Il professor B. e gli orrori della medicina esercitata senza valori - La sorpresa di una voce cara a tutti che viene a darci un saluto.

Abbiamo già avuto modo di sentire degli orrori compiuti da una figura di medico (vedi un'anima dannata). In questa registrazione il Santo ci presenta la figura del professor B. (il nome mi è stato detto chiaramente ma, per rispetto della privacy, preferisco indicare questa figura con la sola iniziale del cognome poichè potrebbero esserci in giro ancora suoi eredi). La vicenda prefigura una squallida vicenda: questo professore epatologo decide di trapiantare un fegato nuovo (di provenienza illecita peraltro) ad una giovane anche se oramai è troppo tardi, allo scopo di spillare ancora denaro a suo padre che già era stato ben spremuto dal professionista per i due anni precedenti. La giovane muore, come il medico poteva facilmente prevedere. Una squallida vicenda di soldi, insomma, nulla di nuovo sotto il sole, tanto che, con tono sfiduciato il Santo esclama che "sempre l'ebbrezza è in dinari" in questa categoria di persone, mentre invece dovrebbero essere ben altri i valori che dovrebbero smuoverli verso il prossimo che hanno scelto di curare nel corpo. Dopo la presentazione di questa triste vicenda, arriva però una sorpresa davvero magnifica: sentirete la voce di papa Wojtyla che viene a salutare con una breve frase, e vi assicuro che la voce è proprio la sua, con l'accento particolare che abbiamo conosciuto. E qui, per controbilanciare la predica fatta contro certi comportamenti della Chiesa nella registrazione precedente, il Santo, invece, esalta l'importanza educativa dei preti esortando coloro che sono depressi o apatici ad approfittare della loro guida come cura contro i mali della nostra società. Ce n'è poi anche per coloro che hanno responsabilità di governo: il loro ruolo è molto delicato e se non viene svolto nell'ottica del bene comune la loro fine nell'aldilà sarà ben misera, così come quella degli uomini di Dio che, invece, si comportano da burocrati, si occupano di armi e che, per sposarsi, hanno abiurato.

Ebber profonderti stelle, sai...

SANT'ERASMO

Se infetti le procuriam
e timor poi lì il Signor può cambiar
,
horruor il tuo quadro lì:
ce n’ha là ricco,
te lo direi lì, c’avrò suo fior,
s’andò tra le stelle, è giustificato
,
da chi verrai gli storto le spalle
e produrre in sé.
Te starò innanzi,
gią dorrą il capo per costui,
a gesti lacrime mò svelo qui:
tra lo squallore qui chi c’è?
Il professor B.
,
essendo tardi nessun dossier prendi",
era lì come fosse con il fabbro,
l’obiettor qui ci risponde di no,

“ho fegati qui”
e là lo sa, l’orrore c’ho con me:
feci satira “serie radio”.
“E’ chiaro, non volevo ammazzar sua figlia”
“Grazie” rispose “nei vostri miracoli.
Son due anni che la pago”.

Allor qui ha risposto……
(non chiedere).
Oro, tra lor, per sprecà a tre,
sempre l’ebbrezza è in dinari.
Rincresce che lei sforza a registrar:
se ve saprò fa lì.
Il dottor, questo vi basti,
sta facendo impazzire
.
Offrili, certo, lì: frodi si ridà.
“Bruscoli costano a chi ne andrà fiero:
c’ho un altro affare,
vincere ferita
pochi, sai, gratis era”

e là mi sclera ritengo,
“le ho portà de più schei”
più penare per annà in paradis c’avrè.
Scelsi un atto qui che s'è finito ieri qui e son notizie da dare:
Polonia con lui sta (recipienda flebile)
 “Ebber profonderti stelle, sai!”    (voce papa Wojtyla)

Destino, arrosti siè o siete frustrati?
State con la guida!
E dir, qua a noi, destin darai:
stupir, sdegnar a quella lebbra
abolirebbe i preti

e dite: chi è là non deve velar noi.
O chi sia, apatici, depressi,
eccoci Padre, vuoi eserciti?
E finir fa.
Sposti mare? Pè Venezia buondì,
e scappa fora, ho dei begli oggetti,
sistemare a chi governa
destino verrà a riportà
:
a quell’orco andrà, raffinato consumatore,
ne sceglie  belli qui!
Fai respiri, eh?
E chiare cifre hai là te
e fà vergognar, te lì
.
Per armi spartì tra sé,
e assistito a teocrati i ladri di Dio,

se hanno essi i rimorsi
che devono, si devon domandare
si là mi preoccupa!
Abiurò minì(stri) sposati:
ghe sé l’arbitro!








