Sant'Erasmo ci introduce Marco, sedicenne morto in un incidente stradale, e Pier, un uomo suicidatosi per oscure motivazioni - 15/06/2011

Sant'Erasmo, nel suo breve intervento, ci dona previsioni ed insegnamenti. I potenti, avverte il Santo, non si arrenderanno facilmente al fatto che noi italiani abbiamo votato perchè l'acqua restasse un diritto di tutti e, in più, pubblica, e purtroppo troveranno altre vie per lucrare anche su questo bene imprescindibile per la nostra vita, teniamo alta la guardia, dunque. Sant'Erasmo guarda spesso con spirito critico alla stretta attualità della nostra società, e qui tocca anche l'argomento Libia, leggerete voi stessi cosa ci dice.
Tempo fa mi fu fatta una richiesta di contatto per Marco da parte di un'amica di sua mamma, ovvero Rosa, una mia lettrice. Marco è volato oltre a soli sedici anni per un incidente stradale, una delle troppe vittime di questa piaga sociale, e ci lascia un messaggio entusiasta e pieno di luce, quella stessa luce in cui ora vive. E' davvero molto consolante e si sforza in tutti i modi di convincere le due donne (sua mamma e Rosa) che è proprio lui a parlare.
Pier è invece un uomo che ha scelto di porre fine alla sua vita per motivi che ancora restano oscuri a coloro che lo hanno amato. Forse era entrato in un giro più grande di lui, forse si è sentito oppresso e ricattato da persone più potenti di lui, tutto ciò che mi è dato sapere è che, dopo la sua morte, è stata avviata un'indagine in cui anche il suo nome è coinvolto. Lui lassù lo sa bene ed afferma con forza il fatto che lui non ha mai accettato di violare la legge, di truffare, forse ha dovuto farlo perchè, appunto, ricattato in qualche modo. Pier ha lasciato un bimbo di soli sei anni, e certo lassù sta scontando ancora il suo errore, ma, come potrete leggere nella sua comunicazione, egli dice che non resterà ancora a lungo nelle famigerate "grotte" (un'immagine metaforica per definire il Purgatorio), ha dunque la speranza di poter vedere presto la luce, appena avrà finito di purificarsi dai suoi errori terreni.

Un bel naso giù va a scovà....

SANT'ERASMO

E trovi luna, c’ha indici là!
Un bel naso giù va a scovà: fa giù rima!
E là mò st’onda ti da più di luce.
Libia: clamore nun entra?
Più denaro qui, ci dormite qui?
E a diritto dell’acqua, vedi, là fa lapide,
si ritorna, amici, là!
Piangere gli sbagli dare là!


MARCO

Qua a residenti c’è le strofe, giù!
Ah, ire sceriffo! Dai, si apre!
Metti corrente che scendere sai!
Atterrare mò qui dono
che vien da qui, mette là:
Rosa le gira qua viole!
E per entrare se fa qui insegnare, dai ridi!
Pensieri fa: “è lì ceneri, ma è sempre a dì?”
Ce n’ha di vita
mò qui e faccio i soldi,

ride là Jesù,
accipicchia, di come so telefonare!
Giù ridi!

E andare, già, è poco.
Oh, tra me pensà!
In ansia sono per la voce?
Voi là dite le regole qui!



PIER

E qua se rivolge per me,
belle donne acquista i regali
e aprì Re!

Qui c’hai visto da lì.
Sempre di lapidi meraviglie a gogò!
Parlo, c’hai penna?
Truffa, lo sai, qui nego,
mai accettai legge ledere,
me agito, mi coglie febbre di là!
Sono a cuore là, venivo mò terra!
Prova in Paradiso è,
penso tragedia qui,
il cuore fa aumentare,
fa qui della lingua tara,
predatore in mezzo a un branco.
E’ giù vestigia,
qui si roda, ce n’è grotta, ci rimasi lì,
non molto inoltre ci sto lì,
qua ne ha il dottore, ce fa uscire.
Lo zoo ho vangato.
Giù Mary ascoltà,
ne aiutava, deh!

Dio qui paga la doccia a infiltrati

 

 

 

