La guerra contro Gesù ha avuto in lui uno dei suoi esponenti di punta, è lui il personaggio storico che ha portato l'attacco più potente nell'epoca moderna alla Chiesa di Pietro, alla fede e ai credenti in Cristo: Voltaire - Lo segue l'anima di una peccatrice pentita e redenta che si definisce "Maddalena" - 30/06/2012

Un breve antefatto per farvi comprendere come sono arrivata a richiedere di sentire proprio Voltaire a S.Erasmo. In questi giorni mi sono ritrovata fra le mani un libro che presentava un'immagine di Voltaire ben diversa da quella che il pensare comune ci presenta di colui che è considerato il padre dell'Illuminismo, il propulsore ideale delle rivoluzioni francese ed americana, il genitore del secolo dei Lumi e dell'età della Ragione contro l'oscurantismo della fede cieca e delle credenze, a suo dire, senza fondamento. Siamo così abituati a ragionare per categorie di pensiero che per noi è naturale considerare Voltaire il propugnatore della Ragione contro l'ignoranza dei secoli precedenti, vederlo come il campione di un nuovo modo di pensare, moderno, scientifico e razionale. Ma tutto ciò è davvero un mito, un mito proprio come tutti quelli contro i quali quest'uomo voleva combattere, e ciò si arriva a comprenderlo appieno quando ci si accosta a questa figura con la volontà di documentarsi meglio e attingendo proprio dalle sue stesse opere. Intanto era un uomo che aveva fatto dell'intolleranza più totale la sua bandiera ideologica, infatti usava lanciarsi spesso contro i "preti che ho odiato, odio e odierò fino al giorno del giudizio" (citato in Lanzillo, Voltaire, la politica della tolleranza, Laterza, Roma, 2000), e questa intolleranza l'aveva scolpita proprio nel suo motto "Ecrasez l'infame!", ovvero: schiacciate l'infame. Infami che altri non erano che coloro che la pensavano diversamente da lui. Poi era ciò che oggi definiremmo un grande razzista, degno davvero di stare accanto a Hitler e agli ideologi del Ku Klux Klan. Non ci credete? Sentite un pò cosa scriveva questo campione del progresso, questo amico e liberatore dell'Umanità dai lacci del Cristianesimo che invece voleva gli uomini tutti uguali: "I Bianchi sono superiori ai Negri, come i Negri alle scimmie e le scimmie alle ostriche" (citato in Leon Poliakov, Il mito ariano, Ed. Riuniti, Roma 1999). Il grande padre dei democratici di tutto il mondo voleva in realtà attribuire la sovranità all'aristocrazia degli "illuminati", ritenuti più intelligenti, e non al popolo, ritenendo che il popolo andasse guidato e non istruito perchè indegno di esserlo (Lettera a Monsieur Damilaville, 19/03/1766). Del resto per lui "gli infami" erano proprio i cristiani e di lì a poco il suo invito a schiacciarli fu effettivamente accolto dai rivoluzionari francesi che li massacrarono a migliaia. Insomma, vi assicuro che c'è ben di peggio nelle opere di questo illuminato dalla ragione, credetemi, e informandovi meglio restereste stupefatti di come l'Occidente lo abbia potuto prendere ad esempio di fautore di progresso e civiltà. Ecco, allora, non per mera curiosità, bensì per comprendere meglio gli errori che ancora si spargono per il mondo in nome di un presunto progressismo e per semplice ignoranza, ho sentito il desiderio di sapere come egli, lassù, possa ancora portare avanti la sua guerra contro Gesù e i suoi seguaci, capire se ora ha compreso bene le diverse dimensioni della sua guerra personale contro Gesù: quella di una formichina che tenta di cancellare l'Everest dalla faccia della terra. A quest'uomo mancava senza dubbio, in vita, il senso delle proporzioni e credo che potremo trarre utile insegnamento da come invece ora egli vede le cose lassù, a distanza di secoli dalla sua morte terrena. S.Erasmo mi dice che mi verrà concesso questo contatto ma di aspettarmi già che i fervorosi e agguerriti pronipoti di Voltaire che ancora oggi popolano i media, dalla tv ai giornali, mi diranno di smetterla con queste "sciocchezze" e mi daranno dell'idiota. E ciò è in piena sintonia col concetto di rispetto che il loro maestro gli ha insegnato ed anche con l'impossibilità che costoro hanno di rivedere i loro errori, impossibilità economica ancor prima che interiore ed ideologica: non possono perchè altrimenti poi i loro libri anticristiani che tanto scandalo a buon mercato creano a chi li venderebbero?. La seconda entità che è venuta a parlarci è quella di una donna che è stata grande peccatrice ma che poi è stata redenta dal suo pentimento sincero e profondo e, in onore a Maria Maddalena, ha voluto presentarsi con questo nome, e ciò a darci la certezza che il perdono di Gesù ci rende creature nuove.

