Sant'Erasmo, con allegria, conduce un nonno, Fede, e una mamma, Rosa, richiesti dai loro parenti - 24/10/10

Una nota di allegria in questa registrazione, in cui il Santo, in apertura, chiama subito la seconda entità che si presenterà, Rosa. Lo fa cercando di trasmetterci l'atmosfera gioiosa e ilare che lo circonda, cercando di farci immaginare questa festosa comitiva di anime che accompagnano Rosa (e nonno Fede) a registrare viaggiando in quel "bus" che, tante volte ci è stato detto, è il mezzo metaforico col quale le anime giungono fino a noi (altri "mezzi sono, di volta in volta, il "taxi" e la "nave"). Fede è un nonno che è stato "richiesto" dalla sua amata nipote, mentre Rosa è la mamma di una mia lettrice bolognese. Vedrete che si presentano con tutto il loro amore ed affetto, dando ai loro cari preziose conferme della loro sopravvivenza e consigli per la loro evoluzione spirituale.

E cara, qui se molli, chi di noi lì notizie dà?......

SANT'ERASMO

Rosa, vai! Qui Rosa ha gruppo
e dici, eroina, vai!

Ah, si, in faccia sei rossa,
ti tiro un po’ posta,
timbri e il suo cognome trova.
Ah mbè, ti arriva lei in “coso”
il loro bus era vivo,
scherzava e ridere più lì!
Na medaglia avesti, si, pure te!


NONNO FEDE

E cara, qui se molli,
chi di noi lì notizie dà?

Ti cerca, hai l’ossa là!
Gli sconti, tra le radio
(decifra), buttai!

E ruggire era a frotte per troppi schei,
te gli rubi voglia!
Nave mise ordine ch’era un disco
che ce vò energie.

E chi ha fieri dubbi:
blocchi era, l’occhi va scossi.

La tesserina la resi messa brutta,
lì giusti è pace,
vederti lì, lo sai, sbucò,
qui so’ chiavi.

E figlie, sa, s’agita:
avere case lì blu, io!
Bloccare rosa da chi grugni le crea, bizze.
In me vive ccà!


ROSA

Nel cuore mi dà lì critica figlia,
ho messo la veste a stirà mò!

Tutte le tende sono lavate,
ti aiuta e c’è ammirar,
là c’ho novizia, ci stan ombre che dà.
A Pompei giungere,
potevi regalà amore all’anima,

e tra voci ce n’ha amore all’anima!
L’abc Re ci dà.
Mi critica, il vocione è basso
e qui mi irride.

E creativi, dire lì,
c’hanno speranza a esser guide.

Dirò: accir mare e hanno Sarno,
staran bene lì, eh!

Essi, mò e sempre,
mi deve, si, dire la messa là!

Bussa e chieder qui,
ce n’avrai de porte,
erede fà capì !
Era lo zio che esce da qui ci apri,
disse che le cicce le amava più!








 

