PIERO
V’è un osservatore, però ha qui l’aghi.
Enorme lusso dà qua, vero,
fa un giro, qui dirò, là Piero:
male qui sta!
Inutile io, sai, ero:
dirò disturbi l’hai e rischi là hai.
Fosse serrature da là
io giù, qui dichiara, l’aprirà.
E lima che c’ha domandare lì,
pagherà volè la risposta,
ti giunga il sale, gli dà prete già qui,
e lì uscirà.
Qui c’è spie: va a morire il verme,
và, da questi piedi, là, leva.
Si, me scappa: la moglie era là nostra:
giù lì manda a remà.
DIANA
Ma il Signore, se sta lì, qua veglia,
ah, già sta là!
Ne fa, si, legger, pare!
Se lascia solo fari nei rami,
trovar c’ha l’echi de lì dire, là, noi.
Hai lì trovabile noi,
salma che me bruciai!
E su viaggiai,
era nero, mò coi rai (raggi)se scenne!
Ero lì Diana, fa di lì virtù!
Ah, stretti a voi Re ci entri!
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SPIEGAZIONE DEL TESTO
Piero (mi dirà più avanti di essere lui) mi avverte che c'è un osservatore invisibile e non benevolo che esamina il mio operato, un osservatore che, però, ha "l'aghi", cioè, metaforicamente, gli strumenti per pungermi, provocarmi fastidi. Pensando all'Altissimo dice che Egli gli concede un lusso enorme facendogli fare, in maniera figurata, un giro qui sulla terra grazie alla metafonia, poi fa un'affermazione
che credo si riferisca al fatto che vede che il male, quindi, sta qui, attorno a me, spiando ciò che faccio e dunque egli si preoccupa perchè, mi dice, si sente inutile in quanto non riesce ad aiutarmi ad allontanare questa presenza che mi dà disturbi e mi ribadisce che corro sempre dei rischi facendo metafonia. Poi, proprio fedele al suo carattere terreno, ostinato e deciso, dice che se si trattasse di aprire delle serrature per tornare qui e difendermi, sicuramente lui le aprirebbe in ogni modo. Poi mi chiede di domandare protezione (metaforicamente egli parla della lima che il Signore ha per spuntare quegli aghi appuntiti), certo pagherò il prezzo per aver voluto la risposta al mistero della morte, però poi mi dice che mi giungerà il sale esorcizzato di Sant'Erasmo (il prete) e questo farà uscire l'entità negativa dal mio ambiente. Dice che lassù hanno spie che avvertono che quel verme morirà (ossia finirà di darmi fastidio, notate che lo chiama dispegiativamente "verme"), e pare intimargli di andarsene dai piedi. Chiude con una nota tenera, di cui pare quasi scusarsi per il fatto che queste sue parole paiono legarlo ancora troppo al piano terrestre, dice che gli scappa una cosa da dire: mi ricorda che io ero sua moglie (parla al plurale come spesso fanno quando non trovano le sillabe adatte per esprimersi al singolare), in un gesto di dolcezza e nostalgia che mi ha commossa. E come sentendosi ancora parte di una coppia, dice che il Signore manda lui da una parte e me dall'altra, a remare per portare questa verità a tutti.
La seconda entità, che si presenterà come Diana, ricorda che, comunque, queste registrazioni sono sotto la protezione del Signore che veglia su quanto faccio (mi rassicura quindi dopo quanto mi ha detto Piero). Ci ricorda che il Signore ce ne fa leggere di cose meravigliose tramite queste registrazioni! Poi, con un'immagine poetica, mi fa capire il loro compito lassù: è come se ci lasciassero, grazie a questi messaggi, delle luci fra i rami di un albero frondoso e fruttuoso (lo interpreto come la vita nel suo complesso, prima e dopo la morte) e loro devono sforzarsi di ritrovare gli echi del nostro modo di esprimerci terreno per farsi capire (capite la bellezza di questa rivelazione?: loro che non hanno più voce, apparato fonetico, laringe per parlare, devono agire sul registratore per poter farsi comprendere da noi, per poter riacquistare un sistema di fonazione col quale poterci parlare. Vi ricordo che loro lassù comunicano telepaticamente, quindi immaginate lo sforzo che fanno, sempre sotto il controllo di Spiriti Superiori). Poi ella, quasi con sorpresa, mi invita a riflettere sul fatto che qui, nel registratore posso trovare vivi e coscienti anche coloro che, come lei, si sono fatti cremare, ridurre in cenere, dopo morti: cioè l'entità cosciente non si serve del corpo al di fuori del quale essa può ancora vivere e comunicare. Poi, rammentando il momento della sua morte, ella ci dice che "viaggiò" verso l'alto, verso l'altra dimensione, dove però si ritrovò in un luogo nero, scuro (dal quale forse è uscita ora), però ora, grazie ai raggi di energia messi a disposizione da entità angeliche, ella può ancora scendere sulla terra. Poi dice che qui sulla terra si chiamò Diana, e mi invita a far virtù di quanto lei ha detto. Saluta con un augurio: che il Re entri fra tutti noi, vivi e "defunti". |