NATUZZA
Qua, stella, dì: qua meglio stare,
qua nella Luce!
Cristo è di là fine!
Aiuta, c’è fame, là mò di giù è il Paradiso.
E vai a di lì:
giovedì una rosa metter lì,
vengo a disturbà!
Farò, di là c’hai là raggio, loda lì!
Che favor, poi chiesta là!
Da lì in aria ero lì,
che Gesù tenga, eh!
Cielo ha Rabbi, lo guardino lì,
c’hai porta lì, qua dì, e l'apre!
BIMBO ABORTITO DI SIMONA
Crebbe giù nei valori,
lì mò la fede!
Sta lì, ah, vocina, in voi, si!
Ma dormi? Aspetta “mitra” a lei!
Hai messo velo grigio,
ah, vabbè,
e te portava noi un abbraccio, l’amai neh!
Ah va lì col core bacià te!
E pace regna,
Padre me pensò,
e tu va sempre sopra lì:
e te già vedi Alfa!
| SPIEGAZIONE DEL TESTO
Mi ha emozionato il fatto di sentirmi chiamare "stella" da Natuzza, mi ha ricordato che in una delle sue prime registrazioni anche mio padre mi chiamò così. Mi chiede di dire che ora lei sta meglio lassù (di quando era sulla terra) e ci credo, dice di essere nella Luce! Ci ricorda che Cristo dev'essere il fine della nostra vita. Mi incita a continuare ad aiutare chi ha bisogno di luce e certezze con quanto faccio, perchè, dice, sulla terra c'è fame di Cielo, di Dio, e dice che ora il Paradiso è quaggiù sulla terra per parlarci anche tramite questo mezzo, la metafonia. Poi Natuzza fa una richiesta che è per tutti coloro che vogliono ascoltarla: ci chiede di portare una rosa, giovedì, una rosa da dedicare alla Madonna, portarla innanzi a Lei, e quasi si scusa per questa richiesta d'amore verso la mamma celeste, dice che viene a disturbarci con questo suo desiderio. Son sicura che in cambio Natuzza effonderà grazie a coloro che porteranno questa rosa alla Madonna. Non saprei perchè proprio di giovedì. Infatti, con questo suo "farò", Natuzza pare voglia assicurare il suo celeste aiuto per chi la ascolterà nella sua richiesta. Mi dice che vede che imi è stato concesso il "raggio" divino che permette queste comunicazioni e per questa grazia devo lodare il Signore (non smetto mai di farlo). Umilmente Natuzza dice che le ho tributato un gran favore a richiederla in registrazione a Sant'Erasmo e questa sua umiltà è la stessa che lei aveva anche sulla terra. Dice che era "in aria" mentre registravo il suo messaggio e si augura che Gesù tenga il timone di queste comunicazioni che tanto sollievo portano a tutti noi. In Cielo c'è il "Rabbi", il Maestro, ovvero Gesù, così chiamato dai suoi discepoli, e Natuzza chiede che guardino a Lui da quaggiù. Mi saluta dicendomi che mi hanno dato una porta per parlare col cielo e che questa porta si apre, sempre e con gran misericordia.
Questo piccolo angelo mai nato sa bene che la sua mancata madre adesso è cresciuta nei valori da quando non volle farlo nascere, che lei ora ha più fede. Dice che la sua vocina sta proprio in mezzo a noi a registrare, e poi sollecita Simona a non dormire che Sant'Erasmo la aspetta, se vuole registrare (la "mitra" è il copricapo vescovile e Sant'Erasmo fu vescovo in vita). Dice che sua mamma ha messo un "velo grigio" di tristezza nella sua vita per questo aborto, ma vabbè, dice questo piccino, le portano comunque un abbraccio e le dice che l'amò. Pare quasi voler consolare lui questa mamma mancata e in preda al dispiacere. Le dice anche che lui viene col cuore a baciarla. La pace regna là dove lui si trova, fu Dio Padre che lo accudì quando la sua anima giunse anzitempo lassù senza aver raggiunto l'obiettivo di nascere per cui Dio l'aveva creata. Le raccomanda di elevarsi sempre verso l'alto, con la preghiera e la fede e così sarà come se ella già potesse vedere l'Alfa, ovvero Iddio. |