Sant’Erasmo e mio padre mi danno sostegno in un momento un po’ difficile - 4/11/ 2010

A tutti noi capita di dover affrontare momenti difficili nella vita, fa parte del "gioco" per così dire, e quando questi momenti arrivano spesso, nonostante il bagaglio spirituale che ci sostiene, ci "scombussolano" un pò. Ad una persona a me vicina è stato diagnosticato un linfoma, e dunque sappiamo che ora inizia per lui una lunga battaglia che, speriamo, possa portare il dono della guarigione. Sappiamo che ultimamente la medicina ha fatto enormi progressi nella cura di questa malattia, i medici ci rassicurano in tal senso, ma sapete com'è, è comunque una prova che si vive con un pò di angoscia ed attesa, finchè non sarà meglio chiarito il quadro della malattia. Anche per questo motivo posso dedicarmi un pò meno del solito alle registrazioni, ultimamente, e ve ne chiedo scusa. Dunque, il mio stato d'animo, lassù, è ben conosciuto e già da tempo Sant'Erasmo, in alcune registrazioni private, mi aveva messo in allerta, anche se, d'altro canto, mi rassicurava sull'esito delle cure. In questa registrazione egli mi fa il dono di farmi risentire vicino anche mio padre e inoltre, con parole confortanti, il Santo mi ha sostenuta proprio il giorno prima che questa persona subisse un intervento per l'asportazione di un linfonodo dal collo sul quale i dottori dovevano eseguire l'esame istologico. Che dire? Confido nell'aiuto del Cielo, nella loro tenerezza, nel loro instancabile richiamo a guardare oltre, in una prospettiva molto più ampia, capace di superare il fragile limite delle nostre angosce e delle nostre umane paure. Papà mi rassicura delle sue preghiere ed anche io prego, e lo faccio con l' assoluta certezza che queste preghiere non andranno mai inascoltate.

pè sapè nun telefonai, sono lì, stretto a te!...

SANT'ERASMO

E ci stan piedi, c’è occhi,
di “viva” ti bussa per gridare,

salva, io vi stimo, vi aiuterà,
sono qui, credi, da lì vedi qua,
c'è da credere qui!

In seno ho un maiale qui,
ti darò occhiali:
nero già a Napoli li vedo a finì!

V’è coma, non ballare più,
dei mondi vi sparì!

Benvenuti, buttano i maestri regalie!
Auguri, e di sito m’entra qui:
so, ma l’elba ha messo a rischio
ed era qui triste, e spera che trarre a chiudere qui!
Se rischio hai bussi là,
e se prova le dà a lei dei mostri,
richiami ciurma lì giù!


MIO PADRE

Lady, babbo è qua!
Pesci n’ha lì, specchi di mare,
fantasmi nuota lì!
Figlia e fogli! Fa dire saggi là!
Venite donne, l’ascolti Re su!
E tornasse là ai vivi:
c’è più luce, che scene spiare, stella!
Si, n’ha voci e lì sarò oltre,
dici Frà, in Luce!

D’amore, e Dino è lì, digli impar’,
a Siena allerta là a isso
e finisci per ravvicinarlo,
disse l’è vero, un mistero là accade!
Io scendo e fai, vola qui tuo,
pregar c’è chi,

lì padre si piazzerà,
lì vedo madre, legge libri,
pè sapè nun telefonai, sono lì, stretto a te!
Ah, citta, di là detta la tesi:
ragazza, le ferite dan le spalle adatte.
Persa era mò la carne,
pur ti vengo a dì!