 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Una frase a doppio "senso", un gioiello linguistico, come spesso ci regala Sant'Erasmo: tutti voi conoscete la frase che dice "guardare al dito e non alla luna che il dito sta indicando", quando ci troviamo di fronte a persone limitate, dalla mentalità chiusa. Ebbene con questa frase il Santo invita, da una parte, a guardare la luna che l'indice (rappresentato da questo sito) sta indicando, senza soffermarsi su sterili ed inutili polemiche, e, dall'altra parte, ci dice proprio che negli indici cronologici di queste registrazioni contenute nel sito, ci viene indicata la luna, il tesoro a cui guardare. Un bel "naso", dice il Santo, quand'è davvero tale, va a scovare, a cercare i segni della verità (per naso s'intende la capacità di indagare) e nella sua frase, così com'è pronunciata, c'è anche una rima (la rima fra "là" e "scovà"). Da quest'onda che ci permette di comunicare arriva più luce, più conoscenza, più insegnamenti. E così il Santo ci parla subito della guerra in Libia che, nel mondo occidentale, oramai non fa più clamore, pare che ci siamo abituati alle atrocità che in questa guerra ci appaiono ovattate da un'informazione superficiale e disinteressata. Questa guerra, dice Sant'Erasmo, ci sta costando tanti soldi, e proprio in un periodo di crisi come questo che viviamo, e dunque, egli si domanda, ci dormiamo sopra? E perchè? Dovremmo chiedercelo tutti. Ma Sant'Erasmo ci mette anche davanti ad un altro spettro col quale dovremo fare i conti: i potenti che ci malgovernano hanno deciso comunque di fare la lapide al diritto all'acqua, ci ritorneranno per un'altra via su questo argomento, per arrivare a fare ciò che vogliono per i loro affari. Sant'Erasmo ci saluta ricordandoci che poi gli errori si piangono.
Marco pare esultare mentre ci dice che per i "residenti" del suo mondo ci sono strofe pronte per andare "giù", sulla terra, pare che la cosa lo meravigli, si rivolge a Sant'Erasmo, la guida, chiamandolo "sceriffo", in maniera scherzosa ("ire", lo ricordo, vuol dire andare), ed è impaziente mentre gli chiede di aprire la comunicazione, gli chiede di mettere corrente, visto che lui, Sant'Erasmo, sa come fare per scendere sulla terra con queste comunicazioni. La possibilità di "atterrare" sulla terra, per loro, è un dono che viene da lassù e mi chiede di mettere questa sua frase: vorrebbe che "girassi" a Rosa un mazzo di viole che lui le manda per avergli dato la possibilità di venire a registrare (vi ricordo che il contatto, infatti, me lo ha chiesto Rosa, un'amica di sua mamma). E vorrebbe che la mamma, per entrare lassù col registratore, si facesse insegnare come si fa. Lui sa bene che lei farà questo pensiero: "se lui è in ceneri, ormai, se lui è morto, come fa ancora a parlare?" Marco risponde che Dio ne ha di vita da donarci, ha vita dappertutto, in ogni dimensione, e dice scherzando che ora lui non solo è vivo lassù, ma sta facendo anche i soldi (è una battuta scherzosa), e a questa sua battuta, dice Marco, Gesù stesso sta ridendo, facendoci capire che egli si trova dunque al Suo cospetto. Si compiace di come è bravo nel comunicare con noi tramite la metafonia e chiede alla mamma di ridere alle sue battute scherzose. Sa che deve andare e commenta che il tempo a sua disposizione è poco, purtroppo. Ma prima commenta fra sè e sè che sua mamma e Rosa saranno in dubbio per via della voce che non riconoscono come la sua e mi chiede di spiegare loro come funziona la cosa. Lo faccio volentieri anche se è l'ennesima volta: i nostri cari non hanno più il corpo, dunque non hanno più le loro corde vocali e dunque non possono avere la loro voce originale, devono usare quella che io ho preinciso nella base prima di rovesciare il nastro. Solo raramente, per concessione divina e con l'aiuto di Spiriti Superiori, possono ricreare la loro voce terrena, come è accaduto quando ho ricevuto loa voce di papa Giovanni Paolo II (leggi qui).
Dopo Marco, ecco Pier, richiestomi da una persona a lui cara, disperata per il gesto insano da lui compiuto l'anno scorso senza aver lasciato nemmeno un rigo di spiegazioni sul perchè del suo suicidio. Premetto che io di Pier non so davvero nulla, e le informazioni che ho ricavato sono venute esclusivamente dalla sua registrazione. Inizia con una battuta "galante", dice che delle belle donne (saremmo io e la persona che me lo ha richiesto), si sono rivolte lassù per cercare lui, per prendere i regali che il Cielo ci concede, e pare sorpreso da questo interesse, ci conferma che ad aprire questo ponte è stato il Signore, nel senso che ha permesso che ciò avvenisse. Dice alla persona che lo ha cercato che ha il visto, il permesso per farlo. Prima di spiegarvi la frase successiva, devo fare un piccolo chiarimento: Pier è ancora nelle cosiddette "grotte" per scontare il suo peccato e solo temporaneamente Sant'Erasmo gli permette di salire fino al Paradiso dove egli si trova, al fine di farlo parlare. E per questo Pier ci appare stupefatto dalle inesauribili meraviglie di cui il Paradiso delle "lapidi", ossia dei cosiddetti "morti", pullula (meraviglie a gogò, dice, ossia in grande quantità, a iosa). Poi, deciso a parlare, mi chiede se ho pronta la penna per scrivere ciò che ha da dirmi, che è importante per lui. Dice che nega di aver fatto truffe e dice anche di non aver mai violato la legge, e al solo pensiero che qui sulla terra lo pensino, visto che stanno indagando anche su di lui, si sente prendere dalla febbre, si agita per la rabbia. Viene sulla terra per parlare (ripeto: loro per poter dare il loro messaggio devono scendere di livello, avvicinarsi alle vibrazioni terrestri), sa che sta a cuore a questa persona che me lo ha richiesto. Afferma che sta facendo una piccola prova in Paradiso (lui ancora non appartiene a questo livello di evoluzione spirituale, deve ancora purificarsi), pensa sempre, lassù, alla tragedia in cui ha buttato la sua famiglia, e il suo percorso di purificazione nelle "grotte", aiutato da guide superiori, prevede che egli aumenti la sua capacità di amare ("il cuore fa aumentare") e che la sua lingua si moderi, che diventi meno irruente nei giudizi. Poi dice, con grande amarezza, una frase che ci dice tutto di come lui è stato sulla terra: afferma, infatti, che è stato anche lui un predatore in mezzo ad un branco di lupi affamati (pensate alle tante cricche di cui scopriamo ogni giorno sui giornali), lasciandoci capire che qualche colpa, seppur più lieve di quelle che gli vengono imputate, lui ce l'aveva comunque. Le sue spoglie sono giù, sulla terra, in una tomba, ma l'anima lassù "subisce un rodaggio ("si roda") deve evolvere, e lassù ci sono si le grotte e lui c'è da lungo tempo (vi ricordo che lassù il tempo non esiste, ed i parametri temporali non coincidono con i nostri, per cui un mese nostro per loro può essere un'eternità oppure brevissimo) e deve ancora rimanerci, anche se non per molto. Il "dottore", ossia Sant'Erasmo ne ha di potere e possibilità e così li fa uscire un pò dalle grotte. Spesso viene utilizzata l'immagine dello zoo per indicare la parte più bassa del mondo astrale, quella dove si colloca tutto l'umano repertorio di vizi e peccati, le anime che in terra sono state egoiste, senza spiritualità alcuna, che hanno fatto violenza contro se stessi o il loro prossimo, e proprio in questa parte Pier dice di aver "vangato", di essere stato a faticare duramente per iniziare il suo percorso verso la Luce. Raccomanda di ascoltare i messaggi che la Madonna (chiamata qui Mary, come la chiamano gli inglesi) ancora ci dona, come a Medugorje, perchè Lei ne aiuta tanti lassù di quelli che, come lui, sono in difficoltà. Chiude con una frase simbolica: dice che Dio a volte "paga", ossia offre, la "doccia", ossia un'operazione di pulizia spirituale, una lezione con guide elevatissime, a coloro che in Paradiso sono ancora "infiltrati", ossia a coloro che ancora non hanno il diritto di starci per sempre ed attendono ansiosamente di lasciare le "grotte".

