Il saluto di mio suocero e di uno zio morto anni fa. Le loro indicazioni morali per tutti noi.

In questa registrazione, decodificata in data 8 gennaio 2009, mi si presenta mio suocero, morti diversi anni fa, ed un mio zio di nome Pasquale, il cui figlio, un mio cugino di primo grado, era da tempo in attesa di ricevere notizie. Appunto durante le ultime vacanze natalizie, mio cugino mi aveva chiesto se avevo mai ricevuto notizie di suo padre ed io gli ho dovuto dire di no, con un certo dispiacere, che non lo avevo mai sentito durante le registrazioni. Pare proprio che ci abbiano sentito e che la delusione di mio cugino abbia sollecitato questo mio zio acquisito a darci un, seppur breve, saluto. Mio suocero era un uomo buono, umile, con una vita dedita solo al duro lavoro (in gioventù era emigrato in Brasile per lavorare nelle miniere), ed ora apprendo con gioia che egli si trova in una situazione dove l'unico suo rischio è quello di vederemi arrivare tardi con "la radio" per contattarlo e non certo la presenza di "diavoli neri", come egli stesso dice. Mio zio faceva di cognome Minetti ed è così che mio suocero lo introduce affinchè egli possa dare il suo monito agli "avidi" e la sua raccomandazione a me: mi esorta a non avere dubbi, a continuare ad "entrare" fra di loro con le registrazioni perchè così, egli dice, è possibile riunire coloro che stanno qui, sulla Terra, con coloro che si trovano già nell'altra dimensione. Riunirli, beninteso, solo in nome dell'amore. Piero mi saluta alla fine con due brevissime frasi, piene, però, di speranza e consolazione.

E' grossa, avere pensier, tale fortuna.....

MIO SUOCERO

Fare stronzate segui de sommà:
vi è qui marosi!

Abbi le manette qui,
qui c’è un invito:

e se ho qui rischio è che vengano
in ritardo cò radio,
non diavoli neri.

Ma teneva suocero ad escriver,
è grossa, avere pensier, tale fortuna:
li indaghi lei sin da arrivare,
sentivo è quasi riuscita,
cò onde.
Cò numeri può,
cò indizio i casi indaga

e ad agli avidi Minetti spiega.


ZIO MINETTI

Se a dubbi resti
n’avrà segni i bracci,

deve sta qui che a entrar di là
riunisci gente su,

forti mai giran testa
né mai buono sognò tornare giù.
Sconosciù gente sta per te avanti,
suono il tasto, bastai.
Qua tu odi Piero


PIERO

Ti ha assunta e stia!
Credi, riuscirai!








SPIEGAZIONE DEL TESTO

Certo la prima frase con cui si presenta mio suocero è un pò, come dire?, "ardita", ma visto che è proprio quella che ha usato, io la riporto fedelmente: egli dice che si prosegue nel cammino della vita sommando azioni stupide, alla fine, di là, si troveranno i "marosi", ossia situazioni non proprio serene e tranquille. Mi esorta a muovemi, fra di loro, con molta cautela, usando la metafora delle manette che pare suggerirmi un atteggiamento improntato alla sola trasmissione fedele di quanto mi viene comunicato, senza troppe elaborazioni. Mi assicura di aver ricevuto un invito a venire a registrare, e mi informa di trovarsi in un "posto" dove l'unico rischio che corre è quello che si arrivi in ritardo con la "radio" per comunicare, non certo quello di dover fronteggiare "diavoli neri". Mi informa che ci teneva tanto a "scrivere" qualcosa per me e poi riflette sul fatto che la fortuna che ho ricevuto (di poter comunicare con "loro" lassù), è davvero grossa, al punto da dare pensiero, visto che, con le onde radio, sono riuscita quasi ad "arrivare" davvero fra di loro. E, bontà sua, dice che posso farlo grazie ai numeri che posseggo, cosicchè possa indagare i casi che mi vengono presentati avendo solo pochi indizi; poi introduce mio zio avvertendomi che egli parlerà agli "avidi".
Mio zio esorta subito tutti a tralasciare ogni dubbio, altrimenti le nostre braccia, quando saremo nell'aldilà, porteranno i segni di tali dubbi (credo sia una metafora); utilizzando un linguaggio ricco e "forte", egli mi invita ad entrare sempre fra di loro perchè così si possono di nuovo riunire i vivi ed i "morti"; devo essere forte, perchè, dice, i forti non girano mai la testa dinanzi alle proprie responsabilità, ed i buoni, una volta che hanno la possibilità di salire lassù con le onde radio, non desiderano mai tornare alla loro vita di prima, anche se essa comporta sacrifici e rinunce: con le registrazioni si può fare del bene ai vivi ed ai morti. Mi saluta dicendomi che, con un tasto, produce un suono avvertendo di aver finito, poi lascia le ultime parole a Piero che mi ricorda di essere stata "assunta" per questo compito e quindi devo stare al mio posto: se ci crederò, riuscirò a diffondere al meglio il loro messaggio di speranza e di vita.

COMMENTO

Ho trovato l'affetto di queste due care persone ancora intatto come quando erano in vita. Soprattutto la loro tenera sollecitudine mi ha commossa: la loro preoccupazione principale è quella di avvertire tutti noi affinchè possiamo evitare errori, mancanze, debolezze, tratti così diffusi fra di noi umani! Pare quasi di vederli come due vecchi amici (che mai si sono conosciuti in vita, tra l'altro), accomunati però dall'intenzione di raccomandarmi costanza ed impegno e di comunicare a tutti noi la loro stessa semplicità ed umiltà, quella che li ha condotti sicuramente in un luogo dove ora sono sereni e al riparo da ogni egoismo.

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