Là, invece, Messa che combattere? C’è Re e Re è!....

SANT'ERASMO

Più aspettai, qui l’artista va, esporrà,
ma vedrai, l’ok vedi!
Ah, lì si rivolta che “hai smettere lì, idiota!”.
La morte ha e la palla giochi,ve grida…

 


VOLTAIRE

Sto ancora Re studià….
Pure colpa era bella….
No, ma lady, lei, là vuol giù noi!
Si, ma non dì che è grazia data,
va noi qua a dì!

Mamma mì, ohi!
Qui ne ha disco, guida lì, errori fa,
ohi, Triade avversà!
Ah vero, se cambia!
Là, invece, Messa che combattere?
C’è Re e Re è!

Si, ma ode? Qua si pena!
De qua ci sta i raggi,
i vizi domare, il messaggio è giù.
Ahi, già senza Re lebbra giù!

 



MADDALENA

Mirà, si là, che c’è qui!
Dirò: più vedi, decida,
che non ha macchia i cuori.

E’ sbendà giù: redime i muti?
Però s’ha giù navi, mandò giusti!
Di fango sta lì levà la signora,
di qua è giù noi asini là…
Ah, là esprimo nome: l’Italia è statica,
figlia, svezzali qui!
E lì già in bocca
ne aggiunse di stelle.
Già lì veglia fuoco di me.
Amici, qui si vivrà, aggiungi lì.

 

 

 

 

