SANT'ERASMO
Che aumenti qua di lista, lo sa, di numero!
Di lì morti, lì viaggi mò son da fa,
e do, su, là sai!
E figlie, vi abbonai, vi do là pass,
lì tosse e sto lì!
Ma a nati che amor fa? Fa ripiglià fiato!
Ma arò Frà? Ci ritrova a caso…..
Ma Re, si, distingua figlio, fare auguri!
Chè davo qui? Se levi grotte, bruciasse lì!
I morti (sa chi ha avuto l’arrivo) vuò allegrà!
Va lì Ave, c’è vita in Croce!
C’è il vero qua!
EUGENIO
Michè porge di là,
dì: può entrà persona!
E le può dì, giudicare lì se è vero,
lì segnali una prova.
Risate c’è, dì,
cadetto lì fa teatro, creda dille.
Reagite che non lo è Trà di dormire e non distrae.
Gol parano a demonio e vincerà: forti di lì!
Ah, scesi che il cuore è na petra,
permise mò Re!
E non ce n’è sordo
se Re manda sangue ai cuori!
Cari giù salutati,
c’è, l’ama lì giù!
Oggi ci aprì.
RITA
In giù mi porti ccà,
ah, lady laggiù mi dà, concentra assai giù!
Il vero darà giù Erasmo,
cieli n’apre: enorme!
Già Mirella è vicino da te,
e darti lì veniamo:
già c’andresti in nervi se dar parole?
Però a persona le doni grazie e modi lì.
‘Un si deve partì da noi,
v’osserva, c’ama là,
da cassa là è nati,
ben scemi là, lì birbi!
E fame percepì,
è mali ma
il merito giù qua chiede il Sommo, dì!
Sei buona, a maggio torno a te,
va da lì un giorno giù Desideri.
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SPIEGAZIONE DEL TESTO
Il Santo è ben consapevole che la lista delle persone che mi fanno una richiesta per poter sentire i loro cari sta aumentando sempre di più, giorno per giorno, al punto che per me sola è ormai impossibile accontentare tutti, anche non dormendo più la notte. Vengono richiesti tanti "morti", dice la mia guida, e i "viaggi" da fare lassù col registratore sono tanti da fare, e lui poi è sempre disponibile a darci coloro che vengono richiesti. Rivolgendosi a me e alle due gentili signore che hanno deciso di aiutarmi, il Santo scherza un pò come suo solito e dice che ci ha fatto l'abbonamento per andare lassù col registratore, ci dà il "pass" per poter entrare e basta che facciamo un colpo di tosse e lui arriva. Che effetto mai fa l'amore agli uomini che ancora vivono sulla terra, si chiede Sant'Erasmo? "fa ripiglià fiato", è la sua risposta, nel senso che questo amore che ci giunge attraverso i messaggi di speranza che i nostri cari defunti ci portano, dona sollievo, riporta fiato a coloro che vivono nell'apnea della disperazione e dell'incredulità. Nelle prossime frasi, Sant'Erasmo risponde idealmente ad un giovane lettore che mi ha scritto per dirmi che ha ritrovato la speranza e la fede grazie ai messaggi di questo sito e che afferma di aver scoperto questo sito per puro caso. "Arò" in dialetto napoletano significa "dove" e dunque il Santo dice in poche parole "ma dove per caso?", per dire che non è stato frutto del caso, che il ragazzo è stato in qualche maniera ispirato e guidato verso il sito e che lui gli fa gli auguri affinchè egli trovi Dio dentro a questi messaggi. Perchè faccio tutto questo per voi? Perchè vi concedo tanto col permesso di Gesù, dice il Santo? Perchè il suo desiderio sarebbe quello che il Purgatorio non servisse più lassù, che le famigerate "grotte" come lui le chiama venissero simbolicamente bruciate perchè nessuno arrivi più ad andarci dopo la morte terrena, dunque per indicarci ancora una volta la Via della Salvezza che è Gesù Cristo, per darcene la prova. Chi ha già avuto la grazia di ricevere un messaggio da un proprio caro sa bene che essi vogliono solo rallegrare il cuore addolorato dei loro cari che soffrono per il lutto. Ci vuole una preghiera, dice S. Erasmo, quando si arriva a considerare che proprio nella Croce di Cristo c'è la vera vita, quella dello spirito, quella eterna. E in questo concetto che ha appena espresso, dice il Santo, c'è il vero.
