Si presenta Jerome, un seguace di Gandhi, che ci confessa di aver compreso, lassù, il valore di Cristo e ci raccomanda di amarlo se vogliamo davvero "possedere oro" - Vanhi, una povera donna indiana, viene anche lei per confermarci l'importanza di credere in Cristo e di amarlo, e ci rivela che Madre Teresa era stata mandata dal Signore Gesù per la salvezza anche degli "intoccabili", ultimi fra gli ultimi. - 31/12/09

Vi presento qui una registrazione davvero particolare nella quale Sant'Erasmo ha lasciato il posto a due entità "straniere", per così dire, straniere anche, durante la loro vita terrena, alla nostra cultura e al nostro credo. La prima entità è quella di Jerome che ci rivela subito di essere stato, in vita, un seguace di Gandhi, anzi di aver fatto politica nel suo partito, ma ci rivela anche che, dopo il suo passaggio al mondo spirituale, egli ha potuto conoscere ed amare la figura di Gesù Cristo che ora sa essere il vero Dio e Salvatore, raccomandandoci di amarlo e riconoscerlo come Nostro Signore se vogliamo possedere il vero oro, la vera ricchezza, che è quella spirituale. Il messaggio di Jerome è semplice e complesso allo stesso tempo: egli ci invita a riflettere sul fatto che, pur essendo stato un estimatore di Gandhi, il cui messaggio di non violenza ed amore universale pare ispirarsi per certi tratti alla logica cristiana, ora però egli ha dei tasselli fondamentali in più per comporre il quadro mirabile della verità. Infatti Jerome ora sa che Cristo non era solo un semplice profeta, per quanto mosso da indicibile amore e compassione, ma che è Egli stesso Dio e Salvatore, Colui che, col suo sacrificio, ha donato a tutti gli uomini, tutti suoi figli, la vera salvezza e la vera Luce, l'unica vera Via per giungere più vicini al Padre, appunto. Ed è stato il Padre ad attirarlo verso questa verità per pura compassione, per poterlo salvare e dargli un'altra possibilità di stare più vicino a Lui. E quanta consolazione, dice Jerome, sanno donare questi messaggi (che Egli permette ci giungano dall'aldilà) a coloro che sono tristi e non vedono la Luce! Jerome lo sottolinea con forza, invitandomi a non fare solo "arte" con queste parole, ma a farle vivere, a renderle concrete e vibranti, a farne una sublime medicina per i cuori confusi, addolorati, soli. In fondo, dietro questo "miracolo" delle comunicazioni metafoniche, c'è la stessa volontà di consolarci e venirci incontro che Gesù ha sempre avuto, fin da quando il mondo lo ha conosciuto come uomo. Lui stesso ci invita ad appoggiarci a Lui, al suo amore, non chiede di meglio che dissetarsi col nostro amore liberamente offerto, ha ancora sete di noi e della nostra pace, per questo continua, imperterrito, a chiamarci per nome, ad aprirci spiragli di luce e di amore, a farci intravedere la mirabile costruzione di quel Regno che vuole donarci a tutti i costi, anche dopo morti, se durante la nostra vita non lo abbiamo conosciuto e non lo abbiamo potuto amare "liberamente". Capite cosa vuole dirci Jerome? Che nemmeno dopo la propria morte, se abbiamo comunque avuto una vita giusta ed onesta, è troppo tardi per conoscere Gesù, se non lo abbiamo potuto adeguatamente conoscere ed amare in vita! Egli non rinuncia a nessuno di noi, possiamo dirgi quel "si" che Egli tanto anela anche dopo la nostra morte, purchè il nostro comportamento sia stato comunque improntato all'amore verso il prossimo. Credo che sia un messaggio davvero molto importante, che ci viene confermato poi anche dalle parole della seconda entità, Vanhi, che ci lascia capire di aver conosciuto il messaggio che Madre Teresa di Calcutta aveva portato fra la sua gente, gli ultimi degli ultimi, gli intoccabili, spesso odiati al punto di essere bruciati per la loro miserrima condizione. Eppure, immaginate la meraviglia di quanto ella dice: nei dormitori pieni di miseria e disperazione dove la santa di Calcutta raccoglieva i disperati dell'India, i dimenticati, gli ultimi del mondo, ella ha visto il Re (attraverso l'opera dei seguaci della Madre), ha visto la sua Luce di salvezza e a Lui si è aggrappata, ed ora è libera, libera di crescere sotto le sue ali per raggiungere la Luce e la pace. La disperazione del mondo coi suoi problemi, la polvere e l'abbandono, la sensazione di sentirsi più animali che uomini, la paura di essere carne destinata alla voragine di un inutile nulla, sono laggiù sotto, lontani anni luce da Vanhi, erano solo giorni che correvano in un altro spazio-tempo.....

"Oro posseder?" Re ami ....