 

 

 







 

SPIEGAZIONE DEL TESTO

Avevo chiesto al Santo, in cuor mio, come sarebbe andato l'intervento delicato al quale questa persona avrebbe dovuto sottoporsi il giorno seguente ed egli, prontamente, ha voluto farmi la grazia di rispondermi: mi dice che i suoi piedi ed i suoi occhi saranno lì, dove verrà fatto l'intervento, assicurando dunque la sua presenza (l'intervento è infatti andato benissimo e non ha avuto alcun effetto collaterale), e mi invita a gridare "viva" per come andrà la cosa. Il Signore salva, e Sant'Erasmo mi dice, con mia grande gioia, che stima me e questa persona per cui non dobbiamo temere, Dio ci aiuterà in questo momento. Mi chiede di credere al fatto vero che Egli è qui, con me, e che dal mio registratore io davvero "vedo" l'aldilà e non altro. Cambia poi, prontamente, argomento, richiamando la nostra attenzione sul problema dei rifiuti di Napoli con un'immagine molto evocativa: mi dice, infatti, che egli ha un maiale in braccio (lo usa come simbolo dello sporco), quasi si trovasse "fisicamente" in mezzo a quegli enormi cumuli di spazzatura, e che mi darà "occhiali", ovvero la chiara visione del futuro. Purtroppo dice che vedo nero nel futuro di Napoli, oramai c'è come una sorta di "coma" profondo nelle istituzioni che impedisce loro di agire con efficacia, e la trazionale allegria di quel popolo è oramai finita ("non ballare più"): in quelle abissali ed illegali discariche sono finiti degli interi "mondi", dice il Santo (e che siano mondi tossici oramai è assodato). Con ironia ci dice "benvenuti" che lassù i maestri spirituali ci buttano questi regali (i messaggi che ci donano) con la speranza di aprirci gli occhi finchè c'è tempo e speranza. Ci fa gli auguri e poi mi dice che ora ritorna su un argomento che riguarda il sito, ovvero la registrazione precedente (leggetela qui) nella quale si era presentata un'anima in pena che parlava dell'isola d'Elba, ricordate? Ebbene quest'anima, mi chiarisce Sant'Erasmo, aveva messo a rischio l'intera isola d'Elba (siccome si parlava di fuoco nella registrazione precedente, deduco che egli fosse stato un piromane che aveva tentato di incendiare i boschi dell'isola), ed ora costui era triste lassù per quanto aveva fatto e spera di trarre altri come lui a far finire questo tipo di disastri. Il Santo mi saluta dicendomi che, se mai dovessi avere dei rischi devo "bussare" alla sua porta per avere il suo aiuto, e se mai i demoni mi dovessero mettere alla prova, altro non devo fare che richiamare loro, la "ciurma" di questa santa nave che giunge dall'aldilà per aiutarci, per quanto loro concesso da Dio, nella lotta della vita.
La voce seguente è indubbiamente femminile (avevo registrato nella base, infatti, una voce femminile), eppure, proprio su questa voce, parla mio padre (talvolta in sottofondo si ode musica) e che sia lui lo afferma immediatamente, proprio per togliermi ogni dubbio sulla sua identità. Sapete che raramente ci danno informazioni su come è il paesaggio dell'aldilà, su cosa c'è davvero in quell'ambiente, però stavolta papà ha voluto farmi un piccolo dono dicendomi che di là ci sono pesci (lui adorava gli ambienti sottomarini ed i pesci tropicali) e addirittura specchi di mare nei quali i cosiddetti "fantasmi", ovvero le anime di coloro che chiamiamo "morti", possono anche "nuotare". Mi chiede di riempire sempre più fogli con le parole dei saggi maestri che ci parlano da lassù e, come a voler fare il verso agli ambulanti quando invitano le donne a comprare le loro merci, ci invita ad "andare" spesso lassù col registratore perchè, così, è come se potessimo ascoltare direttamente il Signore che ci parla. Torna poi alla descrizione di quanto egli sta vedendo: ah, dice chiamandomi come già ha fatto altre volte "stella", tornasse anche giù ai vivi questa luce meravigliosa che disegna scene incredibili da "spiare"! Poi mi invita a dire anche ai miei cari che lui ora è andato ancora più oltre, ed è nella luce! La sua gioia e la sua meraviglia traspaiono da queste sue parole, è come se egli volesse in tutti i modi farmi capire la meraviglia che lo circonda in questo luogo fatto di pura luce. Mio fratello si chiama, appunto, Dino, e papà mi chiede di dirgli che si avvicini con più convinzione all'Amore divino che permette questo, a credere di più, e poi mi dice anche come devo agire per parlargli: io ho una casa a Siena dove ho vissuto per tanti anni e dove ogni tanto vado per passare qualche week end e curare la casa, e papà mi dice di invitarlo là, a Siena, in un'atmosfera più rilassata, dunque, e parlargli più approfonditamente di questi fenomeni che vivo in prima persona per riavvicinarlo alla fede. In fondo, dice papà, mio fratello ha già detto, in cuor suo, che c'è comunque un mistero in ciò che accade nel mio registratore, ed è dunque ben disposto a concedere che ci sia qualcosa nell'invisibile. Lui, dice, scende sulla terra, vola qui il "tuo" afferma sottintendendo padre, e prega per me e per noi familiari, mi assicura che si "piazzerà" qui vicino a me in questo momento difficile. Mi informa che in quei giorni vedeva mia madre che si era dedicata alla lettura di alcuni dei tanti libri sul paranormale che ho a casa mia, e lo fa per farci capire che loro sono sempre accanto a noi quando possono e quando è loro concesso da Dio, e dice scherzosamente anche che, per sapere ciò che accade nelle nostre vite, lui non ha avuto bisogno di telefonare perchè è stretto a me (qui mi è scappata una lacrima, vi giuro). A Siena per dire ragazza dicono "citta" ed è così che papà mi chiama per invitarmi a dettare la sua tesi che è la seguente: sono le ferite, le prove che dobbiamo affrontare nella vita che ci danno le spalle adatte ad andare avanti e ad evolverci spiritualmente, a fortificarci. Mi saluta con una frase che è un invito a riflettere sull'essenza del mistero di cui egli mi parlava prima: nonostante egli abbia perso la carne, il suo corpo, con la morte, ancora viene a parlarmi, segno che noi non siamo per nulla il nostro corpo, ma ciò che lo governa per un pò di tempo ed i nostri stessi sentimenti d'amore non moriranno mai.