SPIEGAZIONE DEL TESTO

Il Santo mi comunica perchè hanno deciso di portarmi anime infette, ossia anime di grandi peccatori: in tal modo, mostrandoci cosa accade a persone che si comportano in tal modo, essi possono aiutare il Signore a cambiare la nostra tiepida fede e renderla più salda. E certo che Lui ne ha di anime dannate, il Santo può avere il fior fiore da portarmi e può farlo con la giustificazione del giusto fine. inoltre egli mi fa capire che l'anima dannata è posta di spalle e non può nuocere, che lui mi starà davanti come a proteggermi, visto che potrebbe venirmi mal di testa con costui: ed ecco che mi svela il personaggio venuto a registrare: il professor B. che decise di trapiantare un fegato di dubbia provenienza anche essendo ormai troppo tardi, per cui non volle consultare nemmeno alcun dossier che testimoniasse la situazione della paziente. L'operazione venne fatta con superficialità (era lì come fosse con il fabbro, ossia con imperizia e senza delicatezza), e dunque la figlia di questo poveraccio che per due anni si era fidato di lui portandogli sempre soldi, morì. Ovviamente la risposta di questo padre è ironica, egli lo ringrazia per il miracolo che non è avvenuto. In quell'ambiente ci sono persone che agiscono solo spinti dall'ebbrezza dei soldi ed ora che il dottore, di là, si rende conto, si dispera al punto di disturbare molto Sant'Erasmo che dice che lo sta facendo impazzire. Mi avverte di dire a tutti che le frodi commesse qui verranno ripagate con la giusta moneta nell'aldilà. Poi ci viene fatta "ascoltare" una confessione che il medico fa: egli dice che si faceva pagare profumatamente da gente ricca che poi sarebbe andata fiera di essersi fatta curare da lui e che poche volte ha svolto gratuitamente la sua opera. "Le ho portà de più schei", ossia le ho portato più soldi (schei è un termine del dialetto veneziano), è la frase che probabilmente egli ha udito più spesso nella sua carriera. E questi comportamenti, ci avverte il Santo, rallentano la nostra evoluzione spirituale. Poi mi fa una sorpesa improvvisa, portandomi un'anima eccelsa, la persona per la cui perdita la Polonia ancora piange(i termini non li ho compresi appieno)...è papa Wojitila che mi si rivolge dicendomi che con la grazia concessami è come se mi avessero profuso stelle lungo il cammino (un dono, quindi, incommensurabile). Poi qui il consiglio del Santo: coloro che sono frustrati o che patiscono per qualcosa, stiano con la guida che è rappresentata dalla parola di Cristo. Attraverso le mie parole loro vogliono avere il destino di poter dire di sdegnare coloro che abolirebbero i preti e di non ignorare quanto hanno da dire. Insomma, Sant'Erasmo ci dice che gli eserciti di apatici e depressi troverebbero fine alle loro pene se si volgessero verso la parola di Dio ed agissero di conseguenza. Poi, brevemente, pare che l'idea del Mose a Venezia non sia gradita lassù, spostare il mare dal suo naturale corso porterà Venezia ad avere più problemi ancora. Si rivolge poi ai governanti, a coloro che ricoprono ruoli di responsabilità nei destini delle nazioni: dice che se il loro comportamento non è corretto sicuramente andranno ad ingrossare le fila infernali dove Satana, raffinato consumatore di persone anche di valore ed intelligenti ma corrotte, li accoglierà nelle sue pene. Anche coloro che assistono i teocrati nella spartizione di armi dovrebbero preoccuparsi di più del loro destino nell'aldilà, se hanno rimorso per ciò che fanno. L'ultima frase è chiaramente rivolta ai preti che scelgono di sposarsi: il Santo rammenta che il loro atto equivale ad un'abiura e che l'Arbitro supremo penserà a chieder loro conto per il loro operato.

COMMENTO

La processione delle anime dannate a scopo educativo continua con la figura di questo medico di fama che, ora, dinanzi alla realtà divina, comprendendo appieno quanto ha fatto, si dispera. Ed è proprio l'acquisizione di un più profondo grado di coscienza che pare accompagnare il nostro ingresso nell'aldilà: pare, infatti, che essendo noi stessi giudici della nostra vita, ciò ci renda ancor più addolorati per gli errori commessi, quasi fossimo in grado di immedesimarci profondamente in coloro che abbiamo offeso o danneggiato con i nostri comportamenti. Il saluto, brevissimo, di papa Giovanni Paolo II è davvero straordinario, pare voglia farci sentire con certezza che lui è ancora vivo riuscendo a riprodurre proprio la sua voce e perfino l'accento, al punto che nessuna presentazione pare necessaria. Ho ricevuto questa come un ulteriore grande grazia. L'invito severo ad accostarsi alla parola di Dio come rimedio di tanti mali psicologici che affliggono la nostra società è un tema molto interessante e ci invita alla riflessione: in fondo non abbiamo sempre detto che i confessori sono un pò gli psicologi di coloro che non possono permettersi la psicanalisi? Come vedete, ci viene confermato che è proprio così, che la parola di Dio può arrivare a donare la serenità profonda e vera, non di certo quella chimica degli antidepressivi. Quanto all'attenzione che di là hanno verso i nostri governanti, beh, in fondo ciò ci rende giustizia della realtà che li vuole sempre salvi da qualunque tribunale per qualunque reato o mancanza abbiano commesso: di là non c'è l'immunità, per nessuno, non c'è parentela, amicizia, ammanicamento che tenga. Di là siamo nudi, ogni nostro pensiero è rivelato, non ci sono nè ricchi nè potenti, ma solo le vibrazioni che l'anima ha acquisito con i propri atti e pensieri, dovremmo tutti noi tenerlo sempre presente. Ed i governanti saranno giudicati con più attenzione, visto l'effetto che il loro operato ha sulle vite di tante persone, a quanto pare pochi superano il verdetto, sarà un destino?

 

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