Capita, eccome, che i medici in ospedale si affezionino ad un loro paziente. Ed è per questo che Giuseppe mi è stato richiesto proprio da un dottore che lo ha assistito fino alla sua morte, in ospedale, con tanto affetto - Delio è il giovane figlio suicida di S. - Ilaria è la giovane figlia di M.G. - 29/09/2013

Molto spesso i medici salgono alla ribalta della cronaca per episodi di malasanità e comportamenti sanzionabili, e purtroppo ciò ci abitua all'immagine di una sanità poco umana, distaccata dai bisogni e dai drammi del paziente. Ma non è proprio così, per fortuna. Ci sono, negli ospedali italiani pur così pieni di problemi, medici meravigliosi, umani, capaci ancora di dare un senso profondo al loro lavoro così difficile e delicato. Come in questo caso che mi si è presentato sotto le spoglie di un giovane medico d'ospedale che, dopo essersi prodigato nel curare quest'uomo nel miglior modo possibile, lo ha visto purtroppo morire dopo mesi di sofferenze affrontate in maniera dignitosa, con forza d'animo fuori dal comune, al punto da aver lasciato, in chi lo ha assistito e curato, un vuoto affettivo, anche per il grande insegnamento che ha saputo dare nel vivere la sua terribile malattia con coraggio e compostezza non comuni. Spesso sono i malati che insegnano ai dottori....E questo medico mi ha chiesto un contatto con Giuseppe, così si chiamava il suo paziente, per avere la consolazione di sapere che ora ha terminato le sue atroci sofferenze e può iniziare il suo cammino nell'Aldilà nella pace di Dio. Dopo Giuseppe è il turno di due giovani figli: Delio, suicida, figlio di S. e Ilaria, figlia di M.G. Per aiutarvi nella comprensione del messaggio di Ilaria, vi dico che la sua mamma fa metafonia e riceve lei stessa messaggi da sua figlia, ma ultimamente da lassù le dicono che Ilaria è "occupata" e non può più venire a darle messaggi. Comprensibilmente dispiaciuta da tutto ciò, M.G mi ha chiesto se potevo contattare io sua figlia, sempre per grazia di S.Erasmo, e cercare di capire un pò di più di questo suo allontanamento dal registratore della mamma. E Ilaria ha dato la sua spiegazione.

di là chi peccò mo ccà pace non ce n’è.......

GIUSEPPE

Ah neh, da letto ero,
là venne giù dire…

e da là copia, dà entrata…
uscire doglie,
busta là provvide…
son là, visità sto, caro ti fa.
Che, neh, i dolor non lì tieni:
là chi peccò mo ccà pace non ce n’è…..
sentir farà frase che n’ha dì, eh!
Ha pigiama? Che esca a bere
da chi là, qua n’ammirai!

E dai, eh, su lì, e gir stell…
Messaggero, cuore, deh, c’è!
E là dì, poi, carne c’è, tradì ccà, vero.
Ma no apri? Il sole mò!
Dirò: uno ama le chiese “nuove”? E’ idiota!
Ha dat’ mò ccà,
a me darai là, dì mo “grazie”: stravide….
Oh n’hai! Che è lieto giù dirai!


DELIO

Oh sta su, eh!
Vedi, è mare!
Ve trasse Re de chiamare!
Oh, vengo a nuotare,
ha Leone nota…chi sfidò mò n’ha lì!
E sempre, ah dì, ebbi Martire,
che lì de sopra credo sta,
fiderà: do me!

Oh vista che, mà, ho,
d’onde sto a dì!

Oh cercano Re? Là cosmo, lì!
Non livore..occhio!
Là nostra ponga le vele,
darò qui segnà e qua resterà:
furono amari l’attacchi de destino,
giù, eh, fa ledere gli occhi….
si vede già anche, si, là.

E sta casa era già là,
poni là se ce l’avrà muri, eh!
E’ ccà nostra…vano, eh, salta lì!
Re fa noi a uscire, lì, su, n’applica, c’è!
Ahi voglio! Adotta lì, eh,
chissà, gente è lì d’unire,
oro passa e tira noi,
qua lotta, allenà, dici, un fià….
E giù, ma là l’eroe sta, dì!

 


ILARIA

Oh sai, sempre c’è visto a Re voci,
e là vice, si, ero,
giusto fermarci su!
Eh, ma anche parto,
per lei dopo,
neanche se c’è lì musi…su, ride?
E dì: va giù l’ombre e ti dà i raggi,
videro lì frutti, là tutti.
M’era Dottore permessi,
là rose giù!