COMMENTO

La serenità che queste comunicazioni mi hanno sempre dato è il vero, impagabile, dono che spero anche voi possiate trovare. Queste comunicazioni metafoniche hanno cambiato la mia visione della vita e l'ho già detto ed affermato altre volte. E non solo hanno cambiato la mia visione della vita, bensì hanno placato la mia ansia, mi hanno insegnato a rimettere le cose in una luce completamente diversa, nuova, che illumina ora ogni singolo aspetto della mia esistenza. Sia chiaro, questo non significa affatto che la sofferenza sia eliminata in una sorta di atarassia ed imperturbabilità simile a quella perseguita e desiderata dai filosofi greci, affatto, ma essa è rielaborata alla luce della profonda e coinvolgente consapevolezza che la nostra vita si estende ben oltre i limiti della morte e della sofferenza della carne, che essa si stempera nel respiro dello spirito che ci anima e ci guida e al quale dobbiamo fare necessario riferimento se vogliamo ritrovare il nostro vero Sè, divino ed immortale. Poveri coloro che vivono senza il minimo sospetto della propria grandezza! Che si considerano carne putrescente, polvere inerte, inutile parentesi tra gli inutili intervalli del nulla. Sono destinati alla perdita di ciò che c'è di più prezioso, della più alta consolazione, della capacità di aprirsi generosamente al mistero che ci circonda in ogni dove, della vera ricchezza, la sola capace di donarci pace, serenità e vera felicità. E' in questo spazio allargato del proprio "vedere" le cose che anche la malattia diventa occasione, maestra e viatico, che le ferite, come dice papà, ci danno le "spalle adatte" non a sopportare la vita, ma a dominarla guidandola là dove siamo davvero noi stessi, creature che disegnano l'infinito progetto di Dio.

image