Alla mamma di Eugenio ha parlato di questi messaggi metafonici e di me un mio amico, Michele, ed Eugenio lo sa bene, visto che si rivolge proprio a "Michè" e gli dice che è stato lui a porgere questa verità a sua mamma, e vuole che le spieghi anche che, con la metafonia, le persone posso "entrare" lassù per parlare con loro, davvero, per quanto difficile sia crederci.
Michele le può dire tutto questo essendo stato anche lui testimone e giudicare se tutto ciò è vero, che le segnali una prova per farle meglio comprendere. Lassù dove egli si trova ci sono risate, allegria e scherzando Eugenio dice che egli, da cadetto, ossia da principiante, lassù si dedica al teatro (in maniera simbolica, ovvio, è un modo per dire che fa delle attività che potrebbero essere assimilate al nostro teatro) e mi chiede di dire a sua mamma che ci deve credere a questo. Rivolto ai suoi familiari dice che devono reagire al dolore (si tormentano perchè non conoscono la dinamica dell'incidente) perchè lui (si è dato il buffo nomignolo di Trà accorciando il suo cognome) non si è distratto e nemmeno addormentato al momento dell'incidente, è stato dunque egli vittima per qualche altro ostacolo che gli si è parato. Con una metafora calcistica dicono che i suoi pareranno i gol che vuole fare loro il demonio (con la tentazione di allontanarli da Dio a causa della perdita che hanno subito) perchè essi sono forti, devono restare forti nella fede. Lui scese col permesso del Signore per registrare perchè sa bene che sua mamma al posto del cuore ora ha una pietra. Ma non reggeranno tanto i "sordi" alla chiamata di Dio finchè Egli manderà sangue ai cuori, ossia li vivificherà con il Suo amore. Ora ha salutato i suoi cari quaggiù e vuole che essi sappiano che egli è vicino a loro e che li ama. Oggi, finalmente, dice con gioia, gli ho aperto il mio registratore.
In giù mi porti qui (ccà spesso lo dicono, vuol dire semplicemente "qua" in napoletano) dice Rita con stupore, e dice che io (mi chiamano ormai spesso "lady") le dò questa possibilità e che mi concentro molto per decifrare i loro messaggi. Erasmo darà solo la verità coi suoi messaggi ed è enorme l'opera che egli fa per noi: aprirci i cieli. Dice a Mirella che il santo è già vicino a lei e che lei viene giù per darle il suo insegnamento ed il suo messaggio, e scherzando un pò le chiede se mica si innervosirà se sentirà sua mamma darle le sue parole (sa bene che, anzi, Mirella ne sarà felice). Bontà sua, vuole che sua figlia porti "doni e grazie" alla mia persona (non ce n'è assolutamente bisogno). Rita ci insegna che non bisogna assolutamente "partire" da questa terra per mano propria (come invece ha fatto lei in un momento di disperazione)il Signore ci osserva, dice, e in più ci ama sempre, e poi lei si è resa conto che coloro che sono lassù in realtà è come se fossero nati dalla loro cassa da morto a nuova vita, dunque con la morte i propri problemi non sono affatto risolti come si sperava, anzi, "ben scemi e birbi" i suicidi a credere ad una stupidaggine del genere. fame, dice Rita, Bisogna provare anche la "fame" nella vita, intesa come desiderio di qualcosa che non si riesce a raggiungere, ed è vero che nella vita si provano tanti mali, ma, dice rita portandoci una grande verità, il Sommo, un giorno lassù, ci chiederà proprio i meriti che ci simao guadagnati affrontando mali e problemi nella nostra vita. Rivolta a Mirella le dice che ella è una buona figlia e considera che è "tornata" col registratore proprio a maggio (evidentemente un mese per lei significativo) e poi chiude la registrazione con una frase che io ho interpretato come l'invito fatto a Mirella di andare un giorno anche dai signori Desideri a Sinalunga, forse vorrà parlarle ancora, o forse vuole che la figlia impari la tecnica della metafonia. |