 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Sant'Erasmo invita Rosa ad uscire dal gruppo di anime che la accompagnano per andare a dire qualcosa a sua figlia che l'ha richiesta. La chiama eroina forse per darle coraggio, perchè, come dice Sant'Erasmo, forse per l'emozione e la timidezza, Rosa è addirittura arrossita. La rassicura dicendole che sarà lui stesso a darle la "posta" da consegnare poi a sua figlia, ovvero il messaggio, l'aiuterà di certo come fa con tutte le anime che ci porta a registrare, le dice che ha i suoi "timbri", i suoi permessi e che, nella lista di persone che devono venire a parlare c'è anche il suo cognome. Poi, scherzando con me, mi dice che ella mi arriverà nel "coso", facendo finta di dimenticare il termine che poi invece poco dopo pronuncia, e mi dice che arriverà col bus, accompagnata da altre anime, dunque è un bus di persone vive che stanno scherzando e ridendo fra loro perchè sono felici per questo contatto. Mi saluta dicendomi che da lassù mi danno una medaglia per il lavoro che svolgo a loro favore.
Parla prima nonno Fede che, sospetto faceva parte anche lui di questa allegra comitiva di voci pronte a portarci prove e conforto, e prima di tutto mi fa una raccomandazione chiedendomi chi, nel caso mollassi tutto, potrebbe dare al posto mio loro notizie quaggiù. Da lassù mi cercano perchè ho le "ossa" per dedicarmi a questa attività, ovvero una struttura di possibilità personali e tecniche. Mi chiede di decifrare quanto dice subito dopo, ovvero il fatto che fra le onde radio, egli ha buttato come dei "buoni sconto" per coloro che afferreranno le sue parole e crederanno, "buoni sconto" che potremo poi un giorno utilizzare lassù a nostro vantaggio. Troppe persone, purtroppo, diventano feroci e malvagie per i soldi (dice "schei", ossia soldi in dialetto veneziano), e lassù sperano che queste verità che ci donano da lassù e che io diffondo, possano far passare la voglia di comportarsi in questo modo assurdo a queste persone (magari!). La "nave" dei disincarnati che si occupano di queste registrazioni, ha messo all'ordine del giorno la registrazione di nonno Fede ed anche il fatto che, per effettuarla, occorrono le energie che entità superiori, ossia gli angeli, mettono a disposizione. Si rivolge a chi, anche nella sua famiglia, nutre ancora "fieri dubbi" sulla sopravvivenza dell'anima e dice che questi dubbi sono dovuti a blocchi mentali e culturali, e che perciò bisogna schiarire meglio la propria vista, ovvero considerare con maggiore acutezza e conoscenza certe problematiche che ci portano allo scetticismo. Fa poi una metafora molto simpatica per dire in che condizioni era la sua anima una volta giunta lassù: dice che la sua "tesserina" punti era messa male, ovvero che gli aspetti positivi della sua vita erano in misura minore rispetto agli aspetti negativi, osserva che la vera pace immediata lassù è per coloro che hanno vissuto una vita pienamente giusta. Informa sua nipote che lui davvero era andato a visitarla subito dopo la sua morte per avvertirla (aveva fatto suonare la sveglia all'ora della sua morte, le cinque del mattino, quando la ragazza non l'aveva puntata a quell'ora), e le dice che da lassù talvolta possono "sbucare" quaggiù, perchè ci sono "chiavi" che esseri superiori mettono a disposizione di coloro che, da lassù, hanno il permesso di portare un segno, un messaggio di consolazione ai loro cari sulla terra. Pensando che le sue "figlie" sulla terra ora si staranno agitando per quanto ha appena detto a proposito della sua "tesserina" punti, le rassicura dicendo loro che lassù ha delle case "blu", ovvero luoghi piacevoli dove vivere, non certo luoghi oscuri (si vede che in fondo la sua "tesserina" non era messa poi tanto male come dice lui!). Dà un consiglio a sua nipote: se c'è o ci sarà un "fidanzato" o "corteggiatore" (non posso saperlo) che le crea malumori, ebbene che lei non accetti le sue "rose", ovvero il suo corteggiamento, ma lo respinga. La saluta ricordandole che lei vive tuttora in lui, nel suo cuore.
Rosa inizia con una riflessione che, probabilmente, le dà un pò di amarezza: nonostante appaia consapevole dell'affetto di sua figlia, dice che ella, in cuor suo, nel segreto della sua anima la critica, ma la rassicura dicendole che lassù lei ha messo la "veste" a stirare. Sapete che la voci usano un linguaggio metaforico, e la frase di Rosa vuole indicare che adesso lei ha rimesso a posto certe sue piccole manchevolezze, ha "lavato le tende", ossia ha pulito certe macchie che coprivano la sua indole (per cultura, educazione o altri condizionamenti). E per far ciò ha l'aiuto di uno spirito guida che è quello di una novizia: infatti, ci informa Rosa, ci sono delle anime più evolute che danno aiuto lassù a chi ne ha bisogno. Dà poi un consiglio a sua figlia, la invita a fare un pellegrinaggio a Pompei (sapete che lì c'è un noto santuario mariano dedito in particolare alla preghiera del Rosario), e questo pellegrinaggio, le dice, avrà l'effetto di donare ancora più amore alla sua anima, quello stesso amore che muove verso di noi anche le voci che ci giungono dai territori oltre la morte. E' il Signore che dona alle voci l'abc, ossia le capacità e le possibilità di comunicare. Rosa ci riporta una nota allegra quando ci informa che quelli che stanno con lei la criticano perchè, dicono, ha un vocione troppo basso quando registra. Sono gli spirit creativi che, un domani, avranno più speranza di diventare guide utili per gli altri lassù. Segue una nota ecologica, fatta con amara ironia: qui sulla terra uccidiamo il mare (lei dice "accir" in dialetto napoletano che significa "uccidono") e abbiamo fiumi inquinatissimi e nocivi come il famigerato Sarno, uno dei più inquinati del mondo, per cui come potremo sperare di star bene sulla terra se poniamo un rimedio? Chiede poi alla sua famiglia che le facciano dire messe ora e poi in futuro. Chiede alla figlia di bussare lassù quando ha bisogno, ovvero di pregare che troverà sempre delle porte attraverso le quali passare, e questo, le chiede, deve insegnarlo anche ai figli (o al figlio/a, coloro che le stanno intorno, insomma, non so bene). Rosa dice alla figlia che c'è lì con lei uno zio e chiede che si apra la porta della comunicazione anche per lui, e questo zio, dice, quando era sulla terra, scherzava e diceva che a lui piacevano di più le "cicce", ovvero le donne un pò più in carne.

COMMENTO

Mi ha colpito il fatto che queste due entità diano consigli personali e particolari ai loro cari sulla terra. Nonno Fede raccomanda alla nipote di non accettare una relazione che non la renda completamente felice, che le crea qualche malumore, mentre Rosa raccomanda alla figlia di fare un pellegrinaggio a Pompei. Mi sono chiesta: come mai proprio Pompei? La risposta l'ho rinvenuta tra le parole di presentazione del Santuario nel sito ufficiale, ve le riporto fedelmente: "Pompei è opera di Dio, tempio dello Spirito, luogo di conversione e di riconciliazione, di misericordia e di preghiera, di spiritualità e di santità. È città di Maria, venerata come Vergine del Rosario, alla cui scuola milioni di pellegrini imparano ad ascoltare le parole del suo figlio Gesù e a farne una ragione di vita. Pompei è dono dell’amore di Bartolo Longo, un innamorato della vita, un avvocato santo, che, animato da una straordinaria pietà mariana, ha impegnato tutta la vita a servizio del Vangelo, costruendo una nuova città dell’amore. Pompei è Rosario, progetto di vita, via che conduce alla contemplazione dei misteri della salvezza, rifugio sicuro nelle prove della vita, catena che lega i cuori a Dio e ci fa fratelli. È Supplica, preghiera filiale, fiduciosa e devota alla Madre del Signore. È missione mariana, mandato apostolico, servizio della Parola, impegno di annuncio della buona notizia del Vangelo con Maria e per Maria, la Vergine dell’ascolto e del fiat". Per questo particolare amore verso Maria che si esprime attraverso al preghiera da lei più amata e richiesta, il Rosario, in quel luogo il Suo amore si effonde con più immediatezza su coloro che lo invocano con cuore sincero. Il consiglio di Rosa, dunque, non sia rivolto solo a sua figlia, ma a tutti noi.

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