 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

S.Erasmo stava giusto aspettando la mia richiesta di poter sentire ciò che Voltaire ha da dirci , si definisce un artista e tale è in effetti visto che riesce sempre a condurmi le persone giuste, e questo artista ora ci esporrà le sue opere (tutti i messaggi che ci ha fatto avere), avrò l'ok alla mia richiesta, ma predice che gli ammiratori di Voltaire in terra si rivolteranno, e mi diranno di smettere con ciò che faccio dandomi pure dell'idiota. In finale il santo ci fa un richiamo: la morte "ha la palla" in questi tempi, tanto per fare un paragone calcistico, le cose vanno a precipizio, allora dovremmo pensare a giocarla questa palla, giocarla nel modo migliore per fare gol alla morte e al maole che ci sovrasta.
Voltaire inizia proprio con una frase che rende tutta la sua umana incapacità a capire Dio, almeno un pò: dice infatti che lo sta ancora studiando perchè ancora non è arrivato a comprenderne nemmeno una piccola parte (figuriamoci cosa ha capito in vita, di Dio!). Pure, dice, la sua colpa contro Gesù è stata davvero bella (si fa per dire) ma nonostante ciò io voglio proprio lui nel mio registratore e la cosa lo meraviglia, non si ritiene degno di venire a parlare. Però mi chiede di non dire che mi hanno fatto una grazia a far venire lui, sa bene che ha sparso solo errori e falsità e che può solo testimoniare di aver fallito miseramente in vita e con un "mamma mì!" sottolinea quanto è stata grave la sua colpa e quanti sono stati i suoi errori ciechi. Ho la possibilità di ricevere dei "dischi" da lassù, dischi che possono guidarci alla verità perchè tanti, soprattutto oggi, continuano a fare ancora gli stessi suoi errori nel giudicare Gesù Cristo e la sua divinità. Ohi, dice sgomento, sapessero cosa significa avversare la Santa Trinità! E' vero, commenta, lassù poi si cambia, e si cambia perchè si viene in contatto con ciò che abbiamo magari negato o, ancor peggio, avversato e questo ci costringe ad una totale revisione dei nostri errori e ad una grossa contrizione in noi stessi. E allora, dice Voltaire, ma cosa volete mai combattere la Messa laggiù? Ciò che essa significa e rappresenta? Nella Messa c'è il Signore e solo Lui è Colui che è, noi siamo solo suoi riflessi pallidissimi. Vuole essere sicuro che coloro che lo ammirano tanto odano bene ciò egli ha da dire: lassù poi si pena! Da lassù partono questi raggi benedetti che permettono di comunicare, bisogna domare i propri vizi, questo è il succo del suo messaggio, e di vizi lui ne ha avuti tanti in vita, non ultimo quello che lo ha accomunato al principe di questo mondo, la superbia assoluta. Chiude con quello che potrei definire il suo vero testamento post mortem: afferma che i senza Re, gli atei, coloro che non credono al Creatore e ad una dimensione soprannaturale, coloro che hanno occhi solo per la materia e se stessi, sono la lebbra del mondo, e questo è il suo letterale pensiero che non lascia alcun dubbio sul mutamento di prospettiva e pensiero cui è approdato lassù il campione della lotta a Gesù Cristo.
Una voce sottilissima e appena udibile mi aveva introdotto questa anima come una "Maddalena". Ci invita subito a mirare al cielo da quaggiù perchè esso esiste davvero come mondo abitato da anime, e in più vuole dirci di deciderci per una vita che non porti macchia nei nostri cuori. Bisogna sbendare i ciechi che vivono quaggiù, parlare, proclamare ciò che sappiamo, perchè certo se si sta muti non possiamo redimere le anime portandole a Cristo. Le "navi" che ci mandano da lassù affinchè comunichino con noi sono proprio qui e con esse dal Cielo hanno mandato spiriti giusti come quello di S.Erasmo. Questa anima buona mi dice che sto togliendo molto fango dalla mia anima con quanto mi dedico a fare e la cosa mi ha fatto davvero felice, e commenta che quando siamo sulla terra siamo molto "asini" riguardo alle cose del cielo, e perciò ce ne preoccupiamo poco accumulando errori. Dice il nome dell'Italia e commenta che è una nazione "statica", ferma spiritualmente parlando, e allora mi chiede di "svezzare" a questo sito i miei connazionali, di dar loro un cibo più nutriente, quello celeste che il cielo ci offre in queste registrazioni. Il Signore aggiunse "stelle" in bocca di chi lo proclama col cuore e il fuoco divino che ha divorato d'amore quest'anima veglia su questo sito. Mi chiede di aggiungere solo un'ultima cosa alle sue parole: bisogna ricordarsi che un giorno si vivrà lassù e dunque prepararsi a quell'altra vita qui, sulla terra.

COMMENTO

In fondo quello che posso rilevare con più gioia e stupore è che lassù Voltaire è proprio uguale a qualunque altra anima. Il suo orgoglio, la sua superbia, la sua sicumera, dove sono andate a finire? Dove si sono disperse se non nelle pieghe delle cose pesanti ed inutili che formano il fardello di ogni anima che pensi di bastare a se stessa? Nessuno conserva lo "status" che aveva fra gli uomini, fosse un re, un capo di stato o altro, e alla fine quest'uomo ha dovuto comprendere con riverenza e meraviglia cosa significhi l'uguaglianza fra tutti gli uomini e vederla compiuta con grazia perfetta e divina e non con le umane fallacità e mancanze. Quell'uguaglianza fra tutti gli uomini che Gesù ci ha predicato fino a mettere Se stesso, Dio fatto uomo, su una Croce, e che lui, uomo accecato dai lumi di miseri lustrini ha tanto avversato e combattuto nel momento stesso in cui ha proclamato spavaldamente che il popolo è indegno di essere istruito e che i "Negri" sono inferiori ai "Bianchi". Voltaire ci mostra la nostra stessa miseria di formiche in lotta per spostare l'Everest, per affermarci contro la potenza ed il mistero del Cielo che tanto ci sgomenta, attirandoci o ripugnandoci, ma che mai ci lascia indifferenti davvero. In lotta per gridare la nostra povera verità di esseri mortali reclamando per noi la memoria dei secoli a venire, unica misera immortalità che il mercato dell'umanità che ha cancellato Dio ci offre, quella stessa, inutile, che è toccata in sorte a Voltaire che ora ci addita dal fondo della sua pena il suo dolore per non aver compreso allora e per non comprendere ancora adesso cosa è Dio.

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