Lido, a casa mia per lasciare questo messaggio, e ciò perchè Dio permette loro di uscire per venire sul piano terreno. L'addio (la morte) non è mai brutto come noi quaggiù pensiamo, e Elisa deve anche parlarne con coloro che sono estranei alla realtà di queste comunicazioni metafoniche, deve dire loro dei bei raggi che ci portano questi messaggi dall'aldilà, se costoro hanno dei dubbi circa la sopravvivenza dell'anima. Lassù il Signore rende tutti uguali almeno in una cosa: toglie la sofferenza fisica, dà sollievo al dolore del corpo. Poi, quasi arrabbbiandosi, Teresa richiama la figlia e le chiede: Ma ci vuoi credere finalmente? Chiedi ancora a chi ne sa più di te di questa realtà, cerca! Poi, chiamandola "cuore", le raccomanda di rivolgersi anche a Colei che ella chiama "Potente", ossia alla Madonna, le dice di pregare l'Ave Maria, ma mettendoci tre cuori, non uno solo. saluta poi, dicendoci che lei, morta, ha portato però parole d'oro per sua figlia e per tutti noi.

COMMENTO

Sarebbe bello, per me, sapere che queste parole hanno aiutato davvero Elisa e che lei ha fatto proprio suo il bel messaggio di sua mamma, nel senso che lo ha "metabolizzato" fino a farlo davvero vivere dentro se stessa. E dico questo perchè tanti mi chiedono contatti solo per curiosità, salvo poi strabuzzare gli occhi di fronte ai tanti segni che loro lassù danno a loro e che io non potevo conoscere. In realtà i messaggi hanno (e devono avere, aggiungo io) una funzione ben diversa, oltre a quella di darci una prova: essi portano con sè la più grande rivoluzione che possa riguardare l'uomo, una rivoluzione che però deve nascere a livello spirituale, l'unico capace di cambiarci non solo interiormente, ma anche nel nostro rapporto "fisico" col mondo che ci ospita e con le società che formiamo. Per cui, se questa rivoluzione la lasciamo "accadere" dentro di noi, allora anche il nostro modo di porci nei confronti dalla morte, della malattia, del male, diventerà un modo nuovo, pacificatore, perchè ci metterà nella giusta prospettiva di vedere la nostra vita terrena come una semplice tappa (e nemmeno la più importante) della nostra eternità. Sono convinta che sia questa la vera chiave per un vero e definitivo cambiamento nell'uomo e nel suo rapporto col mondo e tutto ciò che offre, oltre ogni ideologia, filosofia e sistema di pensiero.

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