I canti di Teresa che commuovono il Signore - l'incontro fra due coniugi e le loro reciproche confessioni, infine le accorate esortazioni di Sant'Erasmo per tutti noi - 22/04/09

Vi presento qui una registrazione davvero particolare nella quale, insieme a Sant'Erasmo, intuiamo la presenza di due coniugi, Luigi e Teresa, che il santo fa reincontrare nell'aldilà, sebbene pare di capire che essi si trovino su due livelli spirituali diversi. Il santo esordisce parlandoci proprio di Teresa le cui preghiere accorate in favore del destino di noi viventi sulla terra riescono a commuovere Dio. E' un concetto molto importante sul quale riflettere, ciò ci indica, in definitiva, che il Signore è davvero sensibile alle preghiere sincere e le ascolta con il grande desiderio di esaudirle per la sua natura di Amore assoluto. Trovo bellissima la parte iniziale di questa registrazione che si snoda su un commovente sottofondo musicale, sono molto accorate anche le parole di Sant'Erasmo che, di fronte ai drammi del nostro tempo come quello del fallimento di tante famiglie che non riescono a restare unite, ci spinge a leggere il contenuto delle registrazioni, a farlo nostro, perchè il "regista" di questi messaggi è lassù e può davvero indicarci la giusta via per riconsiderare tanti falsi principi che sempre più vanno affermandosi snaturando l'uomo dalla sua vera essenza spirituale e svuotando di ogni significato trascendente la nostra esistenza. Il santo spera davvero che il suo sforzo possa servire a farci cambiare rotta ed è dolcissimo il suo sentimento che non si dà per vinto mai, nemmeno di fronte alla grande indifferenza verso questa realtà o addiruttura di fronte al sarcasmo che tanti fanno verso il fenomeno della metafonia che, invece, come vedete, tanti doni preziosi può portarci. Nella parte centrale della registrazione si svolge dunque la storia di Luigi che viene condotto da Sant'Erasmo dalla moglie Teresa (che evidentemente si trova altrove rispetto a Luigi) la quale in vita, pur con qualche peccato che ora confessa senza paura al marito, è stata comunque una buona moglie. Luigi con tratti brevi e scarni si fa portatore di uno dei più grandi misteri della nostra fede cristiana, ovvero quello della grazia della redenzione e del perdono che Cristo ha promesso ad ogni uomo purchè si penta sinceramente dei suoi peccati, grazia che può arrivare perfino ad uno come lui che ha vissuto una vita piena solo di "sangue e sparare", di sete di vendetta, però capace, quando c'è stato il ravvedimento, di arrivare al vero pentimento che gli ha permesso di salvarsi l'anima. Luigi ci comunica in breve, sempre attraverso Sant'Erasmo che ci dice di aver avuto un biglietto da lui e lo legge, tutta la grandezza di questa luminosa Misericordia divina che non vuole lasciare fuori dalla salvezza nessuno dei suoi figli e che gli chiede in cambio il solo pentimento sincero, un cambiamento del cuore e del sentimento che permetta di scorgere il vero volto di Cristo, che solo da un cuore lontano dall'abisso del peccato può essere riconosciuto nella sua inaudita magnificenza e bontà. Coloro che sono nel peccato non riescono a vedere gli occhi misericordiosi del Re che per tutti i suoi figli ha dato la vita, essi ne sono come sopraffatti, è come se mancasse loro la capacità di metterli a fuoco per potervisi abbandonare, ritrovando così la pace nel profondo dell'anima. Luigi quel doloroso percorso del cuore lo ha fatto e lo indica anche a noi, forse egli dovrà pagare ancora i suoi peccati, è vero, ma è felice perchè sa di essere salvo, sa che un giorno, dopo aver terminato il suo percorso di purificazione, potrà godere della vista di Dio. E pare mai pago di cantare le lodi di quel Re d'amore e misericordia che ha aperto il suo cuore perfino ad un peccatore incallito come lui. Gesù è dunque la sola via capace di salvare anche un uomo che ha fatto del sangue e della vendetta la sua sola bandiera, capace di sollevarne i sentimenti più nobili e portarli alla luce, come semi troppo a lungo restati al buio e poi capaci di dare frutti generosi come questi che Luigi ci narra. Sono dunque due peccatori questi coniugi, sebbene su piani diversi, ed entrambi ci portano lo stasso, luminoso messaggio di speranza: non è mai troppo tardi per affidarsi a Cristo, per lasciarsi afferrare dalle sue braccia d'amore, basta che il cuore e l'anima lo vogliano e lo gridino dal fondo della loro impotenza di fronte al peccato. Viene preannunciata una sorpresa, non ho idea a cosa possa riferirsi, prego e resto in un'attesa fiduciosa e serena.

o noi ve troviam la rogna e Re torna!....