E dai, ci so dire, a me darai Messa, neh?
Lì darebbe dischi, deh?
E fa ali quest’ode e mai viene troppo!

 

 

 

 


SPIEGAZIONE DEL TESTO

Giuseppe si è trovato, improvvisamente, dal letto di ospedale in cui era ricoverato, in questo nuovo mondo di luce che lo ha "accolto" e appare sorpreso, anche per il fatto che può venire a parlare tramite il registratore. Mi chiede di dare una copia del suo messaggio al dottore che lo ha curato con tanto affetto e dice che il cielo dà loro la possibilità di "entrare". Morire, per lui, è stato"uscire dalle doglie", perchè certo Giuseppe ha sofferto negli ultimi tempi della sua vita. Il cielo provvede a che lui porti questa sua "busta" per il dottore che lo ha richiesto. Lui è proprio qui e sta facendo lui ora la sua "visita" per il dottore, il cui interessamento glielo rende ancora più caro. Giuseppe vuole dire una cosa che ora gli sembra davvero importante: i veri dolori per un essere umano non sono quelli che possiamo soffrire qui sulla terra, ma sono quelli che possono provare lassù coloro che hanno peccato, essi trovano pene ancora più dolorose perchè nascono nello spirito. E Giuseppe si raccomanda che il suo dottore faccia sentire questa sua frase a chi è disposto ad ascoltare anche nel suo ambiente. Chiede ironicamente se per caso il suo dottore non sia in pigiama....e visto che non lo è, allora che esca a bere per festeggiare il suo nuovo stato nell'aldilà, lui ammirò molto questo dottore ed il bene che gli ha voluto. Gli dice di tirarsi su di morale che ora lui lassù gira fra le stelle, ed ha una parola buona anche per me, il "messaggero" che recapiterà il suo messaggio, dice che c'è "cuore" in questo. Sulla terra abbiamo un corpo di carne e fu proprio la carne a tradirlo con la malattia....chiede a questo dottore perchè non decide anche lui di aprire loro le porte con la metafonia, visto che dietro a questo fenomeno c'è il sole della Verità e della conoscenza. Un altro insegnamento da Giuseppe: coloro che abbandonano la nostra fede cristiana per seguire le nuove "religioni" come la new age, il "salutismo" e così via, sono degli "idioti" perchè ora lui ha la certezza che la Verità è solo Cristo e solo da Lui viene la salvezza. Lui ha dato ora il suo messaggio, sta per salutare, vuole che io dia ancora il suo grazie a questo dottore che un pò "stravide" per lui e gli chiede di dire qui ai suoi cari che lui ora, lassù, è lieto, sta bene.
Delio, innanzitutto, raccomanda a sua mamma di stare su di morale, in fondo c'è questo "mare" di onde sonore che ci permette di comunicare e poter sentire ancora vicini coloro che abbiamo perso. La ispirò Gesù, sua mamma, a chiamarlo tramite me, e ora lui viene a "nuotare" simbolicamente in questo mare di onde per dare il suo messaggio. Gesù (uno dei suoi appellativi è " Leone della tribù di Giuda") ha la "nota" che ora Delio porterà, proprio Lui che ora si trova davanti chi, con il suo gesto estremo, lo sfidò....Bisogna sempre dire che è opera del Martire tutto ciò, ossia di S.Erasmo, che ha avuto fiducia in lui e gli consente di parlare. Delio dice a sua mamma (la chiama "mà") che ora una "vista" molto più completa e vera sulla sua vita passata e sui suoi errori, ha compreso molto di più, adesso, e lo dice attraverso queste onde che ci mettono in comunicazione. Se quaggiù la gente cerca il Signore, beh, dice Delio, c'è il Cosmo, la Creazione tutta a testimoniare che Lui esiste ed è l'autore del tutto, e non bisogna avere livore verso Dio credendolo colpevole dei nostri dolori, in ciò bisogna avere occhio, fare attenzione ad evitarlo. "La nostra", ovvero sua mamma, ponga le "vele" simboliche della speranza verso questa meta dove ora lui vive, ovvero nell'Aldilà, e ora dirà qualcosa che vuole che lei si segni a futura memoria: furono molto amari gli attacchi del destino verso sua mamma (lei ha perso anche il marito ancora giovane), e questo la fa piangere tanto da farle far male agli occhi, lui la vede anche da lassù e sa quanto sua mamma soffra ancora e non si dia pace (e lui non vuole questo, logicamente). La casa simbolica che troveremo lassù, dopo la nostra morte fisica, già ce la costruiamo qui sulla terra, con le nostre azioni, dice Delio, e se essa avrà muri solidi oppure no, lo stabiliamo già qui sulla terra, con la nostra stessa vita. Ed è solo quella la nostra vera casa eterna, ecco perchè bisogna "saltare", evitare, le cose vane, i beni che si corrompono e che dovremo lasciare qui sulla terra e pensare a costruirci quella casa simbolica lassù. Gesù permette loro di uscire a comunicare, è una Sua grazia, e Delio chiede a sua mamma di applicarsi anche lei alla metafonia, addirittura grida che lo vuole perchè, dice, sua mamma è adatta a registrare e poi, chissà, magari lo scopo di queste comunicazioni è di unire la gente in una sola fede, quella vera. Da lassù loro passano e ci tirano l'oro della verità e della speranza, invita sua mamma a lottare per trovare pace, ad allenarsi un poco (un fià, lo dice in veneto perchè sa che lo comprendo) per fare metafonia anche lei. e saluta dicendo che l'eroe, ovvero S.Erasmo, è sempre presente in queste registrazioni che giungono con il suo patrocinio.
Ilaria si rivolge alla sua mamma e le dice che sulle voci che giungono direttamente dal piano di Dio c'è sempre il "visto", ovvero un permesso...esse, cioè, hanno sempre bisogno di questo permesso per poter comunicare nella grazia di Dio. Ilaria dice che lassù ora lei è la "vice" di qualche spirito elevato in qualche "missione" spirituale particolare, per cui, dice a sua mamma, era giusto fermarsi un pò nelle comunicazioni fra di loro. Dice che "parte" spesso per svolgere dei compiti e quindi per forza di cose le richieste della sua mamma vengono dopo, e scherzando chiarisce che è così anche se sa che la sua mamma mette i "musi" lì.... che rida a questa sua battuta! Vuole che io dica che davvero vengono le anime (in questo caso molto evolute) a portare raggi di energia che permettono di comunicare, e qui tutti coloro che sanno della comunicazione fra i due mondi hanno visto i frutti spirituali di tutto ciò. Ora Ilaria ha i permessi del "dottore", ovvero di Sant'Erasmo, per parlare e manda rose a sua mamma per omaggiarla e consolarla. E visto che lei è così brava e ci sa fare a parlare, chiede una messa in suffragio a sua mamma e poi le chiede se volesse rendersi disponibile a registrare anche per altre persone, a dare "dischi", a consegnare, cioè, registrazioni a chi ne ha bisogno, aiutando così il progetto divino che tende a diffondere queste verità. Quest'ode che lei sta lasciando a sua mamma è stata fatta grazie all'energia degli angeli (ali) che, sola, può permettere questo scambio fra i due mondi, e non sono mai abbastanza questi splendidi messaggi di speranza e consolazione.