JEROME

Verrai, resta martire,
ha calesse,
ai morti reggi maestà!

Milù mbala silù mbalesci.

Jerome è di Gandhi,
nei seggi Gandhi entrai,

Mò Re ebbe:
Jerome a dì n’hai: “Oro posseder?
Re ami!”.

Se più ispiriam indirizzo hai!
C’è prove: ti apre a suonare una lettera (sito!),
getto stelle al raggio, avrà fede!
Progetti ne ha, l’indirizzo hai!
Si sta no ad amare sogni,
dare il mio ti può:

mirano, si, notizie quegli tristi,
si vò tristi piste,
e mò qui dare dischi,
salva veloce!

Oh, senti, Jerome ha là:
onor fa se lo tiri già lì,
già ebbi: giungo a te!

A intro qui resti ma nun fa arte,
e staremo astrali scindere lì,

avesti segnale mò e noi si raggruppa lì.
Jerome ha, e mò qui sacrificio conosce lui,
Signore attirò, qui onor fa: scegli!


VANHI

Già i lari fanno a noi,
c’ha lì biro egli.

In muffa ora figli ti girano,
a teen-ager Pausha le doglie esce mò!
I suoi Re figli vuol salvi
e noi già mandavi Teresa!

Hai visti nei dormitori i Re?
Chi noi s’è qua liberi!

Ira, odio ebbe noi, da bruciare.
Hai visti, e forte, lì!
Camminà lì, e di noi dirai delle belle:
e solo carini noi, dirai belle.
De lì Vanhi, in grazia,
è la tipa giusta, figli!

A issargli mogli Nar gonne va.
E a noi sui denari viso Zanussi era….


ZANUSSI

Altro ho potuto fa….
fo altro!







SPIEGAZIONE DEL TESTO

Jerome, comprendendo che mi sarei aspettata di sentire Sant'Erasmo, mi rassicura dicendomi che il martire resterà (ricordo ai nuovi lettori che Sant'Erasmo è spesso ricordato come il "martire"), che è sempre lì nelle quinte perchè è lui che ha il "calesse" per condurre i "morti" a parlare, pertanto mi invita a sostenerlo stando da quest'altra parte. Poi Jerome improvvisa una specie di canzoncina con termini per me incomprensibili; però il fatto che canti felice mi fa capire che egli si trova ad un buon livello nell'aldilà. Si presenta, poi, chiarendo subito che egli "è di Gandhi", è stato un suo seguace e che addirittura ha fatto politica attiva col partito di Gandhi. Però adesso egli ha avuto la gioia di conoscere il Re e allora mi dice che devo dire cosa lui vuole che si dica, cioè che se si vuol possedere il vero oro bisogna amare il Re. Llassù si danno tanto da fare per ispirarci pensieri e comportamenti più corretti e per darci l'indirizzo giusto, e la prova di ciò è che il mondo spirituale, col volere di Dio, mi apre al solo gesto di "suonare una lettera" (credo si riferisca al fatto di schiacciare il tasto del registratore). Lui stesso dice di "gettare stelle al raggio", ovvero di darci perle di saggezza col raggio di energia angelica che permette queste comunicazioni tra i due mondi, e grazia a ciò, assicura, tanti avranno fede. Lassù ci sono tanti progetti per conoscere i quali conosco l'indirizzo (la metafonia). Assicura che chi legge queste frasi con fede e certezza che sono davvero doni del mondo spirituale, non è affatto un sognatore, queste comunicazioni non sono sogni, e a proposito di sogni, dice, può donarmi il suo che è quello che i "tristi", i depressi, possano guarire velocemente grazie a questi messaggi di grandissima speranza che ci fanno certi che la morte non esiste. Se essi vogliono conoscere le "piste", ovvero queste registrazioni incise su nastro magnetico, bene, allora potranno davvero guarire dalla loro tristezza. Mi dice che per lui è un onore che io l'abbia tirato di nuovo quaggiù, ne è felice, e già il fatto di essere giunto a me lo rende appagato. Mi avverte che, certo, con le registrazioni è concesso solo di stare nell'ingresso (intro) dell'aldilà, di poter dunque intravedere più che vedere, però non devo limitarmi a trattare i messaggi come una semplice forma di arte, ma renderli vivi e pregnanti, dare loro il valore di veri insegnamenti, e se ciò sarà allora promette che lassù, qualche volta, mi concederanno un "viaggio astrale", una specie di sogno lucido in cui il nostro corpo astrale può avvicinarsi all'altra dimensione e a coloro che la abitano: mi rassicura circa l'innocuità della cosa perche, dice, loro si raggrupperanno tutti quaggiù, vicini a me. Mi saluta con la rivelazione che ora conosce il sacrificio di Gesù Cristo, morto per tutti gli uomini, e ciò grazie al fatto che il Signore stesso lo attirò alla verità per concessione di grazia. Fa onore lassù, dice, scegliere in vita la vera via.
La seconda entità, una donna che dopo rivelerà di chiamarsi Vanhi (è effettivamente un nome indiano di donna, come ho potuto appurare, e così ho visto come va scritto), esordisce che le entità che l'hanno interpellata (tra le quali c'è sicuramente anche Sant'Erasmo), fanno da "lari", ovvero da protettori (i lari erano le divinità romane protettrici della casa), e che egli (probabilmente Sant'Erasmo) ha una biro per scrivere quanto ella ha da dire (è ovviamente un'immagine simbolica). Amaramente dice che ora, dopo la sua morte i suoi figli la considerano solo "muffa", non avendo più rispetto per quanto ella avrebbe voluto da loro, e infatti la teen-ager Pausha, forse sua figlia, è già incinta e sta per partorire. Passa poi ad un argomento più profondo: ci dice che il Re vuole salvi tutti i suoi figli ed è per questo che aveva mandato "Teresa" (Madre Teresa di Calcutta) là dove probabilmente anche ella viveva, ovvero fra gli intoccabili di Calcutta. Mi chiede ironicamente se ho mai visto i re nei dormitori, facendomi intuire che invece lei lo ha proprio visto il Re là dentro, attraverso la carità, la compassione e la dedizione che le suore di Madre Teresa mostravano loro. Ella dice che chi di loro è riuscito a scorgerlo il volto del Re là dentro, ora è libero, libero grazie a quell'incontro ineffabile nella desolazione del dormitorio. Ricorda che ella, come gli altri intoccabili, ha subìto solo odio e ira, ira talmente profonda da poter essere anche bruciata. Mi ricorda che ho i visti per parlare con loro e sono visti forti, ovvero permessi saldi. Mi invita a darmi da fare (cammina lì), e così ne potrò dire delle belle di loro lassù e solo di "carini", ovvero di spiriti positivi. Poi, con fare scherzoso, mi dice che lei, Vanhi, che è in grazia di Dio, è la tipa giusta, ovvero uno spirito benevolo e che può parlarci serenamente. l'ultima frase (sembra un avvertimento rivolto a qualche parente suo, forse proprio sua figlia Pausha?) non so proprio a chi ella ha voluto riferirla: dice che Nar (anche questo un nome indiano di uomo) da vero dongiovanni, se ne va in giro a sollevare gonnelle di mogli altrui. Poi mi dice, con un'immagine, che c'è lì Zanussi (vi ricordate? Mi chiese di far dire una messa per lei, cosa che ho fatto, leggete qui la sua storia) e così le lascia l'ultima parola. Zanussi pare che voglia dirmi che ora ha potuto fare altre cose oltre che disperarsi per l'ambiente orribile che la circondava, forse vuole dire semplicemente che sta un pò meglio.