SANT'ERASMO

“E ti prego, fermi chi ha i poteri!
Deviino peste i santi, imploro”
Teresa canti Dio commuovan!

E' scoppi de famiglie…
chi prova ansie segui il libro
se il regista era lì su,
e altro canti giu.

Credete recai Luigi dov’è buoni mogli (qua si va)
in video ci poi fare giri
verranno affari, ci rihai il motivo: far salì,
veti noi ve strappa,


TERESA

la tresca col Tocci mò taci ormai sono morta

(ospiti)


SANT'ERASMO

"Ma era lì moglie dare bigliè:
per lasciar mai i miei averi, delirai io, godi,
solo sangue e sparare
da qui in provincia con ferrovia,

come mi salvai tu veloce dì:
un velo, na messa o ho patti novi,

e là Cristo il Re venne, brilla, a iosa chiamai stellette
tu ringrazia che ha aperto:
e la dà chiave solo a pronte de voi.
Con la vendetta stronzate voi farete lì"

come mai urge correre, sorpresa Dio fare lì, pater gloria,
qua a pesce entri!
Tu lì prepara mò aria hai, a giusta via chiamo te
o noi ve troviam la rogna e Re torna!
Qui velo ve strappa, Luce permette, prendi:
sempre amava, sarà ira?

Eh ma, quella voce ci ride:
quella ha troppo de fetta!