COMMENTO

Quando penso alla storia di questo affetto così umano nato fra le mura di un ospedale fra un paziente ed uno dei suoi dottori, penso che sarebbe una storia bellissima da raccontare con un film, scoprendone tutte le sfumature psicologiche, le tensioni intime delle due parti in causa, le evoluzioni che questo rapporto inevitabilmente ha portato ad entrambi. Peccato che oggi storie così delicate e profonde non facciano successo ai botteghini e se non c'è sangue, violenza e catastrofi, i cinema restano per lo più vuoti. Resta comunque una storia bella, pulita, che rende onore all'umano. Straordinarie anche le parole che Delio dedica a sua mamma, parole con un fondo di dispiacere e rimpianto che però ci fanno intuire che, avendo egli compreso meglio il disegno e le azioni della sua vita, ora lassù può iniziare il suo percorso verso quel Re, che un tempo ha sfidato col suo gesto, su nuove basi. E quel Re che gli permette di dare il suo messaggio alla mamma mostra qui la Sua grande misericordia, un oceano così vasto in cui spesso noi stessi ci sentiamo smarriti. Ilaria ci insegna che le anime evolute lassù hanno dei compiti spirituali da portare a termine in aiuto di anime più involute. Ci insegna che l'aldilà, insomma, non è affatto il luogo dell'eterno riposo come ci insegnano falsamente ma, anzi, è un luogo dove è l'amore e solo l'amore a mettere le anime in quel grande movimento di aiuto che risponde al disegno divino che vuole salvi tutti i suoi figli, a patto che lo vogliano, è chiaro.

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