COMMENTO

Credo che non avrei potuto iniziare meglio questo nuovo anno di registrazioni: queste due entità che hanno vissuto la loro vita terrena in India vengono a donarci una testimonianza davvero molto importante. Sebbene abbiano avuto un'altra religione, un'altra cultura in cui certo la figura di Cristo non viene fatta conoscere molto facilmente (ricordiamo, anzi, la guerra crudele che gli indù stanno facendo ai cristiani in India, la strage di Bahawalpur e le violenze di Orissa contro i cristiani che continuano ad essere martirizzati), essi testimoniano di aver capito, dopo la morte, quando la verità viene comunque rivelata, che Gesù Cristo è il vero Signore e Salvatore delle anime, per cui ci richiamano all'importanza di sceglierlo già qui, sulla terra, senza attendere di riconoscere la verità quando andremo di là. Jerome addiritttura afferma che la vera ricchezza è amare il Re, lui e solo lui e non i falsi idoli che offuscano la sola strada della salvezza. Importante anche il rilievo che Jerome dà ancora una volta alle registrazioni metafoniche che, afferma, possono aiutare molto le anime delle persone depresse e senza scopo. Credo che uno degli scopi di queste comunicazioni sia proprio questo, oltre a scopi che, come mi è stato detto da lassù, non ci è dato conoscere. Mi ha fatto molta tenerezza la figura di Vanhi: ella ora si dice libera e salva, anche se Cristo lo ha conosciuto solo ad un certo punto della sua vita (e non sappiamo fino a che punto ella lo ha davvero "abbracciato" nella sua vita terrena), e ciò anche perchè ella è stata perseguitata ed umile, sofferente per una vita di miseria ed amarezze. Gesù vuole salvi i suoi figli e tende la mano anche lassù a chi non ha avuto la possibilità di conoscerlo, e questa mi sembra un'altra mirabile opera di amore e compassione verso i suoi figli più sfortunati, ovvero quelli che non lo hanno potuto conoscere.

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