SANT'ERASMO
Il figlio è, già qui lettera,
e che lì giù si legga!
MARCO
Ma sono infreddato, hai a dì!
E spiavo là vicini di porta,
i rai a te mò torna!
Là vedi tv: ceri!
Usi l’arma pugilato?
Fede in noi: la vita, credi, un lampo!
Qui vende ali: già aspettavo!
Qui la prova regalavo,
qua le stelle coglie i bracci,
vien dottore, lui già cosa sa là!
ISABELLA
Qua Santi e là corri: inviare cuore!
E’ qua occhiale, ratta, ho i faretti,
lì accendi, figlia, a te!
E là voglio: giù imparà, rapido!
Garante fa, ci dà a passà,
mò già taglia la giornata.
Baciai Roccia là, dì!
Se addestra qui, s’apre lì,
io spiavo a te!
“Mamma, lì, ma stai là mò?”
Ed era filo da qua,
ve bussa, vi ama!
Amare e gioite frutti!
E coraggio: abbattere porte!
Valigia, si, lì prendere:
strada c’è!
WANDA
Ora vivo e sto lì!
C’è chi muore e ti dà, si, là doni e
lì c’è fa messa!
Venerà c’è, e dà più stima lì.
Sognò andare libro:
che doni fa qui il Re!
Viene Erasmo, c’è Re!
Siedi, mo dirà: che gran, là, donna!
Eh, su là, sa là!
Ciao, figlia!
Morte ci chiede i danni:
conosci ruota?
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SPIEGAZIONE DEL TESTO
Sant'Erasmo
risponde subito alla mia richiesta sulla possibilità di dare una spiegazione a Giovanna circa l'interruzione dei messaggi metafonici che Mario le dava. E dice che c'è la "lettera" del figlio stesso che le risponde e chiede di leggerla. Con una battuta, Mario dice che è stato "infreddato" (in toscano significa "raffreddato", Giovanna scrive da Firenze), e pare additare il motivo in una sua "indisposizione" (certo, di tipo spirituale). Spiava Sant'Erasmo e il gruppo che lo aiuta nelle comunicazioni nella speranza di avere un aiuto (e infatti Giovanna sostiene di aver sentito telepaticamente la necessità di scrivermi per chiedere a Sant'Erasmo un aiuto), e l'aiuto, a quanto pare, arriverà, perchè Mario dice che i "rai" (ossia i "raggi" che permettono le comunicazioni fra i due mondi) toneranno presto da lei. E addirittura le predice che potrà anche ricevere delle immagini e, per questa grazia concessale, deve accendere ceri in chiesa. Ecco poi l'insegnamento per tutti noi: se nella vita si agisce come se ci si trovasse sempre su un ring, tirando "pugni" a destra e a manca, con aggressività e violenza, bisogna avere fede in ciò che essi ci dicono e ricordarsi, dice Mario, che poi la vita è un lampo, e si risponderà di tale comportamento contrario alle leggi divine. Lassù "vendono" ali, ossia permettono alle anime, ma mano che evolvono, di diventare simili agli angeli e lui sta aspettando di ricevere queste ali, al momento giusto. Sta donando una prova a sua mamma con questo messaggio, una prova che lui è vivo lassù, e dice, con un'immagine poetica, che dove si trova può raccogliere le stelle con le sue braccia, è dunque un luogo di pace e bellezza. Chiude annunciando a sua mamma che verrà il "dottore" (spesso chiamano così Sant'Erasmo), che, conosce già il problema di Giovanna.
Isabella dà subito notizia che lì vicino a lei ci sono santi (Sant'Erasmo, la guida) e perciò invita a correre ad ascoltare queste comunicazioni con le quali loro lassù inviano il loro "cuore". In queste comunicazioni, dice Isabella con un'immagine metaforica, c'è l'occhiale per correggere la propria vista sulla verità, e ci sono i "faretti" che illuminano il buio dell'ignoranza, faretti che lei chiede a sua figlia di "accendere" per poter meglio vedere qual'è la verità (le dice "ratta", ossia "svelta"):: l'anima sopravvive e Dio permette queste comunicazioni per dare la possibilità, a chi è in cerca della verità, di trovarla (il loro linguaggio è sempre efficacemente simbolico). Isabella vuole che i suoi cari sulla terra imparino anche loro a fare metafonia (Riccardo già sta imparando), e vuole che lo facciano rapidamente. Sant'Erasmo farà da garante e li farà "passare" per comunicare, per cui chiede che i suoi cari si ritaglino il tempo, nella loro giornata di impegni, per potersi dedicare a questa attività. Mi chiede di dire che lei lassù baciò Gesù Cristo (la "Roccia", spesso lo chiamano così). Ora la rende edotta di un fatto (si addestra lì): loro possono spiare da lassù cosa facciamo qui a volte ed è per questo che lei sa che la figlia le rivolge, dentro di sè, una domanda: "mamma ma è vero che ora stai lì?", incredula. E lei le risponde che da lassù c'è un filo che permette di comunicare perchè Dio ci "bussa" in questo modo, e ci "bussa" perchè ci ama. Bisogna amare e così si gioiranno poi lassù i frutti di una vita spesa in nome dell'amore per il prossimo. Isabella incita ad avere il coraggio di abbattere le porte che dividono i due mondi (anche con la transcomunicazione strumentale), e di prendere, figurativamente, la valigia, perchè, in questo campo, c'è ancora tanta strada da fare.
Wanda dice subito a Rita la cosa più importante ed essenziale per lei: è viva ed ora sta quaggiù per comunicare il suo messaggio. Coloro che sono "morti", dice Wanda, ora sono qui a portarvi il dono della loro verità e per questo grande dono che Dio concede c'è da far dire una messa (evidentemente lei la gradirebbe per ringraziamento a Dio). C'è da venerare Dio e da avere più stima di questo fenomeno che è la metafonia. Rita, sua figlia, sognò di avere anche lei una comunicazione dai suoi genitori (comunicazione che poi entra nell'elenco del sito che spesso loro definiscono "libro"), e questo è un grande dono che il Re le fa. Con stupore Wanda dice che a presiedere queste comunicazione c'è Sant'Erasmo e perfino il Re, e quindi sono benedette dal Cielo. Poi, immaginando che sua figlia si emozionerà per quanto sta per dirle, le chiede di sedersi: e poi, con orgoglio, le dice che è una grande donna (Rita ne sarà felice), e che lassù lo sanno bene. La saluta con un ciao (non un addio, un giorno Wanda sa che si rivedranno lassù). Chiude con un insegnamento valido per tutti: la morte, dice, viene a chiederci di riparare ai danni che abbiamo fatto in questa vita, come una ruota di giustizia: chi sta in basso sarà poi in alto e viceversa (la trovo un'immagine perfetta della giustizia divina nella sua immediatezza e semplicità). |