COMMENTO

Sant'Erasmo tiene sempre il suo occhio sui fatti di questa terra e, dalla sua posizione privilegiata, cerca di metterci in guardia, di farci aprire gli occhi anche come comunità, non solo come singoli individui, singole anime che devono guadagnarsi il Paradiso. Parole sempre preziose, ma anche amare di fronte alla sete inestinguibile di denaro e potere di certi individui gretti, ravvolti solo in se stessi e con lo sguardo perennemente fisso a terra, come se il Cielo, l'Aldilà, non fossero faccende reali; noi ben sappiamo che, invece, li riguarderanno molto prima di quanto essi pensino. Mi ha fatto tenerezza la freschezza e la gioiosità di Marco, il suo entusiasmo, tipico di un ragazzino sedicenne, anche se ora lassù egli di certo ha avuto un'evoluzione. Ma tiene questo atteggiamento per farsi riconoscere nella personalità, ed è molto importante ciò che dice a proposito della voce dei trapassati che vengono a registrare: bisogna ricordarsi sempre che non tutti loro possono avere la loro vera voce, non avendo più la loro laringe. Dunque essi vanno riconosciuti anche col cuore, dai segni che disseminano nelle comunicazioni. Triste, invece, la comunicazione di Pier che si preoccupa di discolparsi da ciò che cercano di imputargli, e certo non possiamo fare a meno di pensare che sarebbe stato molto meglio, per lui e per tutti i suoi cari, se lui lo avesse fatto su questa terra. Avrebbe risparmiato a se stesso la pena di essere ora ancora lontano dalla luce divina e agli altri suoi cari il dolore di un gesto incomprensibile ed irreparabile. Ma le nostre strade sono lastricate di errori, di "se"e di "ma", e l'uomo non riesce ad imparare dagli errori altrui, dai propri, e nemmeno dagli insegnamenti che il Cielo ci ha donato nel Vangelo. Penserà sempre di potersi autodeterminare, e in ciò c'è il grande limite che governa le nostre esistenze.

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