SPIEGAZIONE DEL TESTO

L'esordio di questa registrazione è davvero bellissimo ed insolito: il santo ci riporta letteralmente la preghiera che Teresa (la moglie del protagonista Luigi) rivolge in maniera molto accorata al Signore in favore di noi viventi sulla terra. Ella lo prega di fermare la mano di coloro che hanno il potere di distruggere l'umanità con le armi, e si augura che i santi possano deviare la peste (in senso metaforico, credo che con questo termine si possa indicare il male, la mancanza di valori, amore e compassione che oggi regna su questa terra) dal suo percorso verso il nostro pianeta. E' dunque un'anima che prega per la terra, per la nostra salvezza ed il ravvedimento di tutti i cuori. Sant'Erasmo pare unirsi a questa preghiera ricordandoci che le famiglie scoppiano, che tanti provano ansie insopportabili e così ci esorta, per poter trovare pace, a seguire le indicazioni del libro che raccoglie le registrazioni (che è gratuitamente scaricabile dalla pagina iniziale di questo sito e qui), il cui "regista", cioè lui stesso, è lassù e può quindi darci validissime indicazioni per ritrovare la serenità del cuore nella parola di Cristo, per cantare quaggiù un'altra "canzone", più gioiosa e compiuta. Poi passa a introdurmi la figura di Luigi (non lo conosco) che, egli dice, viene condotto là dove si trovano le buoni mogli e quindi anche la sua, Teresa, appunto. Il santo si sofferma a ricordarmi che quando potrò entrare lassù attraverso il video (vedi registrazione precedente), potrò fare dei "giri" e sempre più gente sarà interessata ("verranno affari") perchè lo scopo di tutto questo è quello di "far salire", ossia evolvere le persone. Teresa poi prende la parola solo per confessare al marito che, in vita, ebbe una tresca con un tale di nome Tocci, ma lo invita a tacere perchè oramai ella è morta al mondo e ciò che è stato durante la sua esistenza oramai non ha più importanza adesso. E' il santo che poi, dicendo che ha un biglietto da darle per conto di Luigi, pare introdurre il discorso di Luigi in prima persona. Sant'Erasmo ci racconta per suo conto che egli era solito spingere la moglie a spendere tutti i loro averi per non doverli un giorno lasciare a nessuno e già di ciò egli si pente dicendo che questo altro non era che un delirio della sua mente egoista e senza amore. Continua in un crescendo di orrore confessando che la sua vita è stata solo "sangue e sparare", e che per portare a termine i suoi delitti si recava in una non meglio identificata provincia con il treno, forse per passare inosservato. Ma, improvvisamente, in questo squallore senza speranza, emerge la luce del vero pentimento e del ravvedimento interiore: egli mi invita a dire velocemente come si salvò, semplicemente indossando metaforicamente il velo della penitenza e del pentimento, andando a messa per riscattarsi e facendo nuovi patti con la vita e col Signore che è stato disposto a perdonarlo perchè forse ha letto nel suo cuore un pentimento sincero. Il resto, dice, lo ha fatto Cristo che, chiamato, è andato anche verso di lui, povero peccatore, ed il Re ora brilla, pare che lui per onorarlo chiami tante stellette che con la loro luce possano essere uno dei segni della sua gloria. Rivolgendosi a me, mi invita a ringraziare (lo faccio, eccome!) per avermi aperto gli usci dell'oltre con le registrazioni che mi permette di fare, e di ringraziare perchè la chiave per entrare lassù Egli la dà solo a coloro che sono più "pronti" a cogliere il senso di questa realtà. Poi chiude il suo biglietto esortandoci a lasciar perdere la vendetta che viene definita senza mezzi terini una "stronzata" (termini così coloriti a volte si possono trovare, del resto sono conformi al personaggio). Ho ritenuto che la parte finale fosse detta in prima persona da Sant'Erasmo perchè è nel suo stile, nelle sue corde, dirci che ora urge correre sulla via della conversione e del cambiamento di rotta, e che Dio farà una sorpresa e per questo devo entrare (con le registrazioni) "a pesce", di corsa. Mi spinge a preparare la gente con le registrazioni che ora di "arie" (i testi delle registrazioni) ne ho abbastanza, poi dice che egli chiama me e tutti coloro che leggono a "giusta via", altrimenti il male (lui dice rogna) che vedono in noi costringerà il Re a tornare sulla terra per portare a compimento i tempi che ci sono stati concessi. Chiude con una frase bellissima, dice che grazie alle registrazioni che ricevo, il Signore permette che il velo che nasconde l'altro mondo venga strappato, che dobbiamo prendere questa immensa grazia e renderci conto che il Signore sempre ci ha amati: sarà forse questo, dice il santo, segno della sua ira? No di certo. Ma ci sono voci che irridono alle registrazioni che ricevo, dicono stupidamente che pare troppo, che ho avuto una fetta troppo grande di grazia, come se Dio dovesse farsi dire da loro quanta grazia concedere ad ognuno di noi.

COMMENTO

Potrei sprecare un sacco di aggettivi per definire questa registrazione ed ognuno di essi sarebbe adeguato a definirne la straordinarietà. Dobbiamo cogliere in queste parole soprattutto la grande speranza che la parola di Cristo rappresenta per tutti noi, per ogni peccatore, piccolo o grande che sia, Egli non fa differenza quando il cuore parla una lingua sincera e piena di amore, quando riconosce l'orrore del peccato in cui è vissuto senza voler guardare negli occhi del "mite Agnello" la luce folgorante della Sua grazia, sfuggendo ad essa con metodo e perseveranza per dedicarsi al male e al raggiungimento di obiettivi caduchi e senza senso, meschini e vuoti della vera gioia. La vera gioia è in Cristo ed Egli non si nasconde a nessuno dei suoi figli se il loro cuore lo chiama davvero, lo chiama col sangue e con l'anima e non solo con le vuote parole. Il pentimento è il tema di questa registrazione, il pentimento sincero, la presa di coscienza dell'orrore di ciò che si è fatto, quel dolore che lascia muti davanti alla forza inappellabile dell'amore folle di Cristo per ogni sua creatura. Lui ci bracca senza tregua, si mostra in parole che magari abbiamo udito per caso, in occhi che ci hanno sfiorati solo per un attimo, in un dolore che credevamo definitivo e senza speranza, senza appello, in una sconfitta cocente, nel pianto senza motivo, nel sorriso di qualcuno che non conosciamo. Lui sta lì e aspetta che facciamo quel primo passo di cui lui ha bisogno per afferrarci definitivamente dall'orlo dell'abisso. Il consolatore perfetto, l'amore immutabile, quel conquistatore di anime dal quale non si riesce più distogliere lo sguardo ed il pensiero e che, solo, dà un senso alle lacrime e al